“La riunione più importante in questa settimana è sicuramente quella del tavolo di partenariato forestale nel quale abbiamo dato il via libera alla stabilizzazione degli OTD della Comunità montana Vallo di Diano che è la prima ad aver presentato questo tipo di richiesta completa ed esaustiva anche nella relazione finanziaria”. Con queste parole Nicola Caputo, assessore regionale all’agricoltura, ha ufficializzato la stabilizzazione di decine di operai, promuovendo a pieni voti il lavoro svolto dall’Ente montano con sede a Padula.
assessore all’Agricoltura della Regione Campania
La notizia era stata già anticipata sul finire del 2024 dal presidente montano Vittorio Esposito, ma certo, le modalità scelte dall’assessore regionale riempiono d’orgoglio. Caputo infatti, nella sua video newsletter “AgriWeekRecap”, ha elevato l’operato della Comunità montana Vallo di Diano ad esempio: “Abbiamo assolutamente dato il nulla osta con la volontà di chi vuole risolvere le questioni” ha sancito il politico casertano.
“La nostra Comunità montana si è mossa con decisione ed in tempi rapidi” rivendica il presidente Vittorio Esposito, commentando le parole dell’assessore regionale “ed ovviamente siamo contenti e soddisfatti degli esiti. Ringraziamo l’assessore Nicola Caputo che ha pubblicamente apprezzato la qualità e completezza del lavoro da noi svolto con determinazione e senso di responsabilità verso i nostri preziosi lavoratori”.
NICOLA CAPUTO
assessore all’Agricoltura della Regione CampaniaVITTORIO ESPOSITO
presidente Comunità montana Vallo di Diano
Ogni volta che torno a Buonabitacolo, osservo dal lato che da sul giardino guardo il monte Carmelo, chiudo gli occhi e torno con la memoria all’infanzia. Solo una piccola parte, alle pendici del monte era alberata, poi, fino in cima era tutta una pietraia; dovevi spostare lo sguardo verso Minticieddo e il Vesole per rivedere il verde.
Con il tempo ho scoperto che da quel monte, tra il 1700 e il 1800, dovevano essere venuti giù fango e pietrisco, alzando il livello del giardino più di un metro rispetto a quello di via Trinità e sotterrando il chiostro che i francescani zoccolanti avevano realizzato più di un secolo prima.
Negli anni in cui ho risistemato il giardino, sono emerse pietre e altri reperti, testimonianze della fragilità del nostro amato monte. Per anni ho sentito giudizi non lusinghieri sugli operai che hanno “vestito” il monte. Dovremmo tutti dir loro grazie, perché solo con la forza delle braccia, senza l’aiuto di alcun mezzo meccanico, hanno eratto una difesa del nostro borgo, delle sue case, della sua popolazione. Grazie ai tecnici che li hanno diretti e un grazie voglio dirlo anche al colonnello Turso, motivò i ragazzi e le ragazze del progetto art. 23 e realizzò l’oasi, che resiste all’incuria e che ancora oggi è punto di incontro per benefiche scampagnate
Mi sono reso conto, rileggendo il mio commento, della presenza di refusi. Me ne scuso con i lettori e le lettrici. Purtroppo, è sempre difficile di questi tempi riuscire a ritrarsi in doveroso raccoglimento per stendere anche soltanto un semplice pensiero; le comunicazioni telefoniche e digitali arrivano a getto continuo e il tempo (incredibile a dirsi!) risulta sempre troppo poco, in specie per un vecchietto come me.