
Si parlerà della condizione della donna venerdì 12 luglio (ore 18,30) nella Villa Comunale di Lauria (Rione Superiore). L’occasione è data dal libro “Storie di donne senza storia” di Giuseppe D’Amico che, nell’occasione, dialogherà con Antonella Viceconti, Presidente Regionale CIF Basilicata. Il programma prevede i saluti di Gianni Pittella (Sindaco di Lauria) e l’introduzione di Rosanna Lamboglia (Presidente Fidapa BPW Italy – Sezione Lagonegrese). L’evento culturale è organizzato dalla Fidapa in collaborazione con il Centro Studi e Ricerche del Vallo di Diano-Pietro Laveglia e si avvale del patrocinio del Comune di Lauria e della locale Pro Loco. Il libro ripercorre la storia e l’importante ruolo svolto dalle donne dal Medioevo ai giorni nostri, evidenziando il ruolo di donne, di primo piano e non, che si sono succedute nel corso dei secoli, vicende di cui non c’è traccia nei testi di storia.


“Al di fuori delle più rigide coordinate della storiografia sull’emancipazionismo femminile -si legge nella prefazione di Donatella Cherubini, docente di storia del Giornalismo presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Siena, il volume testimonia piuttosto la ricchezza di una identità comunitaria, del rapporto di genere al suo interno e della sua trasmissione orale e scritta, quale si è stratificata nel tempo. Con la storia di donne sena storia, Geppino D’Amico ha saputo scavare tra memoria e documenti trasmettendoci un insieme di testimonianze storiche antropologiche e linguistiche alquanto variegato e vivace, altrimenti destinato a scomparire”.

In un rapido excursus vengono ricordati i “patti matrimoniali” che fino al secolo scorso venivano stipulati davanti ad un notaio per stabilire la dote della donna. Molto spazio è stato riservato alla stregoneria (un solo caso ufficiale: quello di Angelella di Laurino processata agli inizi del ‘600 prima a Sala e poi a Diano), alla religiosità (il pellegrinaggio al Montesacro di Novi Velia dove toccava ad una ragazza estratta a sorte portare in testa la centa, retaggio dei tempi greco-romani, perché la centa era il marchio della verginità della ragazza e donava benefici a tutta la compagnia). Nella terza parte del libro vengono ripercorse le tappe che hanno portato all’emancipazione tra cui la conquista dell’elettorato attivo e passivo, la parità uomo-donna nel lavoro, il divieto di ogni discriminazione sul sesso, la patria potestà estesa ad entrambi i genitori e la possibilità per i figli legittimi di assumere il cognome della madre se entrambi i genitori sono d’accordo. Conquiste importanti che hanno cambiato la società, anche se l’impegno continua.