Ha suscitato notevole interesse il romanzo “Imperfezioni” (Iride Edizioni) della giornalista “Quotidiano Nazionale” e scrittrice Claudia Marin, presentato sabato scorso a Sala Consilina presso il Bookstore Mondadori. Ne hanno discusso con l’Autrice Angela D’Alto, Giuseppe D’Amico e Katia Pafundi. Pubblichiamo di seguito alcune riflessioni di Giuseppe D’Amico.
Di Giuseppe Geppino D’Amico
Protagonista di “Imperfezioni” è la violenza psicologica domestica, che l’Autrice illustra attraverso lo sguardo di una giovane donna che è caduta fra le braccia dell’uomo sbagliato. Una storia, purtroppo, presente ancora oggi in molte famiglie che vivono una vita inquinata da “imperfezioni” (da qui il titolo del romanzo) e caratterizzata da ansia, rabbia, paura. Una vita diversa rispetto a quella che appare all’esterno. È una storia di sopraffazione che, però, ha un finale forte e inaspettato. La coppia formata da Azzurra e Andrea è all’apparenza senza problemi: entrambi di bella presenza, benestanti, appartenenti alla buona borghesia; peraltro, la loro unione è allietata dalla nascita di tre figli. Il loro sodalizio non è esente da problemi anche se appare perfetto a chi non sa e non vuole vedere -a cominciare dalle rispettive famiglie – ma nasconde, dietro una “imbarazzante infelicità”, il dramma della violenza domestica, verbale, psicologica e anche fisica.
Azzurra, la protagonista del romanzo vive un rapporto che si nutre di disprezzo, di controllo, di assenza di dialogo e di costante denigrazione da parte del marito. Un rapporto diverso rispetto a come lo aveva immaginato. Però subisce a lungo, quasi passivamente, e in solitudine, sopportando la difficile situazione venutasi a creare con le proprie insicurezze personali e con la difficoltà di ammettere a se stessa e alla società “bene” alla quale appartiene di aver sbagliato a sposare Andrea.
Qualche considerazione va fatta sui protagonisti a cominciare da Azzurra: nel romanzo ogni pensiero che attraversa la sua mente viene analizzato scrupolosamente affinché il lettore possa vivere in prima persona la paura che costantemente la accompagna. Ogni scelta, ogni parola, ogni gesto nascondono un preciso intento che magari sfugge a coloro che vivono accanto alla coppia infelice.
Altro protagonista è Andrea, il marito di Azzurra, che paragona la moglie a una bambina viziata incapace di vivere lontano dai genitori. Pian piano quest’idea entra nella mente di Azzurra come la realtà dei fatti che non può cambiare: lei è consapevole di essere una bambina esclusa da una riunione per soli adulti perché l’ha fatta grossa.
Terza protagonista è Elisa, l’amica psicologa, unica spettatrice dei soliloqui di Azzurra. Ci sono poi gli spettatori ciechi; ciechi perché non si accorgono del tormento interiore di Azzurra che, pur essendo succube del marito, riesce a celare il proprio malessere agli occhi di un mondo circostante che non ama essere disturbato da verità scomode. La vita della famiglia è ricca di feste di compleanno e giornate trascorse in spiaggia ma nemmeno in queste occasione Azzurra è felice.
Nel caso di Azzurra, l’accanimento che subisce perché non è una donna “di successo” è un fatto pretestuoso che il marito strumentalizza, facendo di tutto per incatenare qualsiasi proposito di inserimento professionale di lei. Le “Imperfezioni”, oltre a riguardare i difetti di volta in volta invocati da Andrea, sono anche quelli che spesso si ritrovano nell’ambito della buona e sacra borghesia, per certi versi ancora profondamente ipocrita. Azzurra soffre ma la famiglia e gli amici si limitano a raccomandazioni di comune buon senso per far sì che tutto resti tra le mura di casa e non venga percepito all’esterno. Il classico “purché non si sappia in giro”. Troverà il modo di rialzarsi, grazie alla sua passione e vocazione di artista, grazie ai suoi bambini e grazie a Elisa. Ad Azzurra basta sgattaiolare a casa di Elisa; le basta giocare con i figli in spiaggia: questi sono i piccoli momenti che le offrono una piccola fuga da se stessa e dal marito. Quando apre gli occhi e si accorge che ha il dovere e il diritto di scappare dall’abbraccio asfissiante di Andrea, si rivolge all’amica psicologa. Azzurra trasporta il lettore in lunghi soliloqui, che si snodano in diversi capitoli del romanzo, durante i quali ripercorre la propria storia, rileggendo eventi e dinamiche con lo sguardo di donna che, finalmente, è consapevole di sé e della trappola in cui era stata incastrata da Andrea.
Elisa è silenziosa spettatrice che pronuncia pochissime parole, volte semplicemente ad aiutare la protagonista del romanzo a leggere meglio ciò di cui è stata vittima. Ai più, i soliloqui potrebbero apparire una scelta malsana per la protagonista, ma in realtà la lettura minuziosa di se stessa è per Azzurra la porta che la condurrà alla riconquista della propria autostima, mentre il lettore di “Imperfezioni” unisce i pezzi del puzzle. Quando questo sarà terminato, osserverà il mondo con un occhio più consapevole. Per questo cammino di consapevolezza “Imperfezioni” – titolo a suo modo provocatorio – è anche un romanzo di formazione, che racconta in modo preciso e puntuale la dolorosa emancipazione di Azzurra dal “piangere e singhiozzare” chiusa in bagno alla scoperta di non avere più paura, alla decisione di volersi riprendere la propria vita. Ad aiutarla, oltre ad Elisa c’è il confronto non sempre cercato, ma senza dubbio vivo, con la madre che a un certo punto comprende i problemi della figlia e la sprona a rendersi protagonista della propria liberazione.

Imperfezioni è un romanzo scritto da una donna, analizza problematiche femminili ma parla a tutti: alle donne come agli uomini, ai giovani come ai meno giovani perché racconta di un confine invisibile, ancestrale e immanente, facilmente valicabile: quello che separa la normalità dall’abisso, nel quale si può cadere senza rendersi troppo conto, con uno scalino dell’autostima che cede verso il basso giorno dopo giorno. Ma dal quale si può anche risalire.