articolo di GIUSEPPE D’AMICO
interviste di ANGELA FREDA
La Certosa di San Lorenzo a Padula ha ospitato anche quest’anno la giornata conclusiva del “Premio Internazionale Joe Petrosino” giunto alla XXI edizione. Prima della consegna dei riconoscimenti sono intervenuti il Presidente dell’Associazione Internazionale Joe, Petrosino, Pasquale Chirichella; la sindaca di Padula, Michela Cimino, e il pronipote del poliziotto italo-americano, Nino Melito Petrosino che ha ricordato la figura del prozio ed ringraziato i presenti e ha posto in rilievo la figura del suo prozio. Ha coordinato i lavori il giornalista-scrittore Paolo De Chiara.

Pubblico
Nel corso del suo intervento il presidente dell’Associazione, Pasquale Chirichella, ha annunciato i nomi dei premiati distinti per categoria. Per la categoria magistrati sono stati premiati Maria Francesca Mariano (Giudice per le Indagini preliminari), e Carmen Ruggiero (Pubblico Ministero antimafia). Entrambe in servizio a Lecce vivono sotto scorta essendo state più volte destinatarie di minacce da parte della Sacra Corona Unita. In particolare, la dottoressa Mariano, che è anche drammaturga e scrittrice ha consegnato al presidente Chirichella un suo scritto incentrato proprio sulla figura di Joe Petrosino.
Per la categoria testimoni di giustizia saranno premiati i coniugi Antonino Candela e Francesca Inga. Per avere assistito a due omicidi e per avere avuto il coraggio di testimoniare sono stati costretti a cambiare vita.
Per la società civile, il riconoscimento è stato attribuito a don Antonio Coluccia, il “prete antispaccio” che in Puglia anno dopo anno è diventato un simbolo della lotta alla criminalità prima di continuare la sua battaglia contro lo spaccio a Napoli ed attualmente a Roma dove ha fondato la casa di accoglienza “Don Giustino”.
Per la categoria forze dell’ordine il premio è stato attribuito al luogotenente con carica speciale Francesco Rosario Farina. Attestati di benemerenza sono stati assegnati al sottotenente Sebastiano D’Amora, comandante della Tenenza della Guardia di Finanza di Sala Consilina ed al capitano Martino Galgano, comandante del nucleo operativo radiomobile della Compagnia Carabinieri di Sala Consilina, entrambi elogiati per il proficuo lavoro che svolgono nel Vallo di Diano.
Presenti all’incontro il Capitano della Compagnia Carabinieri di Sala Consilina Veronica Pastori, che da poco ha assunto il comando dalla compagnia, il Comandante della Sottostazione della Polizia Stradale di Sala Consilina, ispettore Nicola Molinari, numerose associazioni di Polizia, enti, diversi del Vallo di Diano ed i consiglieri regionali Corrado Matera e Tommaso Pellegrino.

locandina
Joe Petrosino, note biografiche
Giuseppe Michele Pasquale Petrosino nasce a Padula il 30 agosto 1860 e all’età di 13 anni emigra negli Stati Uniti con il padre Prospero (che esercitava il mestiere di sarto), la madre, due sorelle e tre fratelli. Dopo avere fatto i mestieri più umili, nel 1883 Giuseppe indossa, primo italiano ad avere tale privilegio, la divisa di agente della polizia di New York. Promosso detective, passa al servizio investigativo e nel 1895 il presidente Rooswelt in persona lo nomina sergente. Nel 1905, con la promozione a tenente, gli viene affidato il comando dell’Italian Branh e, successivamente, dell’Italian Legion, un gruppo di agenti italiani a suo giudizio indispensabili per combattere la Mano Nera (questo il nome con il quale veniva chiamata allora la mafia d’oltreoceano). Il suo merito maggiore è quello di avere intuito che per sconfiggere la mafia è necessario recidere i legami tra la criminalità americana e quella italiana. A questa intuizione, però, sono in pochi a dare credito per cui nel 1909 decide di venire da solo in Italia per indagare in Sicilia. A Roma viene ricevuto dal presidente del consiglio Giovanni Giolitti che gli regala anche un orologio d’oro. Prima di portarsi in Sicilia decide in gran segreto di fare una breve tappa a Padula, il paese natale che certamente non aveva dimenticato; nonostante la notizia del suo arrivo dovesse rimanere segreta, Joe trova ad attenderlo circa duemila persone. Il 28 febbraio arriva a Palermo dove inizia subito il suo lavoro investigativo che, purtroppo, terminerà il 12 marzo successivo allorquando quattro colpi di pistola esplosi in piazza Marina, a Palermo, pongono fine all’esistenza del coraggioso poliziotto. Aveva 49 anni.
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