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Il Diego Maradona di Aleandro Marmo “Iluminado” a Sala Consilina

Diego Iluminando Circolo Club Napoli Sala Consilina

di GIUSEPPE GEPPINO D’AMICO

Bella manifestazione di cultura e sport a Sala Consilina per il “Diego Iluminado Day”, in onore di Alejandro Marmo, l’artista argentino di origini valdianesi (il padre era partito da San Rufo negli anni ’60 del secolo scorso).

ALEJANDRO MARMO accompagnato dal figlio intervistato da GIUSEPPE GEPPINO D’AMICO

Due i momenti: la presentazione del volume di Maria Pia CappelloLa forza del cuore di Alejandro Marmo” (Graus Editore) presso il Mondadori Store di Antonio Lullo e lo scoprimento dell’opera “Diego Iluminado” sulla parete esterna della sede del Club Napoli.

Diego illuminado” raffigura il volto di Diego Armando Maradona è stata collocata sulla parete esterna della sede del Club Napoli di Sala Consilina. L’opera, in ferro battuto e retroilluminata, è stata realizzata con lo stesso stile di precedenti lavori da lui realizzati in Argentina.

MARIA PICA CAPPELLO autrice del volume “La forza del cuore di Alejandro Marmo” intervistata da GIUSEPPE GEPPINO D’AMICO

Oltre all’artista italo-argentino e all’autrice del libro particolarmente nutrito il parterre degli ospiti venuti ieri a Sala Consilina: i giornalisti Carlo Verna (RAI) e Mimmo Malfitano (Gazzetta dello Sport), i calciatori Peppe Bruscolotti, Massimo Filardi e Gianni Improta; il presidente dell’Associazione Nazionale Club Napoli, Saverio Passaretti.

A fare gli onori di casa per il Club Napoli il presidente Bruno Vocca, il collega Pasquale Lapadula e tutto il direttivo del Club. Agli ospiti è stata donata una riproduzione in miniatura dell’opera di Alejandro Marmo realizzata da Enzo La Sala previa autorizzazione di Alejandro Marmo.

BEPPE BRUSCOLOTTI, capitano della SSC NAPOLI, amico di Diego Armando Maradona, intervistato da GIUSEPPE GEPPINO D’AMICO

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Un anno fa, il 9 aprile del 2022, fu organizzato presso il Polo Cappuccini un convegno sul tema “Il mito di Maradona nel calcio, nell’arte e nel sociale” per celebrare l’indimenticato capitano del Napoli dei due scudetti e della Coppa Uefa e, al tempo stesso, far meglio conoscere nel Vallo di Diano Alejandro Marmo, l’artista argentino di origini sanrufesi, noto in tutto il mondo per le sue opere d’arte realizzate utilizzando il ferro.

A Maradona l’artista ha dedicato un’opera in ferro battuto, denominata “Diego Iluminado”, che fu possibile ammirare durante il convegno e nei giorni successivi presso la Filiale di Sala Consilina della BCC Monte Pruno.

Nato a Buenos Aires nel 1971da padre emigrato in Argentina da San Rufo negli anni ’60, e da madre greca di origini armene, Alejandro, grazie ad amici comuni, conosce il cardinale Jorge Mario Bergoglio, arcivescovo di Buenos Aires, e la sua vita cambia.

Alejandro condivide con il Papa il concetto di “cultura dello scarto”. Il Santo Padre si oppone con determinazione a quella barbarie che butta via anziani, malati e, in generale, chi “non serve” più; l’artista utilizza per le sue opere d’arte oggetti e materiali che la gente scarta, come ha imparato a fare sin da giovane lavorando nella ferramenta del padre. “Ho portato all’arcivescovo un progetto e a lui è piaciuto. -ricorda lo scultore– “Mi ha subito sostenuto accompagnandomi nei quartieri periferici, di solito esclusi dall’arte, per costruire un dialogo. Perché l’arte è questo: la cultura dell’incontro”.

Col tempo, l’arcivescovo e l’artista, oggi molto quotato e con opere esposte in tutto il mondo, iniziano a frequentarsi e quando Bergoglio diventa Papa non dimentica lo scultore argentino, che va a trovarlo spesso nella residenza di Santa Marta. “Non mi sento speciale per questo, è lui che è speciale”, afferma Marmo che poi aggiunge: “Non sono suo amico; sarei un irresponsabile a dire una cosa del genere: Lui è il mio pastore. Prima di conoscerlo ero già credente, ma la sua vicinanza mi ha regalato una fede profonda”.

Marmo non ha dimenticato una delle prime frasi che gli disse Bergoglio nel corso del primo incontro: “Tu hai un dono di Dio, abbine cura e non venderti”.

Seguono altri incontri, sempre nell’ufficio della Curia di Buenos Aires, una sorta di dialogo permanente, un vincolo basato sulla riflessione intorno a evangelizzazione, arte e fede. E, soprattutto, sul modo in cui queste possano contribuire a migliorare la società, annullare le disuguaglianze e unire le persone. E, soprattutto, sul modo in cui queste possano contribuire a migliorare la società, annullare le disuguaglianze e unire le persone. Più il rapporto tra i due si rafforza, meno sono necessarie le parole. Che, pure, Bergoglio non lesina così come non fa mancare il suo appoggio e la sua presenza: nell’aprile 2011 il cardinale visita la fabbrica in cui Marmo sta realizzando con scarti industriali il Cristo operaio dei lavoratori per la cappella Cristo Obrero y San Blás nel barrio di Villa Soldati, uno dei più poveri di Buenos Aires. In quell’occasione Bergoglio, prima di benedire la scultura, ringrazia gli operai e li incoraggia ad andare avanti nonostante le difficoltà della vita.

