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Con-Tatto – Il Mistero del Liceo del Made in Italy: ultim’ora, attivato anche in Campania

Di Giuseppe Geppino D’Amico

ULTIM’ORA – A seguito di un incontro tra Regione Campania e Ministero dell’Istruzione, la Regione ha autorizzato l’Attivazione del Percorso liceale del Made in Italy. Tra i Licei salernitani che hanno richiesto l’attivazione c’è il Pomponio Leto di Teggiano. Seguono aggiornamenti. La puntata odierna di Con-Tatto è stata registrata prima che la Ragione Campania concedesse l’autorizzazione.

Sulla piattaforma unica del Ministero dell’Istruzione sono aperte, fino al 10 febbraio, le iscrizioni per il prossimo anno scolastico al nuovo Liceo del “made in Italy”, il nuovo indirizzo di studi è previsto dalla legge 27 dicembre 2023, n. 206. A giudizio dei proponenti, consentirebbe di approfondire lo studio dell’economia e del diritto, dedicando attenzione anche alle scienze matematiche, fisiche e naturali e all’analisi degli scenari storici, geografici, artistici e culturali che sono alla base del tessuto produttivo del nostro Paese.

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Alle scuole superiori quest’anno ci sono due novità: il liceo del Made in Italy e la riduzione sperimentale da 5 a 4 anni dei percorsi degli istituti tecnici e professionali. Entrambe stanno faticando a imporsi. Il nuovo ordinamento scolastico approvato con il decreto legislativo 226 del 2005 prevede 6 tipi di liceo: a quelli storici (classico e scientifico) ne sono stati aggiunti altri: linguistico, artistico, economico, tecnologico, scienze umane e musicale-coreutico. Con il nuovo “Liceo del Made in Italy” il governo centrale punta a promuovere l’acquisizione da parte degli studenti di competenze imprenditoriali idonee alla valorizzazione degli specifici settori produttivi del Made in Italy, con l’obiettivo di migliorare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro.

Dei 92 nuovi licei in partenza nel Mezzogiorno d’Italia dal prossimo anno scolastico ce ne saranno 17 in Sicilia, 9 in Puglia, 8 in Calabria. Nessuno in Campania in quanto la Regione ha negato l’autorizzazione alle 22 scuole che ne avevano fatto richiesta (8 tra Napoli e provincia, 6 nel Casertano, 4 nel Salernitano, 2 in Irpinia e 2 nel Sannio). Nel biennio del nuovo liceo raddoppiano le ore di diritto ed economia, a scapito delle scienze umane, e si insegnerà la storia dell’arte, con meno ore dedicate alle lingue straniere. Il tutto a parità di insegnanti e senza nuovi oneri per la finanza pubblica. Entro l’11 aprile il ministero dell’istruzione dovrebbe definire gli orari degli insegnamenti previsti nei cinque anni. L’annuncio del nuovo indirizzo scolastico fu dato dalla Meloni, su suggerimento del ministro Adolfo Urso, il 3 aprile dello scorso anno a Verona durante Vinitaly e colse di sorpresa il Ministero dell’Istruzione, che solo il 27 dicembre 2023 è riuscito a far approvare il provvedimento al punto che i detrattori del provvedimento parlano di effetto mediatico senza una verifica delle effettive esigenze delle famiglie e degli alunni.

I motivi del “niet” della Regione Campania li ha spiegati l’assessore alla scuola, Lucia Fortini: “Ad oggi sappiamo solo quali sono le materie del biennio, ma non si conoscono quelle del triennio. Non si capisce come abbiano fatto le altre Regioni ad autorizzare la partenza al buio di questi licei”. Precisato che quello posto in essere dalla Regione non è un veto ideologico, la Fortini sostiene che “più che di un “caso Campania si debba parlare di un caso Italia. Considerato che quest’anno non ci sono le materie, se ne riparlerà l’anno prossimo anche perché le iscrizioni si chiudono il 10 febbraio: i tempi sembrano assurdi”. La Fortini ha incontrato i capi di gabinetto dei due ministeri (Made in Italy e Istruzione): l’obiettivo dei funzionari ministeriali è quello di capire se tra i 22 istituti campani che hanno richiesto l’attivazione del nuovo orientamento ve ne sia qualcuno particolarmente motivato, affinché già dal prossimo anno anche la Campania possa avere qualche liceo del made in Italy. Evidentemente ci tengono molto, nonostante non si sappia quali saranno le materie che verranno insegnate”.

Per Lucia Fortini “sarebbe meglio potenziare gli istituti professionali, quali l’agroalimentare, la moda e tutti quei settori per i quali un istituto professionale rafforzato potrebbe davvero avvicinare i ragazzi al mondo del lavoro, a differenza del liceo che normalmente viene scelto da chi non intende iniziare immediatamente un percorso lavorativo”.  In questa protesta la Campania non è sola. A giudizio di diversi parlamentari di opposizione il ministro Valditara nel corso del question time al Senato non avrebbe chiarito il futuro dei licei economico-sociali che non hanno aderito al nuovo percorso del liceo ‘Made in Italy’. Futuro che non può rimanere oscuro. Per dovere di cronaca va ricordato che in tutto il Paese il “liceo del Made in Italy” è stato ignorato o respinto da oltre quattro quinti dei collegi docenti ed ha provocato la dura opposizione di buona parte dei sindacati con la Flc Cgil che, annunciando future mobilitazioni, invita le scuole ad “evitare l’istituzione del nuovo Liceo”. Inoltre, sul fatto che il nuovo orientamento scolastico non produrrà ulteriori oneri per la finanza pubblica ha espresso dubbi anche il Servizio Bilancio del Senato, scrivendo in un recente rapporto che servirebbero “elementi più specifici” per dimostrare l’assenza di nuovi costi. Quindi, da un lato “andrebbero considerati i fabbisogni relativi ai singoli insegnamenti alla luce delle differenze tra i due licei”; dall’altro lato, “con riferimento alle attività formative in lingua straniera, andrebbe confermata la disponibilità di docenti in grado di assicurare gli insegnamenti in lingua straniera e le possibilità di rimodulare eventualmente i contingenti disponibili in modo da poter realizzare quanto previsto”. Sull’argomento non è mancato qualche commento particolarmente arguto sull’asserita assenza di nuove spese in ricordo di un antico adagio meridionale: “Non si possono fare i matrimoni con i fichi secchi”, cioè senza i finanziamenti necessari.

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Direttore responsabile: Giuseppe Geppino D’Amico
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