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Successo in Certosa per la mostra “Esplorare l’ignoto – Viaggio attraverso forme e colori di Gennaro Rivieccio” – Teresa Rotella per Vallo Più

La mostra “Esplorare l’ignoto – Viaggio attraverso forme e colori di Gennaro Rivieccio” ha celebrato e ricordato l’artista torrese con una selezione di opere realizzate fra gli anni Sessanta e il 2020. Ben 26 opere esposte a Padula e tanti disegni grafici e foto. Tantissimi i visitatori presenti alla mostra nei tre giorni del weekend d’arte (26,27,28 Maggio 2023), provenienti da luoghi diversi della Regione Campania. Turisti arrivati in Certosa, cittadini e scolaresche del Vallo di Diano che hanno lasciato i lori commenti e trasmesso il piacere di aver visto una mostra importante.

L’iniziativa,  patrocinata dal Comune di Padula e voluta dalla Sindaca Michela Cimino (coadiuvata nell’organizzazione dall’assessore alla cultura Caterina Di Bianco), è stata promossa dalla Fidapa BPW Italy sezione Montesano S/M -Vallo Di Diano ed organizzata dall’arch.Teresa Rotella insieme alla moglie dell’artista, Ada, e ai figli Valentina e Riccardo. A seguire una esaudiente relazione dell’evento scritta per Vallo Più dall’ideatrice, l’ach. Teresa Rotella.

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Il 26 maggio la Sindaca ha inaugurato la mostra alla presenza delle scolaresche del Vallo di Diano , presenti al taglio del nastro gli alunni del Liceo artistico del Pomponio Leto di Teggiano accompagnati dal prof. Germano Torresi, Francesco Di Bisceglie e Vertucci. Il 27 c’e stata la visita del vescovo Mons. Antonio De Luca, concittadino dell’artista , il sindaco di Sala Consilina Francesco Cavallone e le scolaresche del Vallo Di Diano degli Istituti superiori del Vallo di Diano.

Con la presentazione di questa mostra abbiamo voluto presentare ad un pubblico del Vallo Di Diano, la grandezza di un artista poliedrico (pittore, maestro d’arte, architetto, fotografo) , pittore raffinato, sperimentatore di divere tecniche, inventore di un’arte che attraversa molti stili dell’arte moderna. Abbiamo scelto come location i locali della corte della Spezieria, il portico, ex stalle luoghi ai più sconosciuti, che con le proprie murature antiche di pietre vive hanno fatto da scenografia alla mostra, creando un fascinoso e vibrante connubio tra opere moderne piene di colori e le antiche murature.

Il titolo ESPLORARE L’IGNOTO , dato alla mostra dalla moglie, dai figli, dalla sorrella Lidia e suo marito suggerisce la radice interrogativa della ricerca artistica di Gennaro Rivieccio, mossa da un inesauribile slancio verso tecniche e dimensioni figurative sempre diverse, dedicata all’incontro con le parti profonde del mondo interiore e le parti nascoste del mondo esterno: le forme e i colori rappresentano, per Gennaro, veri strumenti di conoscenza per perlustrare mondi sconosciuti, e con essi si trasformano, elaborando immagini stratificate ed enigmatiche, ricche di spessore simbolico, la cui attenta decifrazione apre porte spesso inattese per l’artista stesso; le sue opere sono, al tempo stesso, l’interpretazione di un sistema preciso di domande attraverso cui si dispiega il suo viaggio d’immersione nella complessità della vita.

Il 28 al convegno presenti anche parte della grande famiglia di Gennaro Rivieccio , venuti da Napoli a celebrare la bellezza, l’arte, e a donare ancora il loro grande amore per Gennaro. Una famiglia patriarcale numerosa con 10 figli, con il padre Aniello, la mamma e la zia Anna, figure importanti per la formazione umana di Gennaro e lo zio Giorgio e il fratello Nicola persone importante per la sua formazione artistica.

La manifestazione è nata dall’esigenza di celebrare anche la storia di una lunga amicizia, nata tanto tempo fa nei banchi di scuola, dell’istituto d’arte di Torre del Greco, tra quattro persone: Gennaro di Torre del Greco, Ada di Portici, Luisa di San Giovanni a Teduccio e l’ultima Teresa di Montesano sulla Marcellana che convinse i propri genitori a farle frequentare quella scuola, per la grande passione dell’arte, trasmessa dal proprio maestro Emilio Bosco.

Quattro ragazzi che hanno condiviso gli studi insieme, continuando dopo l’istituto d’Arte insieme, anche la facoltà di architettura, sviluppando e consolidando una amicizia nata nell’adolescenza e continuata nella vita adulta.

Le passioni che ci accumunavano non erano solo studio, l’arte e tra noi il più bravo era Gennaro, la grande esperienza con maestri come Renato Barisani nostro docente a scuola e Aldo Loris Rossi architetto e Riccardo Dalisi architetto e  grande design, alla facoltà di architettura , ma anche la condivisione dell’attività di volontariato che ci ha visti partecipare prima a San Domenico Maggiore con una attività di volontariato negli anni della scuola e poi negli anni universitari attività di animazione e sociale al rione Traiano dove portammo avanti con Dalisi una attività di ricerca di un asilo occupato da 13 famiglie e lo studio delle trasformazione degli spazi, lavoro presentato alla Biennale di Architettura a Venezia nel 1976 ed inoltre con la partecipazione diretta al fermento culturale degli anni 70/80 che attraversava la società e la speranza per la nascita di un mondo migliore.

Gennaro si avvicina alla pittura da bambino, grazie all’occhio attento dello zio Giorgio, che, accortosi della sua fascinazione per il disegno, gli regala un album e i suoi primi pastelli colorati; crescendo, riesce a proseguire gli studi e iscriversi all’Istituto d’arte grazie all’aiuto del fratello maggiore Nicola. All’attività artistica privata si affianca l’impegno nell’insegnamento d’arte in istituti di istruzione secondaria in varie sedi, approdando finalmente a Torre del Greco dopo qualche anno. un’intensa pratica pedagogica, fondata su una costante ricerca della bellezza, dando vita a laboratori artistici anche in contesti sociali complessi. L’arte non rappresentava per Gennaro Rivieccio un mero mezzo di espressione ma prima di tutto un modo per scandagliare e indagare il mondo interiore: attraverso il gesto pittorico Gennaro ha interrogato la fragilità della condizione umana, e l’insensatezza del dolore che egli, costretto a convivere con una grave malattia, ben conosceva; eppure, nelle sue mani e nelle sue opere la speranza si trasfigura in pennellate vitali, che dipingono con commozione e rigore il mare dei giorni.

In un continuo gioco di rifrazioni la ricerca di Gennaro, durata fino alla fine dei suoi giorni, ha organicamente sfiorato gli stili e le tecniche più disparati, tracciando una vera e propria mappa pittorica dell’umano sentire. Nell’intervento della storica dell’arte Emma Russo Carrara sull’opera di Gennaro Rivieccio apre la sua relazione con una citazione:“Nessuno muore sulla terra finchè vive nel cuore di chi resta (Foscolo)”.

L’artista trasforma il dolore in colore. La pittura per Gennaro diventa possibilità di attraversare la sua sofferenza (malato di una grave malattia ai reni dall’ eta’ di 19 anni, due trapianti, uno durato 30 anni e l’altro dieci) con una fuga verso il bello. Il suo è un linguaggio personale,  artista sperimentatore di tecniche e stili , linguaggio che nasce dalla sua formazione artistica con maestri come Renato Barisani insegnante dell’Istituto d’arte (inventore dell’arte concreta). Parte dall’Astrattismo lirico simbolico per passare all’astrattismo geometrico alla Mondrian, al Surrealismo utilizzato come una sonda gettato sull’incoscio, il sogno, fasci di luce arte informale, poi c’e il mare il suo grandissimo amore, il mare con il telo, e il mare di sardegna, un quadro con il  paesaggio metafico, verso infinito con l’assenza di figure umane con una chiarezza compositva , con una luce metafica , una luce di speranza. Poi c’e la serie degli autoritratti il più interessante è uno tutto azzurro  che ricorda Van Gogh, sperimentazione con le chine,  grande disegnatore e grafico di eccezione. Nella facoltà architettura incontra Aldo Loris (architetto razionalista organico napoletano) e Riccardo Dalisi architetto e design con il quale per tutta la vita avvia un (sodalizio umano e artistico) fautore come design della spontaneità progettuale, progettare immaginando, ci ha insegnato ad osare, a portare nella realtà concreta ciò che si sente dentro, ci consiglia di fare dei percorsi interiori, disegnare immersi nella natura, ad affidarci a concetti filosofici. Sperimenta tecniche diverse e percorre tante correnti artistiche, la sua mostra rappresenta un libro di storia dell’arte.

Il convegno continua con l’intervento della Dirigente scolastica dell’Istituto superiore per il turismo di Montesano S/M con i propri alunni presenti, approfondendo l’aspetto educativo e pedagogico dell’arte. L’importanza della spontaneità del gesto di educare al bello di un maestro come l’artista Rivieccio che ha donato alla scuola secondaria di I grado la sua arte del fare con la creazione di laboratori artistici anche fuori dalla scuola in contesti complessi. Maestro del corallo, incisore, fotografo, architetto e pittore. Ha fatto un percorso artistico nella storia dell’arte, per l’artista e’ stato un viaggio alla ricerca di se stesso con un grande coraggio. La manifestazione continua con la performance dei nipoti di Gennaro Ludovica Battista e Giulio Nocera nella corte esterna della Spezieria. Interviene la musicista Michela Coppola con la propria viola con pezzi di Bach e accompagna il poeta Mario Senatore nella lettura di due poesie composte dal poeta la prima dal titolo il Fascinoso viaggio e la seconda da me dedicata all’artista “Petalo di rosa”.

TERESA ROTELLA

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1 comment

  1. E’ stato un evento di alto profilo artistico, sociale e culturale, sapientemente organizzato e lodevolmente ospitato in Padula, nella sua meravigliosa Certosa.
    E’ stato un atto dovuto di riconoscenza all’Arte e alla memoria di un Campano di grande spessore umano, professionale e artistico.

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