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Con-Tatto (VIDEO) – Autonomia Differenziata, la Campania lancia la mobilitazione per il referendum abrogativo

Di Giuseppe Geppino D’Amico

Non si può dire che la settimana politica, in Campania e non solo, sia stata priva di scossoni. Sono diversi gli avvenimenti oggetto di discussione: l’approvazione in Senato della Legge sull’Autonomia differenziata; il decreto per il terzo mandato dei sindaci dei comuni fino a 15.000 abitanti e l’election day fissata per l’8 e il 9 giugno prossimi. E ancora, la decisione del governatore della Campania, Vincenzo De Luca, di denunciare in tutte le sedi giudiziarie (Tar, Corte dei Conti e Procura) il ministro per il Mezzogiorno, Raffaele Fitto, colpevole a suo dire di non avere trasferito alle regioni del Sud i fondi per lo sviluppo e coesione; infine, l’accusa del governo nazionale alla Regione Campania di non avere istituito il Liceo del Made in Italy. Ovviamente, l’argomento che fa maggiormente discutere è la legge sull’autonomia.

GUARDA IL VIDEO CON LA NUOVA PUNTATA DI CON-TATTO:

Come era ampiamente previsto l’approvazione in Senato del disegno di legge Calderoli sull’autonomia differenziata ha suscitato un vespaio di polemiche già al momento del voto in aula dove i leghisti hanno tirato fuori le bandiere con il leone di San Marco in segno di giubilo, mentre i senatori di opposizione rispondevano con il tricolore e cantando l’inno di Mameli, ritenendo che l’autonomia, così come approvata, e qualora dovesse essere confermata anche dalla Camera dei Deputati, spaccherebbe l’Italia in due.

Per i partiti di maggioranza la legge darà una svolta alle regioni a statuto ordinario con forme e condizioni particolari di autonomia in 23 materie tra le quali figurano Salute, Istruzione, Sport, Ambiente, Energia, Trasporti, Cultura e Commercio Estero.

Il disegno di legge sull’autonomia differenziata prevede che vengano stabiliti i cosiddetti Livelli essenziali di prestazione (Lep), da garantire a tutte le Regioni. Rappresentano le soglie minime di servizi che vanno garantiti a tutti i cittadini sul territorio nazionale. Questo passaggio dovrebbe avvenire entro un anno dall’entrata in vigore della legge dell’autonomia, grazie al lavoro di un’apposita cabina di regia. Quindi, per la maggioranza prima la legge e poi i Lep. Ed è proprio questo uno dei motivi principali delle proteste delle opposizioni che, evidentemente, non si fidano.

A sventolare la bandiera della protesta sono i governatori di Campania e Puglia, Vincenzo De Luca e Michele Emiliano, preoccupati per le ricaduta sui territori. Per Vincenzo De Luca, da sempre contrario all’autonomia auspicata e disegnata da Calderoli, “c’è stata una maggioranza irresponsabile e gruppi parlamentari meridionali che stanno tradendo il Sud”; quindi, attribuisce ai parlamentari campani e meridionali “la piena responsabilità dell’adesione al progetto del ministro leghista Roberto Calderoli”.

Calderoli è riuscito a mettere insieme De Luca e i suoi avversari all’interno del PD che si stanno organizzando per continuare sul territorio la battaglia politica contro il provvedimento chiamando alla mobilitazione tutto il Mezzogiorno, compresi i governatori di Calabria, Sicilia e Basilicata che non sono di centrosinistra. Questo perché, a giudizio del responsabile Meridione del Pd, il napoletano Marco Sarracino, “ogni azione contro l’Autonomia è positiva. Quella riforma è una vittoria per la Lega, ma una sconfitta per l’Italia”. Intanto, già si stanno organizzando i banchetti per una raccolta di firme in tutta Italia, già avviata a Napoli e provincia, e in caso di approvazione del disegno di legge alla Camera, si ricorrerà allo strumento del referendum abrogativo. Anche Anci, Cgil, Confesercenti ed altre associazioni si dicono pronti alla battaglia.

Da parte sua De Luca ha annunciato una mobilitazione a tappe: una con il mondo della cultura, un’altra con imprese e lavoratori e un’altra destinata al tema burocrazia zero, per poi arrivare in piazza, a Roma o a Napoli. Quindi, il ricorso alla Consulta per incostituzionalità della riforma. “Combatteremo -ha annunciato durante una conferenza stampa a Palazzo Santa Lucia- per denunciare il ‘Contro-Risorgimento’ in salsa leghista. Una legge truffa -così l’ha definita- che però ha un grande impatto sociale ma è argomento assai poco popolare. La situazione è grave; in ballo non c’è solo il destino del Sud, ma quello dell’Italia intera”.

Per De Luca quella di Calderoli è una doppia operazione truffa perché il rappresentante lumbard continua a dire che non vi sono risorse e rinvia nel tempo i nuovi livelli di prestazione, mentre su alcune materie l’autonomia può andare avanti. I Lep vanno previsti prima dell’approvazione della legge e non dopo per partire dallo stesso piano, livellando le risorse prima e non dopo.

Sulla vicenda è intervenuto anche Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente nazionale dell’Anci (Associazione Nazionale Comuni d’Italia) che conferma “i pericoli per i Comuni del Sud se prima non vengono stabiliti con precisione e per legge i Livelli essenziali delle prestazioni. Bisogna fissare con precisione la qualità e il livello del servizio che sarà garantito ai cittadini, uguale su tutto il territorio nazionale senza differenze tra Nord, Sud, Centro. Non solo, per garantire questa parità di trattamenti lo Stato dovrà anche stanziare i soldi necessari che non saranno pochi e che adesso, pare, non ci siano”. Non va dimenticato che l’Anci ha denunciato da tempo i rischi che correranno i comuni con l’approvazione della legge così come formulata. Il documento è stato approvato all’unanimità dall’Anci nazionale e, quindi, dai sindaci di tutte le parti politiche e di tutte le aree geografiche.

Cosa ci aspetta nell’immediato futuro? Di fronte al quasi certo referendum abrogativo i cittadini saranno chiamati ad esprimersi: accettare la legge oppure chiederne l’annullamento per evitare, come sostiene il presidente dell’ANCI, di “rompere l’unità nazionale per arrivare a 20 staterelli che fanno ognuno per sé come avveniva prima dell’unità d’Italia?”. Sarà questo il dilemma dei prossimi mesi.

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