Nuova iniziativa del Circolo Culturale Banca Monte Pruno in collaborazione con la Banca e la Fondazione Monte Pruno. Venerdì 27 settembre (alle ore 18:00) sarà presentato a Sant’Arsenio presso la Sala Cultura della Banca Monte Pruno il romanzo di Maurizio Pintore “Il penultimo dono. La terza via di Sandor Marai” (Robin Edizioni). Dopo i saluti istituzionali e l’introduzione del presidente del Circolo, Aldo Rescinito, discuterà con l’Autore il giornalista Giuseppe D’Amico.
Maurizio Pintore è primario dell’Unità Operativa Dipartimentale di Terapia del Dolore della ASL Salerno. Scrive raccontando storie e personaggi della Campania lontano dai cliché che spesso gravano sul nostro Sud. Dal racconto breve che gli è valso due riconoscimenti (Premio nazionale “Paestum”, 2013 e Premio “Città del Tubenna”, 2019) approda al libro con l’opera prima “Tutto qui…” (Print Art, 2019), con il quale si aggiudica il premio letterario internazionale “Nova Sociale” (2019).
“Il penultimo dono” è il suo primo romanzo e racconta gli ultimi anni della vita dello scrittore ungherese Sándor Márai che, a giudizio di Pintore, avrebbe meritato il Premio Nobel. “Esule volontario”, Sándor Márai nel 1948 aveva lasciato definitivamente l’Ungheria che si trovava sotto il regime comunista con cui egli non voleva avere niente a che fare scegliendo la dolorosa strada dell’esilio volontario. Si recò prima in Germania per poi trasferirsi a Napoli dove rimase per quattro anni fino al 1952.
Da Napoli approdò negli Stati Uniti per poi tornare in Italia, a Salerno, dal 1968 al 1980, per poi rientrare definitivamente negli Stati Uniti. L’autore di capolavori letterari unici, come “Le braci”, “La donna giusta”, “Confessioni di un borghese”, “Il sangue di S. Gennaro” (ambientato a Napoli, città dove visse dal ’48 al ’52), dal carattere schivo, riservato, vive nel più profondo anonimato, in condizioni fisiche sempre più precarie per l’età, quasi cieco, aggrappato alla letteratura, letta e scritta, àncora di sopravvivenza. La perdita dei suoi affetti, in primis la moglie Lola, compagna di vita, è fonte di ferite insanabili. Il destino gli ha negato “L’ultimo dono”, morire con lei.
Salerno è una tappa importante del suo esilio, dove con Lola è stato felice. Pintore ricompone i pezzi di un puzzle, in un’atmosfera da “thriller emotivo” sospesa fra Salerno e San Diego. Scoperte inedite produrranno una “implosione emotiva” nella vita dello scrittore magiaro, con il coinvolgimento silenzioso di comparse, protagonisti aggiunti, sulla scena teatrale che dal Pacifico naviga verso il Tirreno dove Salerno, a tutti gli effetti, è il rovescio della medaglia del romanzo. Sándor Márai aveva celebrato nel suo capolavoro “Il sangue di S. Gennaro” il concetto di “Terza via”. Il romanzo, nello stile della “ucronia”, prevede questa possibilità, regalando ai protagonisti un’alternativa di vita ed al lettore un finale imprevisto.