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Emergenza cinghiali, il Parco affila le armi

Contro la decennale emergenza cinghiali, il Parco nazionale passa alle maniere forti. Nei territori del Cilento, Vallo di Diano ed Alburni si è deciso infatti di fare ricorso alla caccia ed all’abbattimento controllato.

Dopo di che, l’Ente con sede a Vallo della Lucania, ha affidato alla ditta FMF CARNI SRLS di Picerno il ritiro delle carcasse abbattute dai 300 cacciatori abilitati per la lavorazione e commercializzazione.

La soluzione è da sempre divisiva. Da un lato i cacciatori e contadini, favorevoli, i primi per le opportunità di caccia i secondi esasperati dai danni da fauna selvatica. Dall’altra gli animalisti che ripudiano la scelta come cruenta e minacciano ricorsi.

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GIUSEPPE COCORULLO
presidente Parco Nazionale Cilento Vallo di Diano ed Alburni

Il nuovo corso del parco, guidato dal presidente Giuseppe Cocorullo che abbiamo introdotto su queste pagine pochi giorni fa, procede spedito sulla decisione presa. In settimana è previsto un incontro operativo tra i responsabili della ditta, i presidenti delle associazioni dei selecontrollori che gestiranno i 4 Centri di Raccolta. Ai veterinari dell’ASL sarà affidato il compito di vigilare sugli aspetti igienico sanitari di tutta la filiera.

Dopo un cospicuo investimento per l’adeguamento funzionale e per la dotazione strumentale dei 4 Centri di Raccolta ubicati nei comuni di Felitto, Roscigno, Morigerati e Cuccaro Vetere, l’Ente Parco ha perfezionato un modello sperimentale di commercializzazione della carne di cinghiale che già a partire dalla prossima settimana darà i suoi primi risultati.

GIUSEPPE COCORULLO, presidente PNCVA

Se saranno confermate le aspettative, anche in considerazione degli ulteriori 300 selecontrollori che attualmente sono in corso di abilitazione, il Parco amplierà la Rete dei Centri di Raccolta mediante il coinvolgimento degli Enti locali del territorio attualmente scoperto.

L’auspicio” dichiarano il Presidente del Parco Giuseppe Coccorullo e il Direttore Romano Gregorio “è che da una forte criticità dovuta ad una esponenziale presenza di ungulati in tutto il territorio nazionale, possa innescarsi un percorso in grado di creare economia ed occupazione“.  

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