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Fondazione MIdA, dal confronto di Auletta prove di dialogo per il futuro delle Grotte?

di GIUSEPPE GEPPINO D’AMICO

Le Grotte di Pertosa e Auletta sempre più al centro di dibattito che con il trascorrere dei giorni si arricchisce di ulteriori elementi, coinvolgendo nuovi soggetti rispetto ai primi protagonisti della querelle.

Tutto è iniziato a seguito della decisione del Consiglio di Amministrazione della Fondazione MIdA di concedere per cinque anni l’uso delle Grotte per riproporre lo spettacolo “L’Inferno di Dante”.

Dopo il primo intervento di Francescantonio D’Orilia, già presidente della Fondazione, e la risposta della presidente in carica Maria Rosaria Carfagna (ad entrambi abbiamo riservato ampio spazio nei giorni precedenti), il dibattito è entrato nel vivo grazie ad una iniziativa assunta dall’ex sindaco di Auletta, Carmine Cocozza, il quale ha indetto un incontro pubblico ad Auletta “per discutere su un argomento di interesse generale della popolazione di Auletta e della dalla valenza territoriale: Fondazione MIdA, analisi e prospettive della nuova gestione e dell’iniziativa della proposta della spettacolo dell’Inferno di Dante”.

Cocozza ha invitato tutti i protagonisti della vicenda ad intervenire. L’invito è stato accolto oltre che da D’Orilia, anche da Pietro Pessolano e Domenico Barba, rispettivamente sindaci di Auletta e Pertosa. Non è passata sotto silenzio l’assenza della presidente Maria Rosaria Carfagna che, a giudizio di molti presenti all’assemblea, avrebbe consentito di chiarire meglio il quadro della situazione.

Tutto è iniziato quando D’Orilia ha inviato una nota ai vertici della Fondazione invitandoli a riflettere su alcune decisioni assunte per evitare alla Fondazione “di trovarsi di nuovo in una situazione che già in passato ha rischiato di compromettere seriamente la sua sopravvivenza e con essa la stabilità lavorativa dei dipendenti”. Questo perché “il Consiglio di amministrazione e la nuova Presidente hanno deciso di concedere ad una società privata la gestione in esclusiva per cinque anni della Grotta dell’Angelo per lo svolgimento dello spettacolo Inferno di Dante. Con questa decisione si potrebbe cancellare con un colpo di spugna tutto il contenzioso giudiziario ancora in essere tra la Fondazione MIdA e la e la società che dal 2007 al 2014 ha prodotto lo spettacolo, il cui titolare (in lite con la Fondazione) è ora il direttore artistico della società aggiudicataria della gara”.

La presidente Carfagna si è difesa contestando le affermazioni di D’Orilia con un pubblico manifesto (da noi pubblicato integralmente) e parlando di “teatro dell’assurdo” posto in essere dal suo predecessore.

In apertura dei lavori Carmine Cocozza, dopo avere ricordato quanti diedero vita alla Fondazione che è la dimostrazione che di cultura si può vivere ha sostenuto che “la gestione comune di Pertosa ed Auletta ha portato grandi benefici ma, lo affermo senza spirito di polemica, è evidente che alcune cose non sono chiare per cui è meglio chiarirle a cominciare dal completamento del consiglio di amministrazione che non è completo perché privo di due componenti rispetto ai cinque previsti”. Naturalmente, l’intervento più atteso era quello di D’Orilia il quale ha confermato il contenuto del suo manifesto ed ha contestato la ricostruzione dei fatti proposta dalla Carfagna che “essendo alla guida della Fondazione solo dal mese di aprile non conosce i fatti”; ha poi evidenziato che “la responsabilità della vicenda Corrado è da attribuirsi al direttore dell’epoca che ho mandato a casa assumendone personalmente e gratuitamente l’incarico. Con la mia iniziativa ho solo cercato di mettere in guardia la presidente e, non avendo avuto risposta, ho portato la vicenda all’attenzione dei cittadini con un pubblico manifesto anche perché la delibera di aggiudicazione della gara rischia di porre fine al contenzioso con la Società Tappeto volante con grave nocumento per la Fondazione. Si è ancora in tempo a rivedere la deliberazione. Non dimentichiamo che la sentenza del Tribunale di Lagonegro dovrebbe arrivare nel prossimo febbraio”.

