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Sapri, alto gradimento per la mostra del pittore Carlo Gentile

Di Giuseppe Geppino D’Amico

Ha riscosso notevoli consensi di critica e di pubblico la personale dal tema “Reset” del giovane pittore saprese Carlo Gentile, allestita nei locali dell’ex edificio della scuola media Santa Croce di Sapri. Carlo Gentile è nato a Sapri nel 1982.

Artista autodidatta e poliedrico si muove tra la fotografia e la pittura con ibridazioni e aperture alle ultime tecnologie quali intelligenza artificiale e immagini generative.

Le tecniche usate sono un misto su svariati supporti, privilegiando l’acrilico su tela, con tratti distintivi quali acrilici fluorescenti, perlescenti e resina epossidica, reagenti alle luci UV. Le opere del pittore saprese assumono carattere geometrico.

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Le principali fonti di ispirazione artistica sono i concetti fisico-matematici, l’osservazione della natura e della luce.

Nella stesura cromatica l’artista incorpora la luce, seguendo un progetto razionale, astratto, di spazio poetico. La sua è un’operazione rigorosa ma anche delicata.

Nel settembre scorso ha esposto le sue opere in una personale a Roma presso la Zalab Gallery. Prossime mostre: una personale sul tema “Interferenze” a Sapri (sempre con la collaborazione della Zalab Gallery di Roma) e, nel corso del 2024, due collettive a Modena.  

La mostra allestita in Santa Croce, di grande impatto culturale, si è avvalsa del patrocinio del Comune e del Rotary Club Villammare Film&Friend. “Siamo lieti di avere promosso e patrocinato la mostra di Carlo Gentile le cui opere -ha affermato il presidente del Rotary Sergio Felicino- hanno ricevuto molteplici apprezzamenti. Va ricordato che tra le finalità del Rotary, c’è quella di favorire la crescita culturale del territorio, lo sviluppo della conoscenza e, in particolare, la difesa e la promozione del nostro patrimonio artistico e culturale”.

***

Riportiamo di seguito il commento dello storico dell’arte Francesco Abbate dedicato al giovane artista saprese: “È noto che la cosiddetta arte astratta si basa spesso su tutto quell’insieme di sensazioni, di percezioni, di emozioni ed anche su quel complesso espressivo di concetti che l’artista propone e comunque coinvolgono anche lo spettatore, il “fruitore” come si usa dire, suscitando a sua volta, in uno scambio dialettico, un complesso di sentimenti diversi.  

Sappiamo che c’è voluto, riguardo l’arte astratta, del tempo prima che si creasse nei due versanti indicati, l’artista e il “fruitore”, questa interazione, quando lo spettatore cercava piuttosto rappresentazioni che richiamassero l’esperienza, la visualità quotidiana. Cosa intenda esprimere, allora, Carlo Gentile lo indica chiaramente: “La percezione della realtà impone attività intensa di azioni reazioni e pensieri. L’interazione con l’esterno inevitabilmente incontra, incrocia, annoda, connette interferenze sovrapposte in forma sequenziale, energie e frequenze, persone e pensieri, a generare alterazioni creative, distruttive talvolta”. Naturalmente queste sono affermazioni, pensieri, che presuppongono una realizzazione figurativa, formale dal momento che l’artista si esprime attraverso le forme. Perché “interferenze”? Ritorna costantemente in queste pitture, intanto, un elemento che non a caso l’artista colloca in primo piano, striature bianche dalla varia forme e consistenza, ora serpentelli ora tacche