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Scario, presentato il libro di Giuseppe Vita sulla “Questione settentrionale”: sotto i riflettori disparità e diseguaglianze nell’Italia che cambia

Di Giuseppe Geppino D’Amico

“La questione settentrionale: disparità e diseguaglianze nell’Italia che cambia” (Edizioni Kappa). Questo il titolo del libro (opera prima) di Giuseppe Vita presentato a Scario per iniziativa dell’Associazione “ATTIVAmente“, presieduta da Vincenzo Mega.

Nel libro l’autore percorre un viaggio breve ma intenso, che parte dalle disparità socio-economiche globali, sottolineando l’aumento della povertà e dei suoi numeri, passa per l’Europa, dove la situazione è molto simile e con chiare tendenze al peggioramento, per poi fermarsi nel nostro “Belpaese”.  

Originario di Santa Marina, lauree in Economia aziendale e in Scienze Economiche, appassionato di politica (dal 2017 è Segretario del Circolo PD Santa Marina-Policastro Bussentino), l’autore aggiunge all’atavico problema della “Questione Meridionale” e alla tradizionale dicotomia Nord-Sud la cosiddetta “Questione Settentrionale”.

Ne è scaturita una discussione a più voci che ha visto insieme politici di vario livello: il Sindaco di San Giovanni a Piro , Ferdinando Palazzo, il Vicesindaco e consigliere provinciale Pasquale Sorrentino; il Presidente della Comunità Montana Bussento – Lambro e Mingardo, Vincenzo Speranza; l’on.le Simone Valiante; il Presidente dell’Ente Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni Giuseppe Coccorullo; il prof. di Statistica all’Università “La Sapienza” Luca Salvati; l’ex parlamentare europeo Dario Tamburrano ed il presidente Istat – Istituto Nazionale di Statistica, Francesco Maria Chelli. Ha coordinato gli interventi la giornalista di 105 TV, Daria Scarpitta.

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Presentazione a Scario del libro “Questione settentrionale” di Giuseppe Vita

Nel libro di Giuseppe Vita figurano i risultati dei suoi studi. Da decenni si parla di “Questione Meridionale” e poco o nulla è stato scritto sulla “Questione settentrionale” che, se pure rappresenta un aspetto meno conosciuto, oggi è ugualmente frenante per lo sviluppo dell’Italia intera.

Tra i meriti della riflessione di Vita c’è quello di spostare termini e territorialità della “Questione Meridionale” che non è più esclusivamente tale ma è anche “Settentrionale” per cui si può tranquillamente parlare di “Questione Nazionale”: Se poi consideriamo i problemi che il Parlamento Europeo non riesce a risolvere si può parlare addirittura di “Questione Europea”.

In merito ai problemi del nostro “belpaese” l’autore analizza con la necessaria acribia gli effetti post crisi, peggiorati dal Covid, che ha evidenziato le difficoltà del sistema industriale e della piccola e media impresa: “Si discute della mancanza di competitività del sistema produttivo, non adeguatamente supportato dall’azione politica, analizzando la forza dei distretti industriali, vero motore economico nazionale post ‘golden age’, e la loro difficoltà di adattamento alle sfide della globalizzazione. La classica dicotomia Nord-Sud sarà l’apertura al problema trattato: la Questione Settentrionale cos’è? Quali sono le problematiche, le cause e, di conseguenza, le soluzioni politiche proposte, troppo spesso inadeguate”.

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Libro “Questione settentrionale” di Giuseppe Vita

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La discussione, partendo da questioni tecniche ed economiche, si è dispiegata in vari aspetti, anche a carattere locale.  Dall’analisi del libro e dallo spessore degli interventi del convegno un dato emerge evidente: Giuseppe Vita offre un contributo rilevante all’analisi sullo sviluppo del territorio perché consente di riaprire la discussione sullo sviluppo, avanzando proposte più consapevoli e complete.

Tutti gli intervenuti hanno evidenziato il valore delle analisi proposte di Giuseppe Vita in termine di ricostruzione e di visione delle situazioni esistenti con puntuali riferimenti storici ma anche con approfondimenti importanti sui temi di attualità.

Dalle diseguaglianze economiche e sociali, alle diverse declinazioni, nella ricostruzione della questione meridionale e di quella che negli anni ‘90 di fronte alle sfide della globalizzazione abbiamo imparato a conoscere come questione settentrionale.

Non potevano mancare riferimenti alle differenze territoriali e produttive del Paese e, di conseguenza, al modello di federalismo proposto dal leghista Roberto Calderoli considerato dannoso per il Mezzogiorno e non solo per il Mezzogiorno: se dovesse diventare legge, aumenterebbe il divario nel Paese.

Al contrario, occorrono azioni politiche mirate a contrastare la drammatica “questione della denatalità” che incide su tutto il territorio nazionale e maggiormente nelle zone interne e più povere d’Italia a rischio spopolamento.

Su questo si è soffermato il prof. Francesco Maria Chelli presidente Istat – Istituto Nazionale di Statistica, che ha fornito dati elaborati appositamente per il convegno di Scario aggiungendo considerazioni importanti sullo spopolamento dei centri rurali e sull’andamento demografico nei paesi del Parco Nazionale del Cilento-Vallo di Diano-Alburni: nei prossimi venti anni ci sarà una diminuzione di oltre 20.000 abitanti che non sono pochi; nel 2041 la natalità scenderà di oltre 300 unità.

Questo perché ci sarà una maggiore attrazione dei giovani verso località che offrono condizioni di vita e di lavoro migliori con conseguente aumento della marginalità.

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Considerare il territorio come sistema sinergico dove differenti aspetti agiscono sulle condizioni socioeconomiche è il contributo rilevante del libro di Giuseppe Vita che consente di riaprire la discussione sullo sviluppo, avanzando proposte più consapevoli e complete.

Occorre guardare avanti cambiando prospettiva e adoperarsi al meglio di fronte a numeri che lasciano poco spazio all’immaginazione e segnano l’inefficacia delle politiche attuate finora. Di conseguenza, la domanda sorge spontanea: ci sarà qualcuno che avrà la capacità e la forza per farlo?

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