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Salerno e il Vallo di Diano ricordano il magistrato Nicola Giacumbi ucciso dalle BR nel 1980

Di Geppino D’Amico

Salerno onora la memoria del magistrato Nicola Giacumbi ucciso dalla Brigate Rosse la sera del 16 marzo 1980 mentre rientrava nella sua abitazione di fronte al Tribunale di Salerno in corso Garibaldi 195. L’efferato omicidio è stato uno degli episodi più feroci che sconvolsero la città di Salerno durante gli “Anni di Piombo”. Nicola Giacumbi era Procuratore della Repubblica (facente funzioni) di Salerno. Era nel mirino dei terroristi da tempo. Ed aveva coraggiosamente rifiutato la scorta “per non mettere a rischio – dichiarò – la vita di altri padri di famiglia”. Questa mattina è stata scoperta una lapide commemorativa del magistrato Nicola Giacumbi nell’aiuola a metà strada tra l’ingresso del vecchio Tribunale e l’abitazione della vittima in Corso Garibaldi 195 a Salerno.

“Il giorno del mio onomastico – ricorda il figlio del magistrato, Giuseppe –  ho preso coscienza che mio padre non c’era più, esattamente tre giorno dopo la sua morte. Da bambino non ho visto e percepito quello che stava avvenendo. In quel momento, in modo vago, ho preso coscienza che mio padre non c’era più, non sapevo se e quando sarebbe tornato ma capii che qualcosa era cambiato. In questi anni ho riscontrato ovunque il ricordo di mio padre. Ho percepito che il suo ricordo è ancora presente nei cittadini salernitani”. “Quei terribili anni – ha aggiunto il sindaco di Salerno e presidente della Provincia Vincenzo Napoli – hanno segnato duramente il nostro Paese. Siamo stati in grado però di superarli ma non dobbiamo rilassarci. Troppe vite sono state sacrificate sotto una furia ideologica. Non bisogna mai abbassare la guardia”.

Commosso il pensiero dell’avvocato Carlo Correra promotore dell’iniziativa: “Sono felice – ha detto – ma nutro un forte rammarico per non aver fatto realizzare prima una lapide commemorativa per Nicola, un sacrificio importante per la giustizia e i diritti della collettività. Si è sacrificato per tutti noi. E ci ha lasciato un patrimonio, un’eredità di giustizia, di garanzia, di sacrificio che non poteva essere dispersa in questa maniera. È vero, gli abbiamo dedicato delle aule, gli abbiamo dedicato la torre della Cittadella giudiziaria, ma lui si è sacrificato per tutta la collettività, non soltanto per il mondo giudiziario. E quindi era doveroso testimoniarlo nel posto dove è stato martirizzato e avevamo anche questo dovere verso le nuove generazioni di salernitani e di cittadini italiani in genere che devono sapere che in questo Paese qualcuno è morto, ed è morto eroicamente”.

Anche il Vallo di Diano ricorda Nicola Giacumbi per iniziativa del Rotary Club Vallo di Diano che ha istituito nel 198o, a pochi mesi dall’uccisione del magistrato, il Premio Vacanze “Nicola Giacumbi”. Il premio è organizzato con cadenza annuale ed è riservato ai figli degli Operatori delle Forze dell’Ordine che operano nel Vallo di Diano.  Ogni anno viene premiato un alunno (o un’alunna) che frequenta un Istituto Superiore con la migliore media riportata al termine del terzo anno. In occasione della precedente edizione del Premio il Rotary fece stampare una cartolina dedicata all’evento con un annullo filatelico speciale a cura di Poste Italiane.Presente alla cerimonia il Governatore. La prossima, che si terrà a maggio, sarà la 43esima edizione (due edizioni non fu possibile organizzarle a causa del Covid) e si svolgerà presso l’Istituto del vincitore o della vincitrice). Il dott. Nicola Giacumbi, all’epoca “facente funzioni” di Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Salerno, fu barbaramente assassinato la sera di domenica 16 marzo 1980, mentre stava rientrando a casa in compagnia della moglie. Fu colpito da quattordici colpi di pistola, esplosi alle spalle da un gruppo di terroristi della colonna salernitana delle “Brigate Rosse – Fabrizio Pelli”, dal nome di un giovane già condannato per rapine e arrestato a Pavia nel dicembre 1975 mentre si avvicinava a un appartamento ove le forze dell’ordine avevano da poco rinvenuto denaro e, assieme, documentazione riferibile alle “Brigate Rosse”. L’omicidio ebbe un forte valore simbolico: sia perché avveniva a due anni esatti dal sequestro dell’on. Moro e dall’uccisione degli uomini della sua scorta sia perché, con esso, le “Brigate Rosse” vollero accreditare l’ipotesi della creazione di un blocco di violenza terroristica che cominciava a unire il Nord e il Sud. L’attentato fu compiuto da un nucleo armato i cui componenti furono successivamente identificati. Il magistrato aveva precedentemente rifiutato la scorta per non rischiare altre vite accettando il ruolo di “facente funzioni” di procuratore della Repubblica. Nell’accettare il ruolo di “facente funzioni” del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Salerno, Giacumbi aveva rifiutato la scorta per non rischiare che un attentato contro di lui potesse provocare altre vittime.In quel periodo il dottor Giacumbi stava indagando su un incendio doloso sviluppatosi a seguito di un attacco dinamitardo compiuto dalla colonna salernitana delle BR presso una filiale della Fiat.Otto i brigatisti individuati come autori dell’omicidio di Giacumbi, tutti successivamente condannati dalla Corte d’Assise d’Appello di Potenza.

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