Di Giuseppe Geppino D’Amico
La vicenda del Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, con la “mancata consulente per i grandi eventi”, Maria Rosaria Boccia, sta tenendo banco in Italia e all’estero da oltre una settimana. Naturalmente, l’interesse è aumentato a seguito delle dimissioni (non è dato sapere se sono state presentate in modo spontaneo oppure “spintaneo”). Le dimissioni del ministro sono state variamente commentate anche nel Vallo di Diano, dove in molti ricordano la visita che nel maggio scorso, in piena campagna elettorale per le Europee, il Ministro fece nel Vallo di Diano prima fermandosi presso la Certosa di Padula insieme al direttore generale dei Musei, Massimo Osanna, e poi partecipando ad una riunione di partito a Sala Consilina. Alla luce delle tante polemiche che hanno investito il ministro sono in molti a chiedersi se la “consulente mancata” fosse presente anche a Padula. Difficile dirlo anche perché nelle foto della visita in Certosa la “dama bionda” non figura, a meno che non siano state cancellate a seguito del polverone mediatico.
All’epoca, quelli che sembrarono importanti per l’intero Vallo di Diano furono i due impegni assunti dal Ministro nel corso dell’incontro avuto con gli amministratori del Vallo nella sala del refettorio. In primis annunciò che la Certosa avrebbe avuto l’autonomia speciale. “In questo modo -affermò- il titolare del Dicastero della Cultura – la Certosa potrà diventare un grande polo museale autonomo. Con questa decisione si risolverà anche il problema della carenza di personale. Un museo autonomo può attrarre l’Art bonus, che consente un credito di imposta, pari al 65% dell’importo donato, a chi effettua erogazioni liberali a sostegno del patrimonio culturale pubblico, grazie al quale si possono avere più risorse per risolvere anche queste problematiche”.
Inoltre, assicurò che la scala in ferro appoggiata sul muro esterno della Certosa che tanto ha fatto discutere, definita un obbrobrio anche da Massimo Osanna, sarebbe stata rimossa entro l’autunno. Assicurò, inoltre, che sarebbe tornato a verificare di persona la rimozione. “Altrimenti -concluse rivolgendosi a Massimo Osanna– la rimuoveremo noi due”. Particolarmente soddisfatto per gli impegni assunti dal ministro fu il presidente dell’Osservatorio Europeo di Arco Latino, Angelo Paladino, che più di tutti si è battuto per la rimozione della scala: “La notizia della rimozione della scala di ferro e dell’autonomia della Certosa rappresentano due fattori importanti per il rilancio di questo monumento”.
Ci sarà qualcuno che potrà (o vorrà) mantenere gli impegni di maggio? Difficile dirlo.