Quando il cardinal Bergoglio è diventato papa Francesco, lo scultore si reca in Vaticano, a Santa Marta, e gli parla di un progetto che ha in mente e che vuole condividere con lui: “La simbologia della Chiesa che guarda al Sud”.

Un Sud che ha una doppia valenza: geografica, perché Bergoglio è il primo papa venuto dal Sud del mondo; simbolica, perché, fin dal primo momento, è apparso chiaro che la sua Chiesa guarda a chi sta in basso, i poveri, gli scartati.

Ridà visibilità agli invisibili, esattamente come Marmo restituisce energia ai materiali di rifiuto, trasformandoli in opera d’arte.
Di questo progetto fanno parte le due sculture che Marmo ha realizzato a Castel Gandolfo e che si trovano oggi nei Giardini Vaticani: il Cristo operaio e la Vergine di Luján: il ferro scartato dalle Ville Pontificie, nelle mani dell’artista, si è trasformato in bellezza.

A Roma nasce e prende corpo un progetto “comune” di Alejandro Marmo e Papa Francesco: due sculture che l’artista ha realizzato nell’eliporto delle Ville Pontificie di Castel Gandolfo e che per decisione del Papa sono state collocate nei Giardini dei Musei Vaticani. Si tratta di due sculture realizzate con gli scarti di ferro (vecchi badili, pezzi di cancelli, catene ed altri scarti).

Le due opere rappresentano il “Cristo Obrero”, il Cristo operaio, e la “Virgen de Luján”, la Vergine di Luján. Sono due figure che stanno particolarmente a cuore a Francesco: la Vergine di Luján è patrona della Repubblica Argentina, mentre il Cristo è simbolo del progetto Simbologia de la Iglesia que Mira al Sur” (Simbologia della Chiesa che guarda al Sud).

Le due opere sono state inserite nel volume pubblicato da Mondadori, “La mia idea di arte”, curato da Tiziana Lupi, in cui Papa Francesco commenta 11 capolavori tra i quali la Cappella Sistina e la Deposizione di Caravaggio. Alejandro Marmo è già presente nel Vallo di Diano con due esemplari dell’opera denominata “Abrazo”, donate rispettivamente al Comune di San Ruffo e all’Ospedale “Luigi Curto” di Polla, fondato nel 1905 da un altro emigrato in Argentina. La stessa opera è stata collocata nell’ospedale degli Incurabili a Napoli e all’ingresso dell’Aeroporto di Roma. Il disegno è stato utilizzato per la copertina del libro che Papa Bergoglio ha dedicato all’arte.

Il giornalista CARLO VERNA, voce storica di Tutto il Calcio Minuto per Minuto da Napoli, intervistato dal collega GIUSEPPE GEPPINO D’AMICO.

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Le immagini pittoriche figurative ed astratte, eseguite mediante la percezione dinamica della luce e l’armonia di colori, trasmettono la componente spirituale contemplativa, la fede, la tradizione e la speranza. Metafora di bontà, fratellanza, salvezza, solidarietà, conforto, aiuto e coraggio nel Terzo Millennio. Il volume rappresenta un messaggio di speranza che parte dal cuore e si irradia nel mondo. Le sculture e i dipinti sono essenzialmente focalizzati sul visibile, le teorie e i pensieri sono inscindibili dalla partecipazione emotiva e dalla creatività. Tutti temi particolarmente cari a Maria Pia e decisamente attuali in questo difficile periodo di contrasti in tema sociale ed internazionale.

Tra le più rinomate pubblicazioni di Maria Pia Cappello troviamo un altro libro dedicato allo scultore italo-argentino: “Spirituali Metamorfosi di Alejandro Marmo”. Talento letterario e spiccata sensibilità artistica, Maria Pia Cappello si è fatta conoscere anche per il suo libro “Il Volto e l’Anima nelle sculture di Ernesto Lamagna”, conservato al Moma di New York (Usa) e al Museo di Art Gallery dell’Ontario a Toronto (Canada).

Tra le sue più rinomate pubblicazioni troviamo “Spirituali Metamorfosi di Alejandro Marmo”, “Mark Kostabi between Sound and Solitude”, “Jago: Rinascimento nel Terzo Millennio”. L’autrice ha scritto anche un libro dal sapore biografico, “Amore e Pace” (Sarpi Arte Editore), dedicato all’amata e compianta sorella Antonietta.  Insignita di svariati premi ed onorificenze, Maria Pia Cappello oltre che in Italia è molto apprezzata anche all’estero, in modo particolare negli Stati Uniti e in Canada. I suoi libri sono stati tradotti sia in inglese che il spagnolo.

Il volume “La forza del cuore di Alejandro Marmo” sarà presentato martedì 23 maggio a Roma presso la Camera dei Deputati.

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