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Con-Tatto (VIDEO) – Comunità del Parco, Sansone presidente ma… il PD si spacca e si fa male da solo

Di Giuseppe Geppino D’Amico

Ci sono frasi che più di altre colpiscono l’immaginario collettivo. Un esempio? La frase tratta dalla favola di Biancaneve quando la regina chiede: “Specchio, specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame?”. A volte è così anche in politica. Visto l’esito dell’elezione del Presidente della Comunità del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, potremmo dire: “Urna delle mie brame, chi è il più bravo del Parco Nazionale?”. L’urna ha indicato il Dem Stefano Sansone, sindaco di Ascea. Ancora una volta, però, il PD del territorio, pur essendo maggioranza, non è riuscito a compattarsi.

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Il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni è il secondo parco protetto più grande d’Italia. Si estende dalla costa tirrenica, con le aree marine protettedi “Santa Maria di Castellabate”, della“Costa degli Infreschi e della Masseta”,fino ai piedi dell’Appennino campano e lucano, e comprende le cime dei monti Alburni, Gelbison,Bulgheria, il monte Stella e ilmonte Cervati, lavetta più alta della Campania.  Gli organi istituzionali dell’Ente Parco sono: il Presidente (Giuseppe Coccorullo con la Giunta formata da Francesco Bellomo e Anna Gerardo); il Consiglio Direttivo (il vice presidente Carmelo Stanziola, Rosario Carone, Domenico D’Amato, Chiara Ianni, Luisa Maiuri e Costabile Spinelli) e la Comunità del Parco.  Ne fanno parte i Sindaci dei Comuni, i Presidenti delle Comunità Montane e quelli delle Regioni e Province interessate al territorio del Parco. La settimana scorsa la Comunità del Parco ha eletto presidente il sindaco di Ascea, Stefano Sansone. Candidato dal Partito Democratico, con 59 voti Sansone ha superato il suo avversario, Raffaele Mondelli, sindaco di Omignano, che ha raccolto 29 voti. Ai voti validamente espressi vanno aggiunte tre schede bianche e una nulla. Sansone succede al sindaco di Valle dell’Angelo, Salvatore Iannuzzi, in carica dal 2016, che ha rinunciato nonostante i ripetuti inviti ricevuti.

Il risultato dell’assemblea non è stato indolore anche perché, in politica, chi vince vuole spesso stravincere e si lascia andare a dichiarazioni a volte inopportune. È il caso del segretario provinciale del Pd, Enzo Luciano, che ha così commentato il risultato: “Come gli allocchi, alcuni sindaci pensavano di avere i numeri”. Poiché allocco è sinonimo di ingenuo (per non dire stupido), applicando la vecchia regola della proprietà transitiva (Se A è uguale a B, e B è uguale a C, anche A è uguale a C), considerando che i sindaci da lui definiti “allocchi” rappresentano migliaia di cittadini, in molti si sono chiesti: “Non è che, per Luciano, se sono allocchi i sindaci, sono tali anche i cittadini del Parco?”.

Come era prevedibile, le parole del Segretario provinciale del PD hanno acceso il dibattito politico e scatenato reazioni sia all’interno che all’esterno del partito. Tra i primi a replicare il sindaco di Cuccaro Vetere, Simone Valiante,che ha definito l’affermazione di Luciano “offensiva per un territorio che non accetta passivamente scelte calate dall’alto”, ed ha poi aggiunto: “Luciano rispetti chi, per lui evidentemente in modo inusuale, ha una testa pensante, vive del proprio lavoro e non accetta il pensiero unico”. Va ricordato che lo stesso Valiante si era tirato fuori dalla candidatura che pure era stata ipotizzata, ritenendo “l’elezione del presidente della comunità del Parco l’occasione per riflettere sul futuro del territorio e sulla dignità di questa istituzione”. Evidentemente, così non è stato e si è arrivati alla conta che ha visto prevalere il sindaco di Ascea, Stefano Sansone, sul sindaco di Omignano, Raffaele Mondelli. Pur pronunciando parole di stima nei confronti del suo antagonista, Mondelli ha commentato le parole di Luciano: “Fossi nel segretario provinciale del Pd sarei più cauto in certe affermazioni. Il voto è il segnale di un disagio, una richiesta di autonomia, dignità e rispetto per i diversi territori”. Analizzando l’esito del voto appare evidente l’accordo tacito intercorso tra una parte del Pd e la Lega, che ha votato per Sansone. Sebbene non ufficiale, l’intesa c’è stata; ha consolidato i numeri necessari per eleggere il presidente Sansone e, al tempo stesso, ha consentito alla Lega di ottenere la vicepresidenza per Giuseppe Orlotti. L’accordo, però, non è piaciuto a tutti. In particolare, un autorevole esponente di Forza Italia, Nanni Marsicano, rivendicando vecchi accordi disattesi, ha attaccato duramente i Dem accusandoli di non essere uomini d’onore.

Anche, il coordinatore dell’area Cilento Nord di Fratelli d’Italia, Modesto Del Mastro, ha commentato negativamente l’atteggiamento del PD: “Il voto sia un monito: le scelte imposte dall’alto non sono più accettate da questo territorio”.  Giudizio positivo su Sansone è stato espresso dai Dem che lo hanno sostenuto e dal deputato Piero De Luca, arrivato a Vallo della Lucania per esprimergli pieno sostegno: “Sansone è un giovane amministratore competente e dialogante. Sono certo che saprà rilanciare il ruolo del Parco come volano di sviluppo per un’area straordinaria”.

Un fatto è certo: l’elezione di Sansone ha evidenziato la spaccatura all’interno del PD e l’esistenza di segnali di malcontento. Luciano poi ci ha messo del suo. Del resto, non è la prima volta che il PD non riesce a trovare un accordo al suo interno per una scelta unitaria.  In compenso, riesce a farsi male da solo. Sono lontani i tempi in cui, era il 1952, il grande Totò proponeva questo commento: “E poi dice che uno si butta a …Sinistra!”. Parafrasando il principe della risata del film “Totò e i re di Roma”, 70 anni dopo si può tranquillamente affermare: “E poi dice che uno si butta a …Destra!”.

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Direttore responsabile: Giuseppe Geppino D’Amico
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