Search

Presentato da Federico Conte il documento di Cittadino SUDD “Per l’Italia Mediterranea”. Se ne discuterà lunedì a Salerno.

Presentato da Federico Conte il documento di Cittadino SUD “Per l’Italia Mediterranea”. Se ne discuterà lunedì a Salerno

di Giuseppe Geppino D’Amico

La mancata candidatura alle ultime elezioni per il rinnovo del Parlamento non ha fermato l’attività politica dell’on.le Federico Conte che continua il suo impegno con l’associazione “Cittadino SUDD” di cui è presidente.

Una nuova assemblea generale degli iscritti è prevista per lunedì prossimo, 6 febbraio (ore 18,00) a Salerno presso il Salone Moka, in Corso Vittorio Emanuele n. 108. Nell’occasione sarà illustrato il documento programmatico dal titolo “Per l’Italia Mediterranea” che sarà oggetto di discussione. Al termine del dibattito sarà proposto un ordine del giorno per il prosieguo del percorso dell’Associazione.

Partendo dal presupposto che “il Mezzogiorno è destinato a crescere come punto di riferimento che lega il Sud ai destini economici, sociali e politici dell’EuropaConte ritiene necessario “prestare particolare attenzione a problematiche legate all’ambiente, all’energia, alla ricerca e all’innovazione, alle infrastrutture, al commercio internazionale, e all’evoluzione interafricana. Tale evoluzione va perseguita nel segno del Mediterraneo, che ha un potenziale strategico naturale costituito dalla piattaforma economico-logistica dei suoi porti – Napoli, Gioia Tauro, Taranto, Bari, Palermo e Catania – che rappresenta un naturale anello di congiunzione con il sistema portuale e interportuale del Centro – Nord Italia, che consentirebbe il traporto delle merci dal Mezzogiorno al cuore dell’Europa molto più agevolmente rispetto ad altre rotte, e quindi con un notevole risparmio in termini di tempo e di risorse”.

Per il presidente di Cittadino SUDDbisogna partire dal Documento di indirizzo per le politiche di coesione 2021-2027 che prevede cinque grandi obiettivi (Europa più intelligente, Europa più verde, Europa più connessa, Europa più sociale, Europa più vicina ai cittadini) ai quali ne va aggiunto un sesto: Europa più mediterranea che non debba essere solo metodo, procedura e mercato, ma storia, futuro e identità”.

Il progetto dell’Italia Mediterranea proposto da Cittadino SUDD è insieme istituzionale, sociale, economico e urbanistico, quindi storico e politico. Si propone, come un antico problema della democrazia: “Ferme restando le Regioni a Statuto speciale figlie della natura, della storia, e della costituzione, non se ne possono surrettiziamente creare altre sulla base della spesa storica, con il pavento dell’Autonomia differenziata, negando i valori del Risorgimento e, di fatto, l’Unità d’ Italia. Il regionalismo italiano è il frutto “illegittimo e malformato” di un’intesa raggiunta dai Costituenti che, non avendo trovato un accordo sul federalismo, fecero ricorso, per definire i confini delle regioni alla partizione dei “Compartimenti Statistici” del 1870 di Pietro Maestri che furono riversati, in misura pressoché immutata, nella delimitazione delle “regioni”.

Mezzo secolo dopo la nascita delle regioni per Federico Conte “siamo in presenza di una sostanziale eversione costituzionale che rischia di disarticolare il Paese, che ha avuto tre tappe: il regionalismo ordinario del 1970, quello istituito per un equilibrio politico della Dc con la sinistra, per dare, come dice Cossiga un po’ di potere ai comunisti lì dov’erano più forti”; il regionalismo rafforzato del 2001 (modifica dell’art. V della Costituzione) che, con il “devoluzionismo” pseudo federalista ha ribaltato l’assetto dello Stato del 1948 e ha consentito alle Regioni di trasformarsi in tanti staterelli, in cui i presidenti si fanno chiamare Governatori; il regionalismo differenziato, ove attuato, scardinerebbe del tutto lo Stato di diritto, perché introdurrebbe tante cittadinanze diverse e, in particolare, una sanità differenziata che cesserebbe di essere pubblica, il modello del quale l’Italia porta il vanto in Europa e nel mondo”.

Qual è, quindi, l’obiettivo da riprendere? In proposito Federico Conte non ha dubbi: “Va ripreso il dibattito della Costituente per superare le regioni imperfette che non vanno, pertanto, rafforzate nella disuguaglianza, ma ripensate e suddivise, al loro interno, in sistemi urbani, per corrispondere alle esigenze sociali e dei comuni, i veri titolari dell’autonomia; e, tra di loro, aggregate per obiettivi di sistema, tenendo conto di ambiti gravitazionali di respiro lungo. Uno dei quali, per ragioni storiche, geopolitiche, sociali ed economiche è l’Italia Mediterranea”.

Non potevano mancare osservazioni critiche sull’atteggiamento della Lega, accusata di avere condizionato fin dalla sua nascita lo sviluppo nazionale, anche per l’acquiescenza dei partiti storici: “si pretende di dare alle Regioni ricche e togliere a quelle povere, imponendo tante cittadinanze diverse quante sono le regioni; ripristinando le condizioni preunitarie, illudendosi di fare l’Italia delle Alpi senza quella del Mediterraneo. Per intercettare i processi in atto, la globalizzazione e il ruolo dell’Europa, c’è bisogno di uno Stato – nazione, che abbia uno standard di vita comune garantito e non discriminato mei servizi alla persona e ai territori; e faccia dell’Italia mediterranea un disegno europeo, promuovendo lo sviluppo delle sue potenzialità e i suoi immensi giacimenti ambientali, culturali e naturali, espressione di una storia che va oltre i suoi confini”.

Una severa critica è rivolta anche al progetto di Autonomia differenziata predisposto dal ministro Roberto Calderoli in quanto “l’illusione di affrontare la crisi dividendo le Regioni (Autonomia differenziata) in base al censo ovvero il gettito fiscale è destinato ad aggravarla, perché, ove realizzato, destabilizzerebbe anche il sistema produttivo, oltre al quadro di finanza pubblica nazionale, con effetti imprevedibili sul debito sovrano, di cui la politica degli ultimi trenta anni porta una responsabilità diretta. Finora il prezzo maggiore della crisi lo ha pagato il Mezzogiorno che può e deve, perciò, autodeterminarsi e mettersi alla guida di un cambiamento epocale, federando le proprie “ragioni” e promuovendo una nuova fase keynesiana di sviluppo nazionale, che investa sull’Italia Mediterranea, e ne faccia la base di un nuovo Rinascimento nazionale ed europeo, nelle politiche e nella selezione dei gruppi dirigenti, con forme organizzative libere, finalizzate e dirette”.

Quando gli viene chiesto se per caso non si stia pensando a fondare un nuovo partito Federico Conte lo esclude: “Non si tratta, di costituire un altro partito, ma di dare voce a un ambito, l’Italia mediterranea, fatto di criticità e di potenzialità, di classi sociali, e anche di élite di privilegio, collegandola in un rapporto interattivo e duraturo con i tanti civismi attivi, presenti a livello nazionale, che non sono definibili secondo categorie tradizionali: il rapporto tra società e benessere ha subito e subisce il peso dominante ed incontrollato del potere nazionale dei “pochi” che va, perciò, limitato e condizionato, con un patto di solidarietà nazionale tra il Sud e il Nord”.

Il documento predisposto da Federico Conte ed il successivo dibattito che ne seguirà mirano a costituire una piattaforma nazionale comune e sperimentare nuove forme di governance, e verterà sulle nuove politiche collegate al ruolo del Mediterraneo che il cambiamento geo-politico internazionale, la questione energetica e l’ampliamento del canale di Suez hanno ricollocato al centro dei processi politici ed economici mondiali. Di qui la proposta di una conferenza da tenersi a Roma l’11 febbraio 2023, in cui interverranno, Cittadino SUDD e Mezzogiorno Federato, l’Associazione con la quale nel dicembre scorso è stato condiviso un manifesto di intenti e di valori.

Federico Conte
Condividi l'articolo:

1 comment

  1. Il programma proposto sarebbe cosa buona e giusta per riconoscere al nostro SUD quella dignità che lo Stato Italiano Repubblicano ad oggi non è riuscito al nostro meraviglioso SUD la pari dignità di sviluppo delle varie Regioni del nostro meraviglioso SUD-

Write a response

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Close
Magazine quotidiano online
Direttore responsabile: Giuseppe Geppino D’Amico
Close