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Con-Tatto – Vincenzo De Luca, “Keep Kalm”: la strategia dopo il “NO” al terzo mandato

Di Giuseppe Geppino D’Amico

“Keep Kalm” ma anche “Vivere est militare”. Sono queste le due espressioni usate dal Governatore della Campania, Vincenzo De Luca, nel corso del tradizionale monologo di venerdì scorso, cioè due giorni dopo la sentenza dell’Alta Corte (De Luca l’ha definita Altissima Corte) che ha bocciato, ritenendola incostituzionale, la legge approvata nei mesi scorsi dal Consiglio Regionale della Campania. Legge che in caso di approvazione avrebbe dato a De Luca il via libera di correre per il terzo mandato.  Probabilmente le due espressioni non state scelte a caso ma tracciano la via da seguire che lo stesso De Luca ha indicato ai capigruppo di maggioranza nel corso dell’incontro di sabato scorso a Palazzo Santa Lucia.

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“Keep Calm and Carry On”(in italiano “Mantenete la calma e andate avanti”); fu uno slogan utilizzato dal governo britannico nel 1939 agli albori della seconda guerra mondiale con lo scopo di invogliare la popolazione a mantenere l’ottimismo e non farsi prendere dal panico in caso di invasione nemica. Dall’inglese al latino. “Vivere militare est” è una locuzione tratta dalle “Epistulae di Seneca ad Lucilium” e in italiano significa “Vivere è combattere”. Si possono sintetizzare così le indicazioni che riuniti sabato mattina a Palazzo Santa Lucia De Luca ha dato ai capigruppo della maggioranza e alla ex nemica pentastellata, Valeria Ciarambino, che da qualche tempo è organica alla maggioranza. In sostanza De Luca ha spiegato come intende muoversi nelle trattative che, a prescindere dall’esito, ci saranno con i vertici del PD: partire dalla squadra uscente; continuare il programma avviato; allargare la coalizione con chi è disponibile; scegliere per la presidenza un nome condiviso in grado di portare avanti il programma e, soprattutto, niente nomi calati da Roma perché il destino della Campania decide in Campania.

Quindi, appare evidente il deciso “no” alla candidatura dell’ex presidente della Camera dei Deputati Roberto Fico. E qui c’è il primo ostacolo: mentre il Commissario Regionale del partito, il bergamasco Antonio Misiani, continua ad affermare che “bisogna parlare con tutti, anche con chi ha finora operato bene negli ultimi dieci anni”, quindi anche con De Luca”; mentre il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi invoca il cosiddetto modello Napoli, a chiudere la porta al Governatore uscente è il parlamentare napoletano del PD Sandro Ruotolo che continua a dire che il “Deluchismo è finito”; quindi nessuna trattativa. Come dire? De Luca è uno dei tanti iscritti al partito e niente di più.

Appare evidente che per il Centrosinistra il tema principale è legato alle alleanze tra il PD, i 5Stelle e gli altri portiti minori che spingono per avere maggiore spazio. Il tema principale, in Campania come nelle altre cinque regioni in cui si vota, per il Centrosinistra resta l’alleanza. Senza sottoscrivere quella, non sarà possibile comporre il puzzle delle candidature. Mentre Azione in questo momento sembra essere il partito più vicino alle posizioni di De Luca, gli altri, almeno nelle dichiarazioni, non mettono veti e paletti in nome dell’unità. Italia Viva, dopo le attestazioni pro De Luca pronunciate in consiglio regionale in occasione dell’approvazione della Legge per il terzo mandato, sembra essersi smarcata dal Governatore in nome dell’unità della coalizione e si dice pronta anche a sostenere la candidatura di Roberto Fico.

Non è esente da problemi il Centrodestra libero dello spauracchio De Luca, anche se rispetto agli avversari non ci sono dubbi sull’unita della coalizione.  Prima del 9 aprile Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega Campania proponevano rispettivamente la candidatura di Edmondo Cirielli, Fulvio Martusciello e Gianpiero Zinzi. Oggi, dopo il passo indietro di Fulvio Martusciello a seguito dell’inchiesta belga su presunte pressioni esercitate dalle aziende cinesi della telefonia che ha coinvolto la sua assistente, la situazione non è migliorata.  

Per il Centrodestra campano influisce la situazione venuta a determinarsi nel Veneto per il dopo Zaia che, come De Luca, non potrà ricandidarsi. Da tempo sul Veneto ci sono le mire di Fratelli d’Italia che rivendica la presidenza di una regione del Nord. E poiché per la Lega il Veneto non si tocca la risposta a Fratelli d’Italia arriva dalla Campania dove il Carroccio ha lanciato la candidatura del coordinatore campano Gianpiero Zinzi, già capogruppo in consiglio regionale, ex di Forza Italia, ex leader nazionale dei giovani dell’Udc e figlio dell’ex presidente del consiglio regionale Domenico. In pratica uno dei tanti che ha dovuto sgomitare e che per farsi largo ha scelto di aderire alla Lega. Sono stati costituiti nei giorni scorsi i primi 55 comitati “Zinzi presidente della Campania” con l’auspicio di toccare entro fine settimana quota 150 per poi raggiungere quota 500.  Diversa l’opinione dei Fratelli d’Italia che continuano a ritenere Edmondo Cirelli il miglior candidato in virtù di solido curriculum. Sempre nel Centrodestra continua rimanere in piedi la possibilità di candidare il Ministro dell’Interno, l’avellinese Matteo Piantedosi, che però continua a smentire ogni interesse per le Regionali. Comunque, mentre il tempo stringe aumenta per entrambi gli schieramenti la necessità di trovare l’amalgama, un prodotto che, purtroppo per i partiti politici, non si compra ai grandi magazzini ma va trovata sul campo. E questo non sempre è facile.

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