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Caritas Campania, padre De Luca: povertà vera emergenza, anche chi ha un lavoro è in difficoltà

di GIANFRANCO STABILE

Un quadro complessivo negativo, con l’avanzare inesorabile delle nuove povertà, in particolare nelle aree interne. È quanto emerge dal Dossier regionale sulle Povertà 2023 della Caritas, presentato ieri a Sala Consilina. Nella sede del Centro diocesano d’Ascolto presso la chiesa di Sant’Anna ne hanno parlato padre Antonio De Luca, vescovo della Diocesi di Teggiano e Policastro e responsabile Caritas Campania, don Martino De Pasquale, direttore Caritas diocesana, e Roberto Tuorto, direttore del Banco alimentare della Campania.

Davanti ad una platea composta da volontari, attivisti e cittadini, i relatori hanno snocciolato dati critici, con il paradosso che oggi tra i nuovi poveri vanno inserite anche quelle famiglie all’interno delle quali c’è chi lavora e guadagna ma non abbastanza da provvedere al sostentamento mensile.

PADRE ANTONIO DE LUCA
vescovo della diocesi di Teggiano e Policastro
direttore Caritas regionale campana

Particolare preoccupazione destano le aree interne dove la povertà avanza a braccetto con lo spopolamento. Come per il Vallo di Diano, quando parla di aree interne la Caritas intende “aree geografiche significativamente distanti dai grandi centri di agglomerazione e di servizio, con traiettorie di sviluppo instabili e problemi demografici. Nella nostra regione le differenze tra le aree costiere e quelle interne tendono ancor più a polarizzarsi“.

Più in generale, la popolazione della Campania al 1° gennaio 2023 è pari a 5.592.175 abitanti (fonte Istat). Dal 2012 quando gli abitanti erano 5.827.593 ad oggi, la popolazione è costantemente diminuita, con un decremento del 4,21%. Anche nei primi 6 mesi del 2023 si conferma questo trend e per gli anni a venire le previsioni sono anche peggiori.

ROBERTO TUORTO
direttore regionale Caritas Campania

I dati campani sono in linea con quelli del Sud. I relatori riportano stralci del Dossier. “Dal 2002 al 2020 quasi 2 milioni e 500 mila persone hanno lasciato il Mezzogiorno, trattandosi per oltre la metà di giovani di età compresa tra i 15 e i 34 anni, e per un quinto di laureati. Tra il 2001 e il 2021 la quota di emigrati meridionali con elevate competenze (in possesso di laurea o titolo di studio superiore) si è più che triplicata, da circa il 9% a oltre il 34%. Nel 2021 su 100 emigrati dal Mezzogiorno oltre 34 possedevano la laurea, 30 almeno un diploma di scuola secondaria inferiore e 36 un diploma di scuola secondaria superiore“.

Nello stesso senso va il Report annuale Eurostat sulle condizioni di vita in Europa emerge che la Campania e la Calabria sono tra le rime quattro regioni in Europa con una quota più alta di persone a rischio povertà ed esclusione sociale. Nel 2022, in Campania si registrava il secondo dato più alto in Europa – dopo il Sud-Est della Romania – con il 46,2%, contro una media europea del 21,6%.

Dalle statistiche dell’Istat sulla povertà per l’anno 2022 emerge che sono poco più di 2,18 milioni le famiglie in povertà assoluta, per un totale di oltre 5,6 milioni di individui. L’incidenza delle famiglie in povertà assoluta si conferma più alta nel Mezzogiorno (10,7%, da 10,1% del 2021), con un picco nel Sud (11,2%), seguita dal Nord-est (7,9%) e Nord-ovest (7,2%); il Centro conferma i valori più bassi dell’incidenza (6,4%). Tra le famiglie povere il 41,4% risiede nel Mezzogiorno (41,7% nel 2021) e il 42,9% al Nord (42,6% nel 2021).

EMPORIO DELLA SOLIDARIETÀ
presso chiesa di Sant’Anna a Sala Consilina (SA)
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