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Con-Tatto – Carlo VIII-Calderoli e Pier Capponi-De Luca: l’Autonomia differenziata dai salamelecchi alle minacce

Di Geppino Giuseppe D’Amico

Firenze 1494: il re di Francia Carlo VIII minaccia di far suonare le trombe di guerra e invadere Firenze. La città non si lascia intimidire al punto che il suo condottiero, Pier Capponi, risponde deciso: “Voi date fiato alle vostre trombe? Noi soneremo le nostre campane!”. Oggi si respira un’aria simile tra Calderoli-Carlo VIII e De Luca-Pier Capponi: “i salamelecchi” e i complimenti che si sono scambiati un mese fa a Napoli dopo l’incontro dedicato all’autonomia differenziata sono un ricordo ormai sbiadito. Il clima è peggiorato: il ministro leghista accusa di incapacità i politici del Sud; il governatore della Campania si sente tradito dal politico lumbard e replica minacciando una guerra politica durissima.

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Chi pensava che l’incontro di dicembre a Napoli tra Calderoli e De Luca, con ripetuti scambi di salamelecchi, sarebbe stato foriero di unità di intenti sul disegno di legge per l’autonomia differenziata dovrà ricredersi. La proposta di Calderoli non piace al Sud. Lo hanno confermato la settimana scorsa il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, e le organizzazioni sindacali dei medici e dei veterinari. Nei giorni scorsi lo hanno ribadito i sindaci della Campania aderenti all’ANCI e lo stesso De Luca.

Con un documento approvato all’unanimità, i sindaci chiedono unità di intenti alle Istituzioni meridionali ed ai suoi rappresentanti, compresi i parlamentari, “per sventare l’idea di un Paese diviso tra cittadini di serie A e di serie B”. Chiedono, inoltre, al ministro Calderoli “di rivedere gli assi portanti della sua bozza” e ai presidenti delle Regioni del Sud di aprire un confronto con il Governo che garantisca davvero il principio di eguaglianza tra i territori e assicuri l’unità nazionale, che non può essere un semplice sentimento, ma un principio che tenga insieme le comunità del Nord e del Sud per evitare il rischio di lasciare ancora più indietro il Mezzogiorno”. In questa azione di protesta i sindaci della Campania sono in linea con oltre 120 colleghi del Mezzogiorno appartenenti a diverse aree politiche, che hanno deciso di scrivere al presidente della Repubblica Sergio Mattarella per denunciare gli effetti distorsivi della bozza leghista.  “L’autonomia differenziata, proposta attraverso la bozza Calderoli -si legge nella nota dei sindaci campani- non piace perché cristallizza i divari tra Nord e Sud così come li conosciamo dalle tante classifiche sulla qualità della vita che ogni anno certificano lo scarto tra le diverse aree del Paese”. Dalle preoccupazioni dei sindaci alla dura presa di posizione di Vincenzo De Luca, che si è sentito beffato dall’ultima proposta che Calderoli ha presentato direttamente al Governo saltando i passaggi istituzionali previsti.

Per il Governatore della Campania “senza una linea unitaria non faranno nessun passo in avanti. L’obiettivo politico generale rimane per noi quello di evitare spaccature dell’Italia, in particolare rispetto a scuola e sanità”. De Luca contesta alcuni articoli della bozza Calderoli, ritenendo “inaccettabili i Lep definiti con decreti del presidente del Consiglio: vanno definiti da un organismo tecnico autorevole e competente. Inaccettabili sono anche l’articolo 4 che prevede l’ennesimo richiamo alla spesa storica e l’articolo 6 che prevede di finanziare funzioni tramite compartecipazione a contributi erariali maturati sul territorio regionale o riserve di aliquota”. Quindi, ribadisce: “Siamo pronti ad accettare la sfida dell’efficienza; tra l’altro, abbiamo proposto modifiche che si possono fare domani mattina in termini di efficienza e sburocratizzazione, ma saremo intransigenti e attestati su una trincea di battaglia politica esplicita e dura se qualcuno pensa di introdurre furbizie o di continuare a penalizzare il Sud». Il ministro Calderoli, poco prima, in tv, aveva attaccato: “Tutti coloro che avrebbero dovuto promuovere lo sviluppo del Mezzogiorno, ridurre la sperequazione, favorire la coesione, hanno fallito.  Quindi, oggi tacciano e lascino aperta la strada all’autonomiache si è posta l’obiettivo per la prima volta dopo 22 anni di definire i Livelli essenziali delle prestazioni, i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale”. Il passo indietro rispetto all’incontro di Napoli è servito. Del resto la settimana scorsa avevamo posto una domanda semplice: Ci si può fidare del leghista Calderoli che da quando è entrato in Parlamento non si è mai lasciato sfuggire l’occasione per attaccare il Meridione e i Meridionali?  La risposta è nelle sue ultime dichiarazioni. Intanto, all’azione di protesta dei sindaci della Campania fa da contraccolpo l’assordante silenzio dei parlamentari campani che sostengono il nuovo Governo. Un silenzio particolarmente rumoroso. Condividono un disegno di legge che, così come presentato da Calderoli, di certo non aiuta il Mezzogiorno?  Non dimentichiamo il richiamo del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che invita ad affrontare il tema delle differenze tra Nord e Sud, una delle più evidenti espressioni del sistema di diseguaglianze che affligge l’Italia. Sarebbe bello se i parlamentari della Campania ci dicessero almeno cosa pensano. Probabilmente, uno scatto di orgoglio gioverebbe alla causa.

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Direttore responsabile: Giuseppe Geppino D’Amico
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