Di Geppino D’Amico
Tutto pronto a Polla per il taglio del nastro della mostra “José Ortega, il Decalogo della Democrazia in Spagna”. L’importante appuntamento è previsto per domani, 18 aprile (0re 16:30) nella ex Chiesa della SS. Trinità, nel centro storico del paese. Promossa dall’Associazione Palazzo Albirosa, la mostra si avvale del patrocinio e la collaborazione del Comune di Polla, del Comune di San Giovanni a Piro e della Pro Loco di Polla.

Resterà aperta fino al 25 luglio. Fino al 25 luglio, giorno di chiusura, alla Mostra saranno affiancati momenti di incontri e laboratori per le scuole del territorio. Il progetto dell’Associazione Palazzo Albirosa intende, infatti, riavvicinare i giovani alla conoscenza della storia, della storia politica, delle arti e del pensiero, oltre ad approfondire il tema di quanto la democrazia, in questo momento storico, sia fragile nel mondo e richiede una continua manutenzione. Su questi temi e su altri di interesse generale l’Associazione Palazzo Albirosa ha previsto un articolato programma di conferenze estive.

Ad aprire l’evento di domani sarà il convegno dal titolo “Ortega e il futuro della democrazia”, con i saluti istituzionali di Antonio Federico, presidente dell’Associazione Palazzo Albirosa; Massimo Loviso, sindaco di Polla; Ferdinando Palazzo, sindaco di San Giovanni a Piro; Giovanni Corleto presidente del Consiglio comunale e delegato alla cultura; Pasquale Sorrentino, assessore alla cultura del Comune di San Giovanni a Piro; e Franco Maldonato, direttore del Polo Museale di San Giovanni a Piro. Dopo i saluti istituzionali il convegno prevede gli interventi di Massimo Bignardi, professore di Storia dell’arte contemporanea all’Università di Siena (“José Ortega tra arte e politica”), del giudice della Corte Costituzionale Stefano Petitti (“Democrazia e Costituzione Italiana”) e dell’on. Vincenzo Mattina, già segretario generale UIL e parlamentare nazionale ed europeo (“Lavoro e Democrazia”). Coordinerà gli interventi Maurizio D’Amico, direttore del Museo Civico Insteia di Polla. La mostra “Il Decalogo della Democrazia” è dedicata a José Garcia Ortega, artista spagnolo di fama internazionale, noto per il suo impegno sociale e politico attraverso l’arte. Sono dieci le opere esposte e compongono il “Decalogo della Democrazia”, una serie di litografie che rappresentano i valori fondamentali della democrazia. José Garcia Ortega (1930-1990) ha dedicato la sua vita a esplorare e rappresentare temi sociali e politici attraverso la pittura e la scultura. Stabilitosi, per sfuggire alla dittatura nel piccolo centro di Bosco, frazione di San Giovanni a Piro, Ortega ha trovato ispirazione nella storia e nella cultura locale, che hanno influenzato profondamente la sua produzione artistica. La mostra è una testimonianza potente della transizione democratica spagnola. Ogni opera, con il suo messaggio chiaro e la sua forte componente simbolica, rappresenta un tassello fondamentale per comprendere il valore della libertà, della giustizia e della partecipazione civile. Con il suo stile surrealista, Ortega invita lo spettatore a riflettere sulla fragilità e l’importanza della democrazia nel mondo contemporaneo. Le opere esposte sono un potente richiamo alla necessità di difendere e promuovere i valori democratici. Attraverso colori vibranti e immagini evocative, Ortega stimola le coscienze e incoraggia la ribellione contro ogni forma di oppressione. Riportiamo di seguito l’ordine di esposizione delle dieci opere:
“Sì a esserci ed essere liberi”: riconosce il diritto di ogni individuo ad esistere e a godere della libertà. La democrazia si fonda sulla partecipazione attiva dei cittadini. Dopo la caduta del regime di Franco, la Spagna doveva ricostruire un sistema basato sulle libertà fondamentali, superando decenni di dittatura. L’uso di colori vivaci richiama l’energia della libertà ritrovata. Le figure umane stilizzate enfatizzano il concetto di collettività e partecipazione.
“No 36, No 39, No alla guerra civile”: rifiuto totale della Guerra Civile Spagnola (1936-1939) e del suo impatto devastante. La Spagna del dopoguerra fu segnata da divisioni e repressione. Ortega promuove la riconciliazione nazionale. I colori scuri evocano il dolore e la distruzione della guerra. Forme spezzate e nette trasmettono un senso di violenza e frattura.
“Sì a tutti”: inclusione e uguaglianza per tutti i cittadini, senza discriminazioni. Durante la transizione democratica, la Spagna doveva garantire diritti uguali per tutte le classi sociali e le minoranze. Figure umane interconnesse suggeriscono unità e solidarietà. Colori caldi trasmettono positività e accoglienza.

“No alla violenza di Stato”: condanna degli abusi di potere e della repressione governativa. Durante la dittatura franchista, la polizia segreta e le forze armate esercitavano un controllo violento sulla popolazione. L’uso di tonalità cupe e sagome minacciose rappresenta la paura e l’oppressione.
“Sì all’amnistia permanente”: promozione del perdono e della riconciliazione tra ex franchisti e democratici. La Legge di Amnistia del 1977 mirava a chiudere i conti con il passato senza punizioni. Colori pacati e figure aperte simboleggiano il superamento dell’odio.
“Sì all’unità della Spagna e alle sue nazionalità”: Promozione di un’unità nazionale che rispetti la diversità regionale (Catalogna, Paesi Baschi, Galizia, ecc.). Durante la dittatura, le autonomie regionali erano negate. La nuova Costituzione del 1978 riconosceva le diverse identità spagnole. L’uso di colori e simboli differenti riflette la varietà culturale della Spagna.

“Sì a votare il tuo partito”: sostegno al diritto di voto e al pluralismo politico. Le prime elezioni democratiche in Spagna si tennero nel 1977, dopo oltre 40 anni di regime. Il dinamismo delle figure rappresenta la partecipazione politica attiva.
“Sì a organizzare la democrazia dialogando”: il dialogo come strumento per costruire una società equa. La transizione spagnola si basò su negoziati tra diverse forze politiche. Figure interagenti suggeriscono dibattito e confronto.
“No alla morte”: rifiuto della pena di morte e della violenza. La pena di morte fu abolita in Spagna nel 1978, con la Costituzione. Toni scuri e contrasti forti evocano la paura della morte.

“Sì alla vita”: celebrazione della libertà e dei diritti umani. La nuova Spagna democratica voleva garantire la pace e la prosperità. Colori vivaci e composizione armoniosa simboleggiano speranza e positività.