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2 Giugno: la storia dimenticata delle Madri Costituenti

di ROSA MEGA

2 giugno 1946: gli Italiani chiamati al voto dopo la fine della seconda guerra mondiale scelgono la Repubblica. La scelgono anche le Italiane chiamate per la prima volta a votare in quelle storiche elezioni in cui vengono eletti anche i deputati dell’Assemblea Costituente, con il compito di redigere la carta costituzionale.

La grafica celebrativa del 2 giugno 2023 FESTA DELLA REPUBBLICA pubblicata dalla FARNESINA

Non si può celebrare il 2 giugno, infatti, senza ricordare la Costituzione Italiana: un bellissimo risveglio dopo il ventennio fascista, un ordinamento che era ed è oggi più che mai all’avanguardia. Nei lavori dell’assemblea costituente che diedero poi linfa e vita alla nostra Costituzione, c’è un pezzo di storia spesso dimenticato, sottaciuto e rimasto nel cassetto per molto tempo giacché si parla sempre dei padri costituenti e quasi mai delle madri costituenti, 21 straordinarie donne che parteciparono alla ricostruzione della società con fierezza e con la volontà di dare valore e dignità alla persona umana.

Indomite e fiere, avevano combattuto contro il fascismo, cominciando a scardinare con il pensiero e l’azione quell’idea che per secoli aveva considerato le donne solo come angeli del focolare. Capaci di far sentire forte la loro voce in mezzo a 535 colleghi uomini, di cesellare in tanti articoli anche il valore di singoli aggettivi volti ad includere tutte le categorie con la consapevolezza che non ha senso proclamare diritti se non si è in grado di goderne effettivamente.

Ventuno donne diverse tra loro per provenienza politica e formazione culturale che, guardandosi semplicemente negli occhi ancora provati dagli orrori della guerra, riuscirono a trovare la quadra e ad intendersi perfettamente riuscendo a fare sintesi. In un racconto storico che spesso le ha dimenticate ne ricordiamo oggi l’alto valore e l’incessante impegno in un’epoca, la loro, ancora fortemente patriarcale che stentava a riconoscere e a far decollare le istanze femminili.

Alcune come Nilde Iotti, Tina Merlin, Teresa Noce continuarono il loro impegno politico anche dopo ma tutte furono accomunate dalla fierezza e dall’orgoglio di poter prendere parte ai lavori della Costituente.

Fra i diversi nomi molto intensa e particolare fu la storia di Teresa Mattei, la più giovane delle madri costituenti eletta nell’assemblea a soli 25 anni, colei che ha ispirato l’articolo 3 forse il più bello della nostra Costituzione: a lei, infatti, si deve l’idea che lo Stato dovesse rimuovere gli ostacoli che limitano la libertà e l’uguaglianza dei cittadini. Una storia la sua segnata dall’orrore delle leggi razziali che a soli 17 anni contestò in classe: atto che le costò l’espulsione da tutte le scuole del regno. Grazie all’intervento di Piero Calamandrei Teresa riuscì a diplomarsi e anche a laurearsi in filosofia nel 1944.

Prese parte attiva alla Resistenza, fu arrestata, seviziata e violentata dai nazisti ma continuò a lottare per la libertà e per i diritti. Anche in parlamento Teresa Mattei si battè sempre per i più deboli chiedendo per la prima volta in modo forte l’ingresso delle donne in magistratura.

Le 21 madri costituenti riuscirono dunque a superare divisioni e colori politici, a lottare con una sola voce, partecipando alla ricostruzione del nostro Paese e contribuendo a forgiare una nuova società democratica.

Ricordarle il 2 giugno è quanto mai doveroso e, nel 75° anniversario della nostra Costituzione, è un atto che riconosce l’importante contributo da esse dato alla storia della nostra Repubblica.

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