Di Giuseppe Geppino D’Amico
L’intervento di Papa Francesco, il primo Pontefice a partecipare ad un G7, ha lasciato il segno sia per gli argomenti trattati, sia per l’attenzione riservatagli dai partecipanti al summit. Il Papa era stato invitato a parlare nella sessione dedicata all’intelligenza artificiale ma ha trattato altri importanti argomenti. Sul ruolo della Chiesa ha ripreso un passaggio dell’intervento di Paolo VI all’ONU nel 1965: “Siamo portatori di un messaggio per tutta l’Umanità”. Ai politici (non solo ai presenti) ha ricordato che “la politica è la più alta forma di carità, seconda sola alla Carità Religiosa verso Dio”. Per il Papa l’intelligenza artificiale è “uno strumento affascinante e tremendo” per cui ha messo in guardia i grandi della Terra dal predominio del “paradigma tecnocratico” e chiedendo una “sana politica” per favorire il “buon uso” degli algoritmi: “Nessuna macchina dovrebbe mai scegliere se togliere la vita ad un essere umano”. Per Papa Francesco “il tema dell’intelligenza artificiale è, tuttavia, spesso percepito come ambivalente: da un lato, entusiasma per le possibilità che offre, dall’altro genera timore per le conseguenze che lascia presagire”. L’IA rappresenta “una vera e propria rivoluzione cognitivo-industriale, che contribuirà alla creazione di un nuovo sistema sociale caratterizzato da complesse trasformazioni epocali”. Non poteva mancare un invito ad evitare “armi letali autonome” nei conflitti. Si sta perdendo “il valore e il significato della categoria di persona umana”.
Sull’intervento del Papa al G7 abbiamo chiesto un commento al Vescovo della Diocesi di Teggiano-Policastro, Padre Antonio De Luca.
GUARDA IL VIDEO CON L’INTERVISTA A MONS. ANTONIO DE LUCA, VESCOVO DI TEGGIANO-POLICASTRO: