
Sarà presentato sabato 12 aprile (ore 10,00) presso l’Aula Consiliare di Vallo della Lucania il libro “Perché proprio a me?”, Storie di malattia, curato da Pietro Masullo (Progetto Anthos). Dopo i saluti del sindaco della Città Antonio Sansone, dell’Assessore all’Istruzione Iolanda Molinaro, e del Presidente del Parco Nazionale Cilento-Vallo di Diano-Alburni Giuseppe Coccorullo, il programma prevede gli interventi del Vescovo della Diocesi di Vallo della Lucania mons. Vincenzo Calvosa, del Direttore UOSD Immunoematologia e Medicina Trasfusionale Ospedale San Luca, Giovanni D’Arena, di Luigi Leuzzi, Psichiatra e Psicoterapeuta e del curatore Pietro Masullo, Direttore a.r. UOC Oncologia Ospedale Vallo. Coordinerà gli interventi la giornalista Carmela Santi, Direttrice del TG-SET di Vallo della Lucania. Il libro ruota intorno alla malattia neoplastica e alle sofferenze fisiche e psicologiche che essa comporta viste dalla parte dei pazienti che ne sono i protagonisti: è una raccolta di “storie” di malattia narrate da chi le vive in prima persona e si trova di fronte a situazioni prima nemmeno immaginate ma che, una volta accadute, tagliano la vita producendo una vera e propria frattura biologica e biografica con un “prima” e con un “dopo”. Intorno alla esperienza di malattia grave si verificano fatti quotidiani irrobustiti da emozioni profonde, sentimenti alternanti, prospettive incerte e contrastanti che richiedono un lungo lavorio psicologico nello sforzo di ricostruire un progetto di vita che la malattia ha alterato. Tutto questo è così intimo e personale, soggettivo e diversificato da rendere ciascuna narrazione unica e irripetibile. Ognuno può avere una motivazione diversa per scrivere la propria storia ma in tutti è presente il desiderio ed il bisogno di esprimere con parole sue la ricerca di un senso a quanto accaduto: Perché proprio a me? …Che succederà domani? …La scrittura è uno spazio libero che consente la riflessione, l’introspezione (elementi che mancano o sono carenti nella comunicazione verbale), la consapevolezza, l’interiorizzazione del proprio percorso; rappresenta anche un’occasione di condivisione, di esteriorizzazione, di scambio di esperienze: narrare e trasmettere l’esperienza di una fragilità è una strategia che può aiutare la persona a ricomporre i pezzi, le parti di quel sé che la malattia ha prepotentemente frammentato. Questa antologia rappresenta il secondo volume di un intervento di Oncologia Narrativa, iniziato nel 2022 e denominato Progetto Anthos, rivolto a pazienti oncologici del Cilento, area sud della provincia di Salerno, e alle loro famiglie.

“Il libro –afferma il curatore Pietro Masullo– si avvale della prefazione di Luisa Fioretto, Presidente CIPOMO (Collegio Italiano Primari Oncologi Medici Ospedalieri) e Direttore Dipartimento Oncologico Azienda Sanitaria Toscana Centro. Il tema del libro, oggi più che mai sentito, a fronte di un progressivo tecnicismo dirompente, di una burocratizzazione frapposta tra medico e paziente e di una iper-accelerazione del tempo che non permette spesso di conoscere la persona, la sua storia e le sue preferenze. Mi auguro che questa iniziativa, ormai non occasionale, trovi supporti intellettuali e materiali per contribuire alla costruzione di atteggiamenti aperti e pronti a raccogliere la sfida di una nuova concezione della salute. La mia gratitudine va a ciascuno dei pazienti che si è raccontato, che ha messo in gioco il proprio sentire, le proprie espressioni più profonde e a chi li ha sostenuti nel racconto della propria esperienza e nel mantenere la propria progettualità e rilevanza. È un esempio di come anche i nostri reparti di oncologia possano contribuire alla crescita di una società più civile e più attenta a chi ne fa parte”.

Osserva mons. Vincenzo Calvosa che ha firmato la presentazione del volume: “Questo libro racconta storie di malattia, di dolore, di momenti difficili per chiunque, di esperienze che condizionano una vita, ma anche di desiderio di proseguire, di andare avanti sostenuto e irrobustito dalla speranza di una auspicabile prospettiva di una risoluzione che esiti in una guarigione o, quanto meno, in un controllo dei sintomi. Riporta percorsi di sofferenza ma anche auspici di Resurrezione. Sono racconti scritti, in forma anonima, da diciassette malati oncologici del nostro territorio che con coraggio, sincerità e coinvolgente semplicità, parlano della loro esperienza, del cancro, che hanno vissuto o continuano a vivere ponendo domande a se stessi e ai lettori: Perché proprio a me? Che cosa ho fatto di male? Come sarà d’ora in poi la mia vita? Domande per le quali non c’è risposta certa e convincente. Il sapere scientifico non è sufficiente per chiarire questi interrogativi; risposte adeguate potrebbero arrivare solo riflettendo sul significato della vita, delle relazioni umane, del destino, della morte. Indubbiamente ci sono situazioni di sofferenza che possono essere imputabili a personali comportamenti e atteggiamenti, ma ce ne sono molte altre che non dipendono da noi e che non si potevano prevedere. La malattia non è una punizione divina, non è una compagna desiderata nella propria vita ma una evenienza legata alla nostra natura umana che va affrontata e, possibilmente, trasformata in una opportunità per riflettere.

Dice Papa Francesco: «Nel tempo della malattia, se da una parte sentiamo tutta la nostra fragilità di creature, dall’altra, facciamo esperienza della vicinanza e della compassione di Dio che in Gesù ha condiviso le nostre sofferenze. La malattia allora diventa l’occasione di un incontro che ci cambia, la scoperta di una roccia incrollabile a cui scopriamo di poterci ancorare per affrontare le tempeste della vita: un’esperienza che pur nel sacrificio, ci rende più forti, perché più consapevoli di non essere soli». Il cancro è una patologia molto subdola, insidiosa, coinvolge non solo il corpo ma anche la mente, genera ansia, paura, incertezza in attesa dei risultati di un controllo medico, di una terapia efficace, innovativa e risolutiva, che spesso non si trova”.