D’Orilia non si è lasciato sfuggire l’occasione per rispondere ai rilievi della Carfagna ricordando di essere stato eletto presidente della Fondazione nel 2008 mentre il contratto con il Tappeto Volente era stato sottoscritto nel 2007 quando c’erano un altro presidente ed un altro Direttore (il secondo in carica dal 2004 al 2014) mandato via proprio nel 2014 quando ebbe inizio il contenzioso con la società Tappeto volante: “Un ruolo importantissimo per la gestione delle Grotte è proprio quello del Direttore che, nel caso delle Grotte avrebbe dovuto controllare il puntuale pagamento delle quote intervenendo per evitare il contenzioso con la società. Da quando ho assunto anche l’incarico di Direttore -ha affermato D’Orilia- è iniziato il risanamento economico e oggi posso dire di avere consegnato all’attuale Dirigenza una Fondazione con bilancio completamente risanato ed in attivo”. Per D’Orilia “l’aspetto più preoccupante è dato dall’assenza, prima della pubblicazione dell’avviso di gara, del nulla osta da parte della Soprintendenza Archeologia di Avellino e Salerno e dell’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale. Inoltre, fino a tre anni la Fondazione aveva veste giuridica privata, quindi non era obbligata all’applicazione del codice dei contratti. Ora la Fondazione è una partecipata della Regione per cui deve osservare disposizioni ben diverse”.

Sull’iter della concessione ad una nuova società dell’autorizzazione per riproporre lo spettacolo dantesco sono intervenuti i sindaci di Pertosa e Auletta. Domenico Barba ha contestato il manifesto di D’Orilia in merito all’accusa di svendita delle Grotte perché allo stato “c’è solo una manifestazione di interesse e non è detto che la cosa debba avere un seguito. So solo che si deve siglare un contratto dove ci si impegna a rispettare il luogo e l’economia del posto”.

Dello stesso tenore le dichiarazioni di Pietro Pessolano: “Al momento non è stato firmato nessun contratto; vedremo se accadrà anche per tutte le postille che saranno previste e che dovranno essere rispettate. Può essere che non accadrà. Accettiamo i consigli, i suggerimenti, ma lasciate lavorare chi sta amministrando”.

Intervenendo nel dibattito, il consigliere comunale di Auletta, Onofrio Cocozza, dopo avere mosso alcuni rilievi all’operato di D’Orilia “per non avere interessato le amministrazioni di Pertosa e Auletta quando la Tappeto Volante contraeva il debito ha invitato tutti “a lavare in casa i panni sporchi”.

L’avvocato Roberto Boninfante, legale della Fondazione nella vertenza con la Società Tappeto Volente, ha illustrato l’iter del contenzioso, mentre la speleologa Rosangela Addesso, ha difeso l’operato di D’Orilia ricordando i risultati ottenuti specialmente in tema di sostenibilità ambientale: “Un recente studio condotto per calcolare il carico turistico delle Grotte ha dimostrato che con la gestione D’Orilia erano stati raggiunti parametri importanti”.

Aldilà delle convinzioni di ognuno il dato di maggiore rilievo emerso dall’incontro-dibattito di Auletta è rappresentato dalla volontà di lavorare per assicurare alle Grotte iniziative sostenibili che non possano arrecare danni all’ambiente e all’economia del territorio.

Il dialogo è necessario: gli elementi emersi dovrebbero essere sufficienti ad operare per il meglio. La parola passa ora a chi deve decidere non dimenticando che le Grotte rappresentano una grande risorsa per il territorio.

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