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L’appello del segretario PD di Sassano, Ottavio Romanelli: “L’8 e 9 giugno andiamo a votare”

di Elia Rinaldi

Un forte appello al voto arriva da Ottavio Romanelli, segretario del Circolo PD di Sassano, in vista dell’appuntamento referendario dell’8 e 9 giugno 2025.

Ottavio Romanelli

Romanelli si rivolge ai cittadini non solo come figura politica, ma come abitante del Vallo di Diano, invitandoli a un gesto fondamentale per la democrazia: andare a votare. Sottolinea come la partecipazione sia il filo rosso che lega ogni conquista civile del Paese, la forza che permette a una comunità di realizzare un progetto comune.

L’invito è a esprimersi su cinque quesiti referendari che toccano temi cruciali della vita quotidiana di milioni di persone. La scelta, precisa Romanelli, non è tra partiti o leader politici, ma riguarda questioni concrete come il lavoro, la sicurezza, la giustizia nei licenziamenti, la responsabilità nelle catene di subappalto e il diritto alla cittadinanza. “Votare “SÌ” a questi referendum – secondo il segretario – significa affermare con chiarezza principi fondamentali. Equivale a sostenere che la sicurezza sul lavoro debba essere un diritto universale e non un privilegio ; che chi viene licenziato ingiustamente abbia diritto al reintegro nel posto di lavoro e non a un semplice indennizzo economico; che le aziende debbano rispondere delle condizioni dei lavoratori, anche quando il lavoro è esternalizzato; che le tutele non sono un costo, ma una garanzia per la dignità della persona; e che la cittadinanza non può rimanere prigioniera di normative discriminatorie”.

In un’epoca segnata da un percepito distacco tra i cittadini e le istituzioni, e da un diffuso senso di rassegnazione, Romanelli esorta a reagire. “Chi non vota non protesta, consegna le decisioni nelle mani di pochi” , afferma, rimarcando che l’unico voto veramente inutile è quello che non viene espresso. La partecipazione attiva è l’unica via per il cambiamento, che non avviene da solo ma si costruisce con fatica e responsabilità, anche attraverso una scheda elettorale.

Romanelli ricorda che l’Italia stessa è nata da un referendum, quello del 2 giugno 1946 che fondò la Repubblica. Non votare, oggi, sarebbe come “spegnere la scintilla che ha acceso la nostra libertà”. Per questo, da un territorio come il Vallo di Diano, spesso dimenticato, deve partire un segnale forte di presenza. L’invito finale è a recarsi alle urne l’8 e 9 giugno “per dare un senso profondo alla parola Repubblica e per scegliere da che parte stare: quella del lavoro dignitoso, della giustizia sociale e dei diritti veri”.

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