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Polla: fede e testimonianza nel libro di Pina Bello presentato nella biblioteca del Santuario

Di Giuseppe Geppino D’Amico

Nuova iniziativa culturale dell’Università Popolare per la Terza Età di Polla. E’ stato presentato nella Biblioteca del Santuario di Sant’Antonio il libro di Pina Bello, “Il cielo negli occhi” (Porziuncola Editrice). Come si evince dal sottotitolo (La malattia dei miei figli, il viaggio a Medjugorje e la guarigione) si tratta di un libro testimonianza in cui l’autrice racconta la guarigione miracolosa della figlia Letizia. Giuseppina (Pina) Bello è nata a Potenza nel 1980. Ha conseguito la laurea in Lettere Classiche, con una tesi di laurea in filologia classica, intitolata “L’Epistola come elemento topico nel romanzo antico”, presso l’Università degli Studi della Basilicata. Nel 2006 ha conseguito la specializzazione presso la S.S.I.S.-Scuola di Specializzazione per l’insegnamento Secondario, abilitandosi all’insegnamento del latino e greco nei licei classici e nello stesso anno si è abilitata all’insegnamento delle attività di sostegno nelle scuole medie e superiori:

In seguito ha ottenuto ulteriori specializzazioni per l’insegnamento delle materie letterarie nelle scuole medie, superiori e nei licei scientifici, linguistici e pedagogici. Ha lasciato per il momento l’insegnamento, perché ha scelto di regalare tutto il suo tempo ai suoi tre bambini, dedicandosi pienamente a loro con amore e assoluta dedizione. Ha al suo attivo la pubblicazione di cinque libri. “Il cielo negli occhi” è il primo (2019) ed avrebbe dovuto essere presentato a Polla ma l’incontro saltò a causa del Covid. Dopo gli interventi del rettore del Santuario, fr. Raffaele Petti, del sindaco di Polla, Massimo Loviso e della coordinatrice dell’Università Popolare per la Terza Età, Carmen Stabile, ha presentato il volume il professore Geppino Manzione, il quale ha ripercorso la storia dell’autrice, della piccola Letizia e dell’intera famiglia.

A tre anni la piccola Letizia soffriva di una forma complicata e soffocante di laringite ipoglottica con grossi rischi per la sopravvivenza. In seguito a un laringospasmo molto forte la bambina chiede di essere portata a Medjugorje. “Noi eravamo credenti ma non conoscevamo Medjugorje – ha confessato l’autrice; – è stata proprio la piccola a chiedere di andarci. L’abbiamo portata dopo tanti mesi. Nel frattempo, siamo ricorsi all’Ospedale “San Carlo” di Potenza e all’Ospedale “Bambino Gesù” di Roma in cerca di una cura difficile da trovare; alla fine, abbiamo optato per un intervento che non avrebbe risolto il problema ma almeno avrebbe impedito al laringospasmo di diventare assai pericoloso.

Poco prima della data fissata per l’intervento, abbiamo però deciso di assecondare la volontà della bambina e ci siamo recati in pellegrinaggio a Medjugorje”. E lì… il miracolo si compie. Giunta sul Podbrdo (la collina di Medjugorje, dove tutto ebbe inizio quel 25 giugno 1981,quando la Madonna apparve a sei piccoli veggenti, N.d.R.) Letizia rivolge un’accorata preghiera alla “madonnina”, chiedendole la guarigione e una sorellina come dono che potesse cancellare i brutti ricordi legati alla malattia. “Alle otto del mattino eravamo ancora a letto a dormire, nessuna delle due sveglie impostate sui telefoni cellulari, infatti, ci aveva svegliati. La voce di mia figlia che mi chiamava funse da sveglia: “Mamma, mamma, vieni! Devo dirti una cosa!” Guardai la sveglia che faceva le otto, mi alzai di scatto, chiedendomi come mai nessuna delle due sveglie avesse suonato, mentre il via vai dei pellegrini si sentiva nel corridoio.

Vidi l’espressione seria di Letizia, mi sedetti accanto a lei che mi disse: “E’ successa una cosa, una cosa importante!” Il mio cuore di mamma capì immediatamente che quello che Letizia stava per dirmi ci avrebbe cambiato per sempre la vita: “Cosa? Raccontami!” E lei: “È venuta, è venuta la Madonna stanotte in questa stanza…..”. Ma il rapporto della famiglia con Medjugorje non si ferma qui. Spiega l’autrice: “La vicenda straordinaria di Letizia si intreccia con quella dei suoi fratellini, Raffaele, che in tenerissima età si ammala nel 2014 di una grave stipsi da colon ridondante e ha trovato nell’amore di Dio e della Madonna la medicina per risolvere il suo problema e, infine, Maria, desiderata fortemente dalla sorella Letizia, che sul Podbrdo rivolge un’accorata preghiera alla Gospa, (parola che in serbo-croato significa “Signora” ed il nome con il quale a volte viene chiamata la Madonna, N.d.R.) a cui chiede la guarigione e una sorellina, un dono che potesse cancellare i brutti ricordi legati alla malattia”.

Nel libro di Pina Bello trovano spazio tre storie, intrecciate nell’unità di una trama familiare, che fanno capire quanto la preghiera dei bambini sia importante: la supplica, a volte inattesa, che nasce spontanea dai loro cuori, può riservarci tesori inattesi. Perciò – ha concluso l’autrice rivolgendosi si presenti – “ogni volta che guardi gli occhi di un bambino, presta attenzione e, vedrai, vi scorgerai il cielo… il cielo negli occhi!”. Al termine della presentazione del libro don Franco Maltempo ha celebrato nella chiesa del Santuario una Santa Messa per ricordare i soci dell’Università della Terza Età scomparsi nel corso degli anni.

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