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Con-Tatto- 2023: “L’anno vecchio è finito ormai, ma qualcosa ancora qui non va!”

Di Giuseppe Geppino D’Amico

“Caro amico, ti scrivo, così mi distraggo un po’ // E siccome sei molto lontano, più forte ti scriverò
Da quando sei partito c’è una grande novità // L’anno vecchio è finito, ormai //
Ma qualcosa ancora qui non va”.

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È difficile dare torto a Lucio Dalla che nel 1979 cantava “L’anno vecchio è finito ormai //
Ma qualcosa ancora qui non va”.
In attesa delle novità del 2024 cerchiamo di capire che anno è stato il 2023 per il nostro territorio. Non sono mancate iniziative positive ma sono ancora molte le cose che non vanno per il verso giusto. Sono numerosi gli avvenimenti dell’anno 2023 meritevoli di una riflessione. Cominciamo da alcune note positive provenienti dal mondo dell’imprenditoria. A fianco di imprenditori affermati anche fuori della nostra provincia ci piace segnalare il successo di alcune start up, imprese giovani e innovative incentrate sulla tecnologia, che si concentrano sulla capitalizzazione di prodotti o servizi commercializzati attraverso Internet. Si tratta di giovani con laurea i quali hanno deciso di investire e rimanere in loco. L’auspicio è che nell’anno che verrà le iniziative intraprese possano rafforzarsi. Un discorso a parte va fatto per la politica, un campo in cui il Vallo di Diano non sempre brilla per iniziative e per unità di intenti. Sembra quasi che il principio sia questo: “Se una cosa non la faccio io è meglio che non la faccia qualche altro”.

Tra le iniziative avviate e ancora in itinere sulle quali il giudizio può dirsi positivo ne ricordiamo alcune che, se portate a termine, incideranno positivamente sul futuro del territorio. La prima riguarda la legge proposta da Corrado Matera e approvata all’unanimità dal Consiglio Regionale della Campania per chiedere al Parlamento di rivedere la geografia giudiziaria riportando il tribunale a Sala Consilina, ponendo fine ad “una ferita che sanguina” (il copyright della definizione è di un magistrato di Salerno). La legge è stata di recente presentata ufficialmente alla Commissione Giustizia del Senato suscitando notevole interesse. Ne seguiremo gli sviluppi.

La seconda iniziativa riguarda la linea dell’Alta Velocità Salerno-Reggio Calabria che attraverserà il territorio con una stazione nel territorio di Padula. La decisione, ufficializzata dai tecnici di RFI e Italferr nel corso del Dibattito pubblico del 12 dicembre a Sant’Arsenio e a Padula, dovrà essere ratificata dal Governo. Tutti d’accordo sul progetto ma anche in questo caso non sono mancate divergenze tra gli amministratori prima sulla collocazione e poi sul nome da dare alla stazione.

Nell’elenco delle cose negative va inserita la grave crisi in cui versa l’ospedale “Luigi Curto” di Polla dovuta a gravi carenze di organico, con turni particolarmente faticosi per il personale in servizio. Di fronte alle richieste di copertura degli organici la risposta è sempre la stessa: la carenza di medici interessa tutta l’Italia. E questo ci riporta alla legge che ha previsto il numero chiuso nelle facoltà di medicina e chirurgia dove si accede previo superamento di quiz spesso allucinanti: non si diventa bravi medici rispondendo correttamente ad un quiz relativo al significato del termine “grattachecca” ed altre amenità similari.

Nei mesi scorsi sono stati effettuati i primi lavori di una certa importanza per la sistemazione del fiume Tanagro nel comune di Polla; altri ne sono previsti, in parte già finanziati dalla Regione Campania e affidati al Consorzio di Bonifica per la sistemazione dell’intero tratto del fiume. Languono, invece, i lavori di competenza della Provincia per la ricostruzione del ponte Caiazzano, tra Sassano e Padula, chiuso al traffico da due anni con gravi disagi per le popolazioni interessate.

Non meno grave la situazione che si prospetta per il mondo della scuola. In Campania, per effetto del dimensionamento scolastico, secondo i desiderata del ministro Valditara dovrebbero scomparire entro il 2024 ben 120 istituti, 41 dei quali in provincia di Salerno. Tutto trova origine dalla decisione del governo nazionale di accorpare gli istituti con meno di 900 iscritti. Nel Vallo di Diano i comuni interessati sono Sant’Arsenio, Buonabitacolo, Montesano sulla Marcellana, Sala Consilina, Caggiano e Polla.  Legittime le preoccupazioni di sindacati, presidi e docenti della Campania, una regione in cui i dati della dispersione e dell’abbandono scolastico sono molto alti e quelli resi noti da Invalsi ci dicono che in Campania abbiamo gli studenti meno preparati d’Italia.

Ma c’è dell’altro: una recente ricerca dell’Università di Bologna con il coinvolgimento di 2137 studenti di 45 atenei italiani ci dice che quelli della generazione WatsApp arrivano all’Università ma non sanno scrivere un testo complesso: errori di grammatica, punteggiatura sbagliata, povertà di lessico e poche letture. Tutte cose che si insegnano e si imparano nelle scuole primarie.

In campo turistico-culturale desta non poche preoccupazioni la Certosa di Padula non solo per la vicenda della scala in ferro appoggiata sul muro esterno del monumento che è sotto la tutela Unesco, ma anche per lo stato di abbandono in cui si trova: carenza di personale e assenza di una direzione in loco fanno sì che il cenobio continui a perdere visitatori con gravi ripercussioni sulla economia. 

Alla vigilia di Natale il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha affermato che “la Cultura è un diritto di tutti”, orgoglioso perché i musei sarebbero rimasti aperti anche durante le feste. Invece, a Natale la Certosa è rimasta desolatamente chiusa; uno scarno comunicato sui social ha annunciato: “aperta a Santo Stefano, chiusa il 27 dicembre e il 3 gennaio. Seguirà comunicazione su 1 gennaio”! L’incertezza regna sovrana. Lo stesso ministro aveva promesso agli inizi di novembre, a Buccino, aveva promesso: “A Padula verrò prestissimo”.  La Certosa ha bisogno di una direzione in loco, non può dipendere da Napoli, una città ricca di straordinarie opere d’arte ma anche di problemi propri. Legittimo chiedere: quali decisioni si vorranno adottare sul futuro del monumento e della scala? Stendendo un velo pietoso sull’affermazione, che si commenta da sé, espressa da un ex ministro lumbard (“Con la Cultura non si mangia”) preferiamo concludere con un pensiero del maestro Riccardo Muti: “Un’orchestra sinfonica costa meno di un calciatore. Quale eredità speriamo di lasciare ai nostri figli? La Cultura non esiste per trarre profitto ma per educare. Se non diamo ai nostri bambini la possibilità di avvicinarsi alla Cultura essi sono condannati a un futuro molto superficiale e pericoloso”. Dieci anni dopo il monito del maestro Muti è ancora attuale: il rischio è che fra un anno torneremo a dire con Lucio Dalla “L’anno vecchio è finito, ormai //Ma qualcosa ancora qui non va”! Auguri di buon anno.

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Direttore responsabile: Giuseppe Geppino D’Amico
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