È morto oggi a Roma, all’età di 85 anni, il sociologo Domenico De Masi, Docente emerito di Sociologia del Lavoro all’Università Sapienza di Roma, dove è stato preside della facoltà di Scienze della comunicazione.

Nel 2008 era stato nominato anche presidente del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, incarico che lasciò a distanza di pochi mesi. A sceglierlo alla guida dell’ente fu l’allora ministro dell’Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio. Si mise subito al lavoro per stilare un programma quinquennale di interventi. Incontrò sindaci, imprenditori e associazioni. Ma dopo circa tre mesi lasciò l’incarico.
Come studioso, insegnante, ricercatore e consulente il suo interesse è stato rivolto alla sociologia del lavoro e delle organizzazioni. Ha elaborato un suo paradigma sociologico partendo dal pensiero di maestri come Tocqueville, Marx, Taylor, Bell, Gorz, Touraine, Heller, la Scuola di Francoforte e approdando a contenuti originali in base a ricerche centrate soprattutto sul mondo del lavoro.
È stato il maggiore studioso e teorico italiano dello smart working, della riduzione dell’orario di lavoro e del reddito di cittadinanza.
De Masi è stato uno dei sociologi più noti e stimati non solo in Italia. Il suo pensiero è molto studiato e diffuso anche in Brasile, tanto da diventare cittadino onorario di Rio De Janeiro.
Ha dato un forte imprinting a me ed ai suoi studenti all’Orientale di Napoli. Ho avuto De Masi professore ed esaminatore di diversi esami che mi hanno aperta ad un mondo nuovo, ad un profondo interesse per la politica , la sociologia, l’etnografia e l’antropologia. Gli devo molto: De Masi ha trasformato il mio studio in impegno sociale e il suo modo di insegnare ha determinato il cambiamento nel mio modo di essere. Venivo da un piccolo Paese e ha contribuito ad aprirmi al mondo. Grazie…cento…mille volte grazie