
“Caggiano, Polla e Sant’ Arsenio, nella loro storia recente, pur sapendo che la creatività non è sempre una ricetta salva territori, possono vantare la nascita di nuovi laboratori a creatività flessibile”. Lo afferma Pasquale Persico* in un interessante articolo scritto per la sua rubrica “Il Punto di Arpocrate”, pubblicata settimanalmente su Salerno Economy, che punta l’attenzione sul Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano ed Alburni ed in particolare sulla cosiddetta “Ecologia Creativa”, strumento ritenuto utile contributo per gestire la fragilità dei territori. Persico ripercorre parte della storia del PNCVDA, ricordando che “il Piano strategico approvato nel 2001 ebbe una sua fase storica di creatività ecologica spinta”, ma poi “…l’ipotesi di manutenzione della città del quarto paesaggio è stata, poi, messa in discussione dalla voglia miope di moltiplicare il tema del turismo come settore principale dello sviluppo”. Secondo Persico “nonostante i quattro riconoscimenti Unesco, oggi nel territorio del PNCVDA è molto bassa la misura dell’essere creativi… la maggior parte dei comuni ha preferito fare la manutenzione dei temi dell’Assenza e riprodurre milieu** malinconici… la perdita di popolazione è la variabile proxy sintesi di questa generale regressione”. Sempre secondo Persico non si è fatto abbastanza per arginare questa regressione: “…la creatività dell’ingegnere, dell’operatore sociale, dell’urbanista, degli architetti, del geologo utopista, dello specialista degli eventi di comunicazione, di quello della nuova edilizia abitativa, dell’esperto di intelligenza artificiale, dell’esperto di scienze naturali e di clima, dell’ambientalista e dell’artista, ma soprattutto della gente comune che lavora per il proprio territorio, non è entrata in campo, in maniera da costituire la massa critica della metamorfosi opportuna e necessaria”.
Persico si domanda se non sia il caso di riprendere la lezione della “Città del Parco”: “Dobbiamo pensare nuovamente, sia orizzontalmente sia verticalmente, per vedere in simultaneità, strategie e dettagli? Uno sviluppo capace di restaurare e ripristinare l’ambiente del buon vivere deve farsi largo. Ripartire dai luoghi dell’assenza, e/o dai non luoghi e tentare di innestare processi di milieu creativi, potrebbe essere una strategia?”.
In questo contesto (nel quale “è emerso nuovamente il tema di una ripartenza; questa volta si parla di terza iconologia, cioè di un impegno al quadrato sui temi della biodiversità da moltiplicare allontanandosi dal terzo paesaggio della città metropolitana in crisi di urbanità”), Persico punta l’attenzione su Caggiano, Polla e Sant’Arsenio: “Caggiano ha attratto in tre palazzi prestigiosi alcuni archivi del contemporaneo della Fondazione Morra, di assoluto valore mondiale, e nella sua area artigianale alcune imprese si segnalano per una creatività spinta verso l’innovazione (vedi Albero in cemento che assorbe CO2 ed il Furgone per l‘agricoltura a quattro ruote motrici a trazione elettrica). Polla e il suo nuovo Palazzo, Palazzo Albirosa, accoglie un centro studio dedicato alle neuroscienze a spettro di conoscenza largo, e si candida a rivoluzionare la Medicina di Comunità. Infine Sant’ Arsenio, con il suo Progetto di Summer School dedicata al tema delle Fabbriche creative per ricalibrare la nuova formazione dei giovani, si affida all’ IRIS-CNR per riorientare l’offerta di lavoro utile”.
Un rottura dei confini -dunque- che per Persico diventa il presupposto per parlare di Milieu creativi a geografia variabile: “… i tre comuni insieme -continua- parlano di nuovi arcipelaghi di urbanità e terza ecologia, da mettere in rete lungo l’Appennino verso il Pollino. Sabato 27 luglio un raggruppamento di adolescenti ha seguito Luca, un giovane dodicenne, capace di suonare la tromba con pause di silenzio lunghe per farsi riconoscere dal Nibbio reale, recentemente ferito a Polla. Il Nibbio reale vive bene nelle valli delle orchidee dei tre parchi nazionali contigui; il Nibbio reale è, anche, l’uccello studiato da Leonardo da Vinci per apprendere come indossare i nuovi occhiali della mente e costruire macroscopi, capaci di farci capire che le mappe non sono il territorio; lui, lo scienziato sintesi di mille saperi, aveva capito che saperle generare, però, ed usare con creatività, era ed è una buona prassi per parlare di Milieu Creativi”.
Pasquale Persico* è nato nel 1946. È stato Ordinario di Economia Politica, Scienze della Comunicazione presso l’Università di Salerno dal 1987. Ha insegnato Economia Politica, Econometria, Politica economica ed Economia Italiana nell’Università Aldo Moro di Bari, nelle Università Orientale e Parthenope di Napoli, presso l’Università delle Calabrie e presso l’Università La Sapienza di Roma. Nel 1981 ha vinto il Premio Saint Vincent per l’Economia e negli anni successivi si afferma come Research Scholar presso la London School of Economics e come Visiting presso il SIRCED della stessa Scuola. Nel 1987 è stato Consultant OCDE presso la Divisione Scienze e Tecnologia. Nel 1990 è stato Responsabile del Corso di Dottorato di ricerca in Economia del settore pubblico dell’Università di Salerno e, dal 1987 al 2000 e dal 2006 al 2011, Direttore del Dipartimento di Scienze Economiche della stessa università. Negli anni è stato responsabile di diversi piani di sviluppo socioeconomico, come quello della Val D’Agri nel 1999 e del Parco Nazionale del Cilento (patrimonio mondiale Unesco) (approvato all’unanimità dagli 80 comuni del parco e dai 15 che hanno chiesto di far parte delle aree contigue) dal 1999 ad oggi. È stato, inoltre, Responsabile Scientifico del PIT del Parco Nazionale del Cilento nel 2002. Per l’area del Basso Ferrarese ha coordinato il programma strategico “Identità e Sviluppo”. Dal 1993 al 1997 è stato assessore allo sviluppo del Comune di Salerno e nel 2001 Assessore alle Politiche del territorio e dell’ambiente della Regione Campania. È Direttore della collana di ricerca “Le città degli uomini” e della collana “La Città e L’altra città”, questa in collaborazione con Maria Cristina Treu.
Milieu** significato: “Ambiente, anche in italiano in senso sociologico e culturale, in quanto fattore determinante di processi politici, sociali, artistici e letterari”.