di Elia Rinaldi
A Buonabitacolo, la comunità rende omaggio a Giuditta Marzaro, madre del parroco Don Antonio Garone, in occasione del suo centesimo compleanno.
Circondata dall’affetto dei suoi cari, ha festeggiato con la semplicità che da sempre la contraddistingue: una celebrazione intima e familiare, come da suo desiderio, senza clamori ma colma di significato.
Giuditta ha raggiunto il secolo di vita con una lucidità sorprendente, ancora autonoma nei gesti quotidiani e in ottima salute.
Non ha mai fatto mistero di seguire con rigore la Dieta Mediterranea e racconta con semplicità che, in tutta la sua vita, avrà preso un antibiotico al massimo due volte. A ottant’anni ha affrontato un tumore, superandolo con la stessa discrezione e forza con cui ha vissuto ogni passaggio importante della sua esistenza: senza traumi e senza clamori.
Nata a Sassano nel 1925, ma con radici venete, la famiglia era originaria di Padova, Giuditta è cresciuta nella semplicità della campagna. Ha lavorato la terra giorno dopo giorno, mentre il marito, Ciro Garone, era emigrato prima in Germania e poi in Svizzera per sostenere la famiglia. Come tante donne del Sud in quegli anni, si è fatta carico di tutto: la casa, i campi, l’educazione dei figli. È stata una madre presente e amorevole, seguendo da vicino gli studi di Maria Caterina e Antonio, oggi parroco di Buonabitacolo.
Ai festeggiamenti, oltre ai figli, hanno preso parte il genero Vito Trotta, noto professionista locale, e le due nipoti, Anna Antonella e Angela Giuditta, accompagnate dai rispettivi mariti. Nessuna festa sfarzosa, ma un pranzo condiviso, racconti di famiglia e un’atmosfera di affetto e riconoscenza.
Nel pomeriggio hanno voluto portare il proprio saluto anche il sindaco di Buonabitacolo, Giancarlo Guercio, e la consigliera comunale Gerardina Guerra, che hanno reso omaggio non solo a un traguardo anagrafico straordinario, ma a una donna che incarna la memoria viva di un’intera comunità.
