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La radio compie 100 anni, ma non invecchia mai. E nel Vallo di Diano, dal 1974 al 1983, c’erano ben 20 radio!

Di Giuseppe Geppino D’Amico

Credo che i versi tratti dalla canzone “La radio”, scritta da Eugenio Finardi nel 1977, rappresentino l’incipit migliore per celebrare il primo centenario di “sorella” radio, nata ufficialmente il 6 ottobre del 1924:

 “Amo la radio perché arriva dalla gente,
entra nelle case
e ci parla direttamente
e se una radio? libera
ma libera veramente
mi piace ancor di più
perché libera la mente”.

Breve storia della radio

La storia della radio, un mezzo di comunicazione che non invecchia, in Italia inizia ufficialmente con la prima trasmissione il 6 ottobre del 1924. Inventata tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, la trasmissione di onde radio fu utilizzata inizialmente per la telegrafia, finché negli anni Venti nacquero le prime stazioni radiofoniche. Da allora la radio ha conosciuto un grande sviluppo, incontrastato fino a che l’arrivo della televisione, nel secondo dopoguerra, non l’ha fatta passare un po’ di moda. Con il passar degli anni, però, è tornata sempre più nel cuore della gente,  che può ascoltarla in casa ma anche in auto e da qualche decennio anche sui telefonini.

È difficile dire chi sia stato il vero inventore della radio, perché furono in molti a contribuire alla sua realizzazione ed al conseguente sviluppo. Il primo in ordine di tempo fu il fisico inglese Oliver Lodge, che nel 1894 costruì il primo rivelatore di onde elettromagnetiche, uno strumento in grado di intercettare onde elettromagnetiche emesse fino a circa 150 metri di distanza e di fare da ricevitore in un sistema di trasmissione. Iniziarono allora gli sforzi di diversi inventori per mettere a punto un sistema di trasmissione e ricezione in grado di coprire grandi distanze. Il modello a cui si pensava era ancora quello della cosiddetta telegrafia senza fili. Nel 1895 l’inventore italiano Guglielmo Marconi riuscì a raggiungere distanze di circa 2 km, e l’anno successivo chiese un brevetto per la radiotelegrafia. Nel 1898 le distanze aumentarono a circa 100 km, e nel 1902 effettuò la prima trasmissione attraverso l’Oceano Atlantico. Proprio negli Stati Uniti nacquero subito molte emittenti in concorrenza tra loro che si finanziavano con la pubblicità trasmessa durante i programmi.

La radio in Europa

In Gran Bretagna, in Italia e nella maggior parte delle nazioni europee la radio veniva invece gestita in regime di monopolio: vi erano solo poche stazioni di proprietà dello Stato e la radio veniva finanziata tramite una tassa -chiamata canone– legata al possesso di un apparecchio ricevente. Per molti anni il modello del monopolio ha contraddistinto l’Europa ed è stato mantenuto anche all’arrivo della televisione, per essere abbandonato solo negli ultimi decenni del 20° secolo.

Anche in Europa il successo della radio fu notevole, sia pure più lento. Nell’agosto del 1924 in Italia nacque la URI (Unione Radiofonica Italiana), a cui lo Stato affidò la concessione per le trasmissioni radiofoniche inaugurate il 6 ottobre successivo. I primi programmi comprendevano musica, soprattutto d’opera, bollettini meteorologici e notizie per lo più di borsa. Le trasmissioni provenivano unicamente da Roma, ma in seguito, tra il 1925 e il 1929, si aggiunsero altre stazioni trasmittenti a Milano, Napoli e Torino. Fino all’avvento della televisione la radio è stata la regina dell’informazione e della musica contribuendo al successo di innumerevoli canzoni. In Italia per le prime radio libere bisognerà attendere i primi anni settanta del secolo quando sull’esempio del Regno Unito nacquero anche in Italia le prime radio pirata. Come già ricordato, fino al 1974 i privati non potevano aprire una stazione radio per via di una legge che riservava allo Stato l’esercizio esclusivo della radiodiffusione. In quell’anno, infatti, la Corte Costituzionale concesse ai privati la facoltà di trasmettere via cavo in ambito locale. Fu la prima storica sentenza contro il monopolio statale.

E nel Vallo di Diano?

La prima radio, “Radio Libera Monte San Giacomo” nacque nel 1974 per iniziativa dell’allora sindaco del piccolo centro, Raffaele Totaro, orgoglioso della sua creatura al punto di ritenere che la sua radio fosse stata la prima radio libera in Italia. Da allora le radio libere fiorirono in tutti i paesi del Vallo di Diano, tranne che ad Atena Lucana e a San Pietro al Tanagro: nel periodo 1974-1983 trasmisero con alterna fortuna 20 radio libere. È quanto si evince da una ricerca effettuata nel 1983 dal prof. Giuseppe Colitti per il neonato Centro Studi e Ricerche del Vallo di Diano, allora presieduto dal preside Francesco Franco. La ricerca fu pubblicata nel gennaio del 1984 nel primo Quaderno del Centro Studi dedicato agli “Istituti Culturali del Vallo di Diano”. 

Nell’elenco, oltre alla radio di Monte San Giacomo troviamo le seguenti emittenti radio, divise per singoli paesi e con l’anno di nascita: Radio Primavera (Buonabitacolo – 1977); Centro Radio (Buonabitacolo -1976); Radio Vega (Casalbuono – 1979); Radio Gaudio (Montesano Scalo – 1980); Monte Radio (Montesano -1982); Radio Padula 103 (Padula – 1976); RDP Polla (1976); Punto Radio (Polla – 1979); Radio Sala Consilina (1977); Radio Sala Centrale (1976); Radio Sala Amica (1980); Radio Talpa (?); Radio Sanza (1980); Radio Alternativa Sassano (1978);  Radio Dimensione Giovani (Sassano – 1982); Radio Vallo (Teggiano -1976); Radio Alice (Prato Perillo di  Teggiano – 1978); Radio Studio 93 (Teggiano) Radio Studio Alice (Teggiano -1982). A meno che ulteriori approfondimenti non possano ampliare questo elenco, arricchendolo con altre emittenti radiofoniche, ribadiamo che dal periodo 1974 al 1983 queste erano le 20 radio del Vallo di Diano. Hanno trasmesso per pochi o per molti anni ma, comunque, nel periodo indicato. Negli anni successivi sono nate altre radio ma dopo gli entusiasmi iniziali non tutte hanno continuato a trasmettere. All’inizio quasi tutte sono andate avanti grazie al volontariato e non sono mancati apprezzabili momenti culturali. Per quanto riguarda la chiusura di quasi tutte le radio censite nel decennio 1974-1983 Giuseppe Colitti così scrive: “La scarsità di fondi finanziari non ha, in linea di massima, consentito di creare una solida organizzazione con carattere di professionalità e durevolezza”.

Personalmente ho avuto il piacere di collaborare con diverse radio ma mi sia consentito ricordare Punto Radio che ho diretto a metà degli anni ’80. Si puntava molto sulle notizie grazie alla possibilità di poter utilizzare la telescrivente dell’ANSA messa gratuitamente a disposizione dal Consiglio Regionale della Campania per favorire l’informazione. Sono stati anni belli caratterizzati anche dalle radiocronache delle partite del Valdiano Calcio 1985 che dopo un anno di Interregionale approdò subito in Serie C2 dove rimase due anni con trasferte in Calabria e nel Lazio.

Attualmente la radio più ascoltata è Radio Alfa con sede a Prato Perillo di Teggiano. Editore e direttore responsabile è Antonio Giardullo che l’ha portata a grandi livelli. Con il suo segnale copre le province di Salerno, Napoli, Avellino, Potenza, Matera e Cosenza. In realtà, prima di essere trasferita a Teggiano Radio Alfa era nata a Salerno nel 1975 su iniziativa di un gruppo di giovani imprenditori e studenti universitari poco dopo la liberalizzazione dell’emittenza locale con la sentenza 202/1976 della Corte Costituzionale. Ci piace segnalare, infine, la web radio Lasagne Verdi di Sala Consilina, nata nel 2021 grazie alla sinergia tra l’Associazione “I Ragazzi di San Rocco” e l’Agenzia Nazionale dei Giovani. A Radio Alfa e a Radio Lasagne Verdi i migliori auguri di lunga vita. Una voce libera nel firmamento dell’informazione è sempre un fatto positivo.

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Direttore responsabile: Giuseppe Geppino D’Amico
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