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Una lezione di vita per gli studenti del “Cicerone” tra le mura dell’Istituto Penale Minorile di Nisida

di Elia Rinaldi

La giornata vissuta ieri dagli studenti delle classi terze, quarte e quinte dell’indirizzo IP MAT e delle classi quarte e quinte B dell’ITIS “Marco Tullio Cicerone” di Sala Consilina è stata qualcosa di più di una semplice uscita didattica: un vero e proprio percorso di consapevolezza, tra le mura dell’Istituto Penale Minorile di Nisida e le strade intrise di storia e bellezza del centro di Napoli.

Il mattino si è aperto con l’ingresso in una realtà dura e complessa, ma profondamente umana. Gli operatori dell’IPM hanno accolto gli studenti con grande professionalità, guidandoli in un percorso che ha svelato, passo dopo passo, cosa accade quando un minore entra nel circuito penale. Tra spiegazioni dettagliate, testimonianze e racconti di vita, i ragazzi hanno avuto modo di comprendere come si struttura la quotidianità all’interno del carcere minorile: non solo regole e restrizioni, ma anche opportunità di riscatto attraverso la scuola, lo sport, i laboratori e il supporto psicologico.

A colpire maggiormente, però, sono state le storie. Vite giovani segnate da errori, spesso figli di contesti familiari difficili, di povertà, di mancanze affettive. Ma anche vite che, nonostante tutto, cercano una via d’uscita, una possibilità di rinascita. Gli studenti si sono trovati a riflettere sul sottile confine tra giusto e sbagliato, tra colpa e occasione, scoprendo quanto il sistema possa essere, e debba essere, rieducativo oltre che punitivo.

Le emozioni vissute dentro quelle mura hanno lasciato spazio, nel pomeriggio, al fascino di Napoli, esplorata nel suo cuore più autentico. Le bandiere azzurre ancora appese ai balconi, eco della festa per il quarto scudetto, hanno accolto i giovani in un clima di gioia contagiosa. Un contrasto netto con la mattinata: dalla riflessione sulla detenzione minorile alla leggerezza di una città che celebra la propria squadra del cuore, Napoli si è rivelata in tutta la sua potenza emotiva, fatta di contraddizioni, ma anche di straordinaria vitalità.

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