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Le Edizioni dell’Ippogrifo alla Fiera del libro di Francoforte con il romanzo “Pasqua senza Papa” di Raffele Aufiero

Di Giuseppe Geppino D’Amico

La commissione istituita presso la Fondazione Campania dei Festival ha scelto il romanzo di Raffaele Aufiero, “Pasqua senza Papa” per proporlo (Edizioni dell’Ippogrifo) tra i libri degli editori della Campania, che saranno presenti per la Sezione Editori Stranieri alla Fiera del Libro di Francoforte che si terrà nella città tedesca dal 18 al 22 ottobre prossimi.

La notizia acquista maggiore rilievo se si considera che la kermesse richiama oltre 250.000 persone e quest’anno l’Italia sarà l’ospite d’onore della rassegna che quest’anno è giunta alla 75esima edizione. Nel titolo del romanzo si può leggere questo parallelismo; oltre a darci una coordinata temporale, quindi l’imminente Pasqua e l’anno 1849, è anche una spia del tema provocatorio che viene alla luce dal romanzo, quello dei figli naturali mai riconosciuti dal padre, quasi sempre un potente. Ed è questo il filo conduttore della vicenda. “Pasqua senza Papa” è un romanzo storico, montato scena dopo scena con uno stile cinematografico perfetto per un adattamento e riconferma la maestria dell’autore nel coniugare finzione e realtà storica documentata. Il romanzo di Raffaele Aufiero narra la storia di un bambino rapito e sulla relativa la richiesta di riscatto a cui fanno seguito un mancato accordo sulla liberazione dello stesso, una missione pericolosa e un “risolvitore”. L’ambiente è quello della Roma del 1849, anno della Repubblica Romana che, da poco costituita, è già in crisi: in città i “papalini” invocano il ritorno del papa Pio IX, esule a Gaeta, ospite del re di Napoli Ferinando II di Borbone; dalla Francia è in viaggio un esercito al comando del generale Oudinot per liberare lo stato pontificio. I Repubblicani al potere ordiscono un maldestro piano per “distrarre” l’attenzione del generale francese. Ma il piano fallisce, le sorti della Repubblica sono sempre più incerte e il destino del piccolo rapito, in mano ad una banda di briganti nel basso Lazio, ancora più compromesso.Alcuni fedelissimi di Pio IX (il cardinale Antonelli, il principe Alessandro Torlonia e Michelangelo Caetani, già collaboratori del Papa Re in affari di stato e di polizia) incaricano della liberazione del piccolo, che si rivelerà essere figlio di Oudinot, tale Jan Thadeus Mniszech, molto ascoltato in curia,  addestrato al contrasto del brigantaggio e conoscitore dell’ostile territorio situato tra la Ciociaria e la Terra di Lavoro perché in passato comandante di una guarnigione del Corpo dei Carabinieri Pontifici a Ferentino ma personaggio sfuggente, enigmatico e della cui genitura paterna si rimarrà incerti per tutta la lettura del racconto in una continua curiosa morbosità.Come in altri precedenti romanzi, l’Autore offre un racconto ucronico in quanto riesce a creare avventure in cui personaggi reali interagiscono con creature immaginarie per alimentare storie che riescono a catturare l’attenzione del lettore. A parte il generale Oudinot, tra i personaggio realmente vissuti merita di essere ricordato il brigante Chiavone, al secolo Luigi Alonzi, che fu un fedelissimo dei re Borbone che operò con azioni di brigantaggio e guerriglia contro le truppe del Regio Esercito Italiano e, in particolare, proprio nella zona tra Sora e Terra di Lavoro dove il romanzo di Aufiero è ambientato. Chiavone lottò fino alla fine per tentare di riportare sul trono di Napoli Francesco II di Borbone che dopo la battaglia di Gaeta aveva trovato ospitalità a Roma presso il Papa che aveva ricambiato. Chiavone fu ucciso nel giugno del 1862 a Trisulti. Un romanzo da leggere.

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Raffaele Aufiero, poeta, commediografo e critico letterario, è nato a Pagani, in provincia di Salerno, dove è vissuto fino all’età di 24 anni e dove è stato libraio, prima di trasferirsi a Roma. Ha studiato a Napoli presso l’Università Federico II ed ha conseguito la laurea in Filosofia con una tesi su “Piero Gobetti critico teatrale”. Dal 1977 vive a Roma dove si occupa attivamente di editoria svolgendo mansioni di direttore di collana, coordinatore editoriale ed editor. Inoltre, è autore teatrale e membro del Direttivo del Sindacato Nazionale Autori Drammatici e giornalista culturale, settore nel quale fu avviato da Ruggero Jacobbi che, nel 1979, lo chiamò alla redazione di “Ridotto”. Ha collaborato con la RAI, curando dei servizi culturali per l’estero, e, per otto anni, con l’Enciclopedia Curcio per l’aggiornamento della voce “teatro”. 

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