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Con-Tatto – Nel Vallo di Diano funziona così: “I’ p’ me, Tu p’ Te”! Ma… “pecché tanta ammuina”?!

Di Giuseppe Geppino D’Amico

“I’ p’ me, Tu p’ Te” non è soltanto il titolo della canzone del giovane rapper napoletano Geolier che tanto successo ha avuto e tante polemiche ha suscitato al recente festival di Sanremo. Somiglia tanto al modus operandi dei politici di casa nostra che troppo spesso non vanno d’accordo su nulla o quasi; anzi, il motto che amano maggiormente è: “Ognuno per sé, Dio per tutti” e “Se una cosa non la faccio io non è buona per cui è meglio non farla”. Quindi, ritornando al titolo della canzone di Geolier possiamo chiederci: I’ p’ me, Tu p’ Te! Aggiungendo, Ma pecché tanta ammuina?

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Nel Vallo di Diano le divisioni e il campanilismo sono un vizio atavico e rallentano la crescita del territorio. È una storia antica di cui vogliamo ripercorrere solo alcune tappe partendo dall’ultimo episodio in ordine di tempo ben sapendo che, forse, mentre vi parliamo potrebbe già essere diventato il penultimo. Chi pensava che il passaggio dell’Alta Velocità e le azioni conseguenti (localizzazione della stazione, etc) potesse trovare tutti d’accordo deve ricredersi. Del resto non è la prima volta che il Vallo di Diano si presenta diviso ai grandi appuntamenti.  

La vicenda è nota: quando i tecnici di RFI hanno illustrato a Sant’Arsenio e a Padula il progetto hanno spiegato nei minimi particolari i motivi della localizzazione della nuova stazione nel territorio di Padula. Sembravano tutti d’accordo: qualsiasi posto va bene purché il Vallo di Diano abbia la stazione. Pochi giorni dopo sono iniziati distinguo e mal di pancia: “Sarebbe meglio -questo il concetto più volte espresso- localizzare la stazione tra Atena Lucana e Sala Consilina”.

Una prima richiesta di cambiamento a Sala Consilina è stata presentata da un esponente di Forza Italia al sottosegretario ai Trasporti, il napoletano Tullio Ferrante (anch’egli Forzista), nel corso di un suo tour stradale nel Cilento e ferroviario nel Vallo di Diano. La risposta? Un laconico “Vedremo, se è possibile”!  Successivamente le richieste di cambiamento sono aumentate. Nei giorni scorsi un comunicato dell’on.le Pino Bicchielli, salernitano di origine ma da decenni residente a Roma, eletto nel nostro collegio per “Noi Moderati” (raggruppamento di centrodestra) ha annunciato di avere presentato una interrogazione al ministro dei Trasporti per perorare lo spostamento della stazione da Padula a Sala Consilina. Lo ha fatto su sollecitazione dei “suoi” Moderati di Sala Consilina che, evidentemente, non potevano starsene a guardare rispetto alla richiesta avanzata dai cugini di Forza Italia.  Nei confronti di Bicchielli, però, i social sono stati impietosi: il più generoso ha affermato che il tutto è avvenuto perché a Sala Consilina il 9 giugno si vota per il rinnovo del consiglio comunale per cui è in atto un derby tra i partiti del centrodestra. C’è chi ha scritto che il neo parlamentare non conosce il Vallo di Diano dove è stato paracadutato da Roma; un altro ha sostenuto che “Un’opportunità così importante ed anche insperata per il nostro territorio non può essere svilita da una visione miope”. E ancora: “Sono solo ca…te elettorali che non hanno nessun peso. Rispondono a una logica fallimentare di gente che pensa di cambiare le cose con una banalissima interrogazione parlamentare”. 

Densa di ironia la lettera pubblicata sulla pagina facebook de “La Supposta” con la quale una fantomatica RFI comunica, in modo ironico, ai Moderati salesi che la stazione sarà spostata a Sala Consilina e, in nome della rivendicata centralità, sarà posizionata “Annanzi a d’o’ Cioffi”.

Questo accade oggi. In passato, però, non è che le cose andassero meglio. L’elenco delle divergenti vedute tra i politici del Vallo di Diano è abbastanza lungo per cui ne ricordiamo solo alcuni.  Quelli della mia generazione ricordano certamente il dibattito negli anni ’70 quando si trattò di scegliere la sede della neonata Comunità Montana: Sala Consilina la richiedeva per la sua centralità geografica rispetto a Padula che, a sua volta, la rivendicava per motivi storici e culturali per la presenza nel proprio territorio della Certosa di San Lorenzo, considerata l’agorà del Vallo di Diano. La scelta cadde su Padula ma polemiche mugugni durarono per parecchio tempo.

Stesso copione nel 1981 quando furono istituite in Campania le Unità Sanitarie Locali: rispetto ad altre candidature fu scelta Polla perché sede dell’ospedale Luigi Curto. Sede che, probabilmente, non fu adeguatamente difesa nel 1995 quando con la successiva riforma quale sede della ASL SA/3 fu scelta Vallo della Lucania.

Tardiva, pure se unitaria, fu anche la protesta in occasione della legge di riforma delle circoscrizioni giudiziarie che portò alla chiusura del tribunale di Sala Consilina. Chissà come sarebbe finita se la mobilitazione fosse stata avviata prima!

Se tutto questo spiega il titolo del commento di questa settimana (I’ p’ me, Tu p’ Te!)è lecito chiedersi “pecché”? Possibile che non si possa convergere in modo unanime sui grandi temi che interessano il Vallo di Diano? Qual è, allora, la conclusione di fronte alla disomogeneità politico-amministrativa del nostro territorio? È molto semplice:tutto ci riporta all’art. 27 della marineria borbonica. “Facite ammuina”. Si tratta di un presunto comando contenuto in un inesistente Regolamento da impiegare a bordo dei legni e dei bastimenti della Real Marina del Regno delle Due Sicilie, da usare in occasione di improvvise visite a bordo delle Alte Autorità del Regno. Ribadito che è un falso storico, vogliamo ricordarlo in virtù della sua straordinaria attualità:

“All’ordine Facite Ammuina: tutti chilli che stanno a prora vann’ a poppa
e chilli che stann’ a poppa vann’ a prora;
chilli che stann’ a dritta vann’ a sinistra
e chilli che stanno a sinistra vann’ a dritta;
tutti chilli che stanno abbascio vann’ ncoppa
e chilli che stanno ncoppa vann’ bascio
passann’ tutti p’o stesso pertuso:
chi nun tene nient’ a ffà, s’ aremeni a ‘cca e a ‘ll à”.

L’anno della presunta emanazione dell’art. 27? Napoli 1821; eppure “Facite ammuina” sembra sia stato scritto proprio nel Vallo di Diano!!!

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