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Sala Consilina, Ivan Bruno Presidente della Sezione ANPI Vallo di Diano-Tanagro

di Giuseppe D’Amico

Nel pomeriggio del 17 Novembre si è svolta, presso la sede della CGIL di Sala Consilina, la prima assemblea della sezione ANPI Vallo di Diano-Tanagro intitolata a Giovanni Bruno e Raffaele Giallorenzo, vittime del nazifascismo.

Presente alla riunione il Presidente provinciale, Ubaldo Baldi, che ha introdotto i lavori. Si è quindi proceduto in pieno accordo alla costituzione degli organi del Comitato di sezione così pome previsto dalla norme statutarie. È stato individuato come presidente Ivan Bruno, il quale, nell’accettare l’incarico ha ribadito il suo impegno non solo per tutelare la memoria della Resistenza ma anche per promuovere iniziative rivolte ai giovani sui temi della legalità, dell’ambiente e della difesa della Costituzione. Nei prossimi mesi saranno studiate ed organizzate una serie di manifestazioni atte a promuovere la conoscenza attiva e la memoria storica di importanti avvenimenti verificatesi nel Vallo di Diano e del Tanagro nel ventennio fascista e nel biennio ‘43 – ‘45 (rivolte contadine di Monte San Giacomo del ‘33, lo “sciopero” di Montesano del ‘43, la Repubblica di Sanza del ‘44).

Giovanni Marmo, originario diSala Consilina, rimase ucciso in Toscana insieme a Mario Marapitti nel corso di un’imboscata tesa ai partigiani dai fascisti di Ciggiano il 16 Aprile 1944. Sul luogo dell’agguato un cippo ricorda i due partigiani. Si tratta di una pietra dal contorno irregolare in cui è apposta, mediante quattro punzoni in bronzo, una lapide rettangolare di marmo la cui parte superiore è leggermente arcuata. Questa reca incisa l’epigrafe, composta dai nomi dei due Caduti e dalla loro data di morte. Nella lapide sono incastonate anche le fotografie in ceramica di Marapitti (a sinistra) e quella di Marmo (a destra), divise da una croce cristiana, anch’essa incisa nel marmo. Il manufatto poggia su un basamento di pietra a pianta rettangolare. Recentemente il cippo è stato rimosso e sostituito nello stesso luogo da una piccola scultura in bronzo posta su di un piedistallo marmoreo. La lapide, fu successivamente collocata nel monumento ai Caduti in guerra nel centro del villaggio.

Raffaele Giallorenzo, nato ad Auletta, fu catturato dalle Brigate Nere di Pinerolo il 3 gennaio 1945 e fucilato a Ponte Chisone insieme ad altri partigiani da un plotone composto da soldati tedeschi e militi delle Brigate Nere di Pinerolo. Raffaele Giallorenzo era allievo della Scuola di Cavalleria di Pinerolo e dopo l’8 settembre cercò di ritornare ad Auletta ma a Bologna fu costretto a ritornare indietro per i ferrei controlli dei nazisti e si unì ai partigiani di GL. Fermato insieme ad un partigiano ad un posto di blocco dalle ronde fasciste a Campiglione Fenile, fu arrestato e rinchiuso nella caserma dei carabinieri di Pinerolo. Durante la detenzione fu torturato più volte ma non rivelò nomi o fatti di cui era a conoscenza. Il 10 marzo del 1945 fu fucilato a Ponte Chisone assieme ad altri 6 partigiani per rappresaglia dopo che una bomba aveva provocato la morte di un gruppo di tedeschi e repubblichini sul vagone della tramvia Pinerolo-Perosa. La salma di Raffaele ci fu restituita dopo qualche mese e quando il camion che la trasportava arrivò dalle parti di Auletta l’autista si fermò a chiedere informazioni ai cantonieri che lì lavoravano; uno di quelli era il padre. Quando chiese di chi fosse quella salma gli fu risposto Raffaele Giallorenzo… lui a sua volta piangendo disse “È mio figlio…”; quindi, salì sul camion e riaccompagnò a casa il figlio…

Tra gli altri giovani che pagarono con la vita il loro impegno contro il nazifascismo l’ANPI ricorda altri nostri conterranei:

  • Domenico Caggiano (Caggiano), fucilato il 29 novembre 1944 (24 anni);
  • Antonio Montello (San Pietro al Tanagro), fucilato il 22 luglio 1944 (35 anni);
  • Paolo Arenare (Teggiano), caduto a Valdossola (data ancora sconosciuta);
  • Pasqualino Lammardo (Teggiano), caduto (22 anni);
  • Attilio Cirillo (Atena Lucana), Carabiniere caduto a Creta (1943)
  • Giuseppe D’Alto Sala Consilina), Uff. Esercito, fucilato in Albania, ottobre 1943.

*****

Nel corso del convegno di presentazione della sezione, svoltosi nel giugno scorso a Sala Consilina presso il Polo Culturale Cappuccini alla presenza di numerosi familiari dei due partigiani a cui la sezione è intitolata, fu pubblicato l’opuscolo dal significativo titolo “…e questo è il fiore del Partigiano morto per la libertà!”, curato da Angelo Giocoli ed Arianna Marchesano.

La sezione ANPI Vallo di Diano-Tanagro si propone di dare continuità alle ricerche finora effettuate e di coinvolgere le nuove generazioni, di essere un luogo di incontri, dibattiti, di aggregazione e di tutela attiva della democrazia. In tal senso ospiterà una biblioteca e promuoverà attività formative rivolte alle istituzioni scolastiche del territorio. Nel corso della riunione di Sala Consilina è stato anche ribadito l’impegno per organizzare il 16 aprile 2024 una degna commemorazione a Sala Consilina di Giovanni Bruno nell’80° della morte del partigiano, avvenuta il 16 aprile 2024.

Da anni l’ANPI sta portando avanti in tutta Italia una serie di iniziative per far conoscere alle giovani generazioni “il sacrificio dei partigiani nella lotta di liberazione contro il fascismo, nata da una scelta di campo contro un regime autoritario, razzista, guerrafondaio che non esitò a schierarsi con i nazisti per schiacciare la dignità degli uomini e asservire altri popoli”. L’auspicio dei dirigenti è che la nascita della sezione sia “l’inizio di un percorso di ricerca e approfondimento che continuerà nei prossimi mesi, senza perdere di vista il presente e i pericoli che corre in questi frangenti politici la nostra Costituzione e la nostra Democrazia”. E quando si parla di Costituzione è opportuno ricordare le parole di Piero Calandrei, uno dei Padri Costituenti, pronunciate nel corso del “Discorso ai giovani di Milano” il 26 gennaio del 1955: “Se voi volete andare in pellegrinaggio, nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati, dovunque è morto un italiano, per riscattare la libertà e la dignità: andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione”.

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