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Polla, successo per “Silère” il libro di Raffaele Cammardella

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Presentato sabato scorso a Polla presso l’Auditorium “Rocco Giuliano” dell’Istituto Comprensivo il libro di Raffaele Cammardella “Silére”(Il Saggio Edizioni). Il programma ha avuto inizio con i saluti di Massimo Loviso (Sindaco di Polla); Antonio Pagliarulo (Vice Presidente della Comunità Montana Vallo di Diano) e Giuseppe Barra (Editore).

A seguire gli interventi di Beniamino Curcio (Presidente del Consorzio di Bonifica vallo di Diano e Tanagro); Giuseppe D’Amico (Giornalista); Giuseppe Manzione (Preside Emerito negli Istituti Superiori); Corrado Matera e Tommaso Pellegrino (Consiglieri Regionali).

Non è mancato un intermezzo musicale tipicamente natalizio affidato a Carmine Sabbatella (ciaramella) e al suo compagno Peppe da Buccino (zampogna).

CARMINE SABBATELLA e PEPPE da Buccino
zampognari

Silére” in lingua latina, significa “silenzio” e racchiude in sé il suono sottile del vento che attraversa i campi di grano. Questo termine, ovviamente, ha un valore metaforico. Il grano, una pianta che l’uomo ha addomesticato nel corso dei secoli, è stato plasmato, alterato, persino deturpato dalle trasformazioni a cui è stato sottoposto. Eppure, nonostante tutto, il grano rimane lì, resiliente, pronto a offrire i suoi frutti essenziali per la vita.

Le motivazioni che hanno spinto Raffaele Cammardella, agronomo di professione, alla scrittura di questo libro sono molteplici, e tutte scaturiscono da argomenti che hanno per protagonista il grano da cui scaturisce il pane, prezioso alimento che ha nutrito l’uomo fin dalle sue origini.

RAFFAELE CAMMARDELLA
agronomo, autore del libro “Silére

Silére vuole essere un monito per tutti coloro che cercano di confondere il consumatore, in particolare per quel marketing spietato che, troppo spesso, antepone i propri profitti agli interessi e al benessere delle persone. Nonostante il grande pubblico sia ormai abituato a fare propri alcuni termini non sempre pienamente compresi, come ad esempio parole straniere, negli ultimi anni si è assistito all’affermazione di termini e acronimi nel linguaggio comune che richiederebbero, per essere pienamente compresi, una conoscenza tecnica e scientifica specifica. Biotecnologie, ingegneria genetica, biodiversità, OGM, organismi transgenici, cibi gluten-free, intolleranza al glutine, celiachia, e molti altri, sono ormai entrati nell’uso quotidiano. Questi termini sono un chiaro esempio di come il linguaggio comune sia influenzato dal contesto di sviluppo della società. Tuttavia, è frequente che vengano usati in modo improprio, spesso senza una piena comprensione del loro significato reale”.

Aprendo il dibattito il giornalista Giuseppe D’Amico ha ricordato che “Non sono molte nel Vallo di Diano le ricerche sull’agricoltura e, in particolare, sul grano. Sull’agricoltura in generale c’è un volume scritto a più mani e pubblicato dal Centro Studi e Ricerche del Vallo di Diano nel 1981; ci sono poi alcuni saggi di Giovanni Musella e Pietro Tino, inseriti nel terzo volume della “Storia del Vallo di Diano” edita da Pietro Laveglia. E questo è già un motivo importante per prestare la dovuta attenzione al libro che Raffaele Cammardella ha dedicato alla coltivazione del grano, un prezioso prodotto della terra di origini antichissime. La ricerca è frutto di un supporto professionale serio ed efficace, concreto e credibile”.

Dagli interventi dei relatori sono emersi spunti diversi ma importanti al tempo stesso. Della filiera cerealicola del nostro territorio ha parlato Antonio Pagliarulo il quale ha evidenziato un dato molto importante: “Sono numerosi gli imprenditori che stanno investendo su questo antico prodotto della terra”. Per Beniamino Curcio quello di Cammardella “è un libro scritto con grande passione e sapienza. Un lavoro encomiabile perché il grano merita attenzione per la sua storia e per quello che ha rappresentato e rappresenta”.

MASSIMO LOVISO
sindaco di Polla (SA)

Nel suo intervento Giuseppe Manzione ha posto l’attenzione sulla introduzione e sull’ultimo capitolo che “sembrano essere stati creati per fondersi armoniosamente: il primo lo scopo verro del testo; il secondo, i ricordi delle persone care, gli amici che lo hanno aiutato, la storia del suo paese che sorge nella Vallata Dianese, le due guerre mondiali fino ad oggi. Sentito il ricorso del pane fatto in casa con le sue varietà, la trebbiatura, i primi mulini, la classificazione delle farine. Di conseguenza il ricorso del passato è sempre presente, perché vuole testimoniare il proprio amore verso il tempo che fu ma che non si può mai dimenticare”.

Per Corrado Matera “il Vallo di Diano ha sempre avuto una grande tradizione agricola e tutto quello che abbiamo viene dal passato quando la lavorazione del grano e la pisatura consentivano alla gente di ritrovare il valore di comunità e dello stare insieme. L’agricoltura inquadra la storia del territorio mettendo in evidenza l’importanza del grano”. Corrado Matera ha poi ricordato alcune iniziative assunte dalla Giunta Regionale nel periodo della precedente Giunta Regionale guidata sempre da Vincenzo De Luca in cui è stato Assessore. In particolare, ha evidenziato “l’importanza della strategia delle aree interne che individuò il Vallo di Diano come territorio pilota”.

Da parte sua Tommaso Pellegrino, dopo avere espresso una valutazione molto positiva sul libro ha affermato: “In questo libro c’è la storia delle tradizioni contadine. Siamo una generazione che ha vissuto i momenti tracciati di un libro che è un atto d’amore dell’autore nei confronti del territorio. Ricorda la storia delle tradizioni contadine. Il protagonista del libro è il grano ma anche la biodiversità. Cancellare la biodiversità significa cancellare la nostra storia. Una alimentazione ricca di fibre è alla base della nostra salute”.

Se è vero che il grano ha avuto ed ha una grande importanza nella nostra alimentazione è altrettanto vero che per produrlo occorrono un grosso lavoro e tanti sacrifici. Lo sapeva bene il religioso francese Charles De Focauld (nato nel 1858 a Strasburgo e ucciso il 1° dicembre 1916 a Tamanrasset, in Algeria), beatificato da papa Benedetto XVI ed elevato alla gloria degli altari da papa Francesco il 15 maggio 2022: “Il pane -scriveva il religioso-richiede lavoro e sacrifici. Quando ci si rende conto di persona di quanta fatica ci voglia per produrlo, si dà il giusto valore a un pezzo di pane!”

RAFFAELE CAMMARDELLA
firmacopie alla presentazione del libro “Silére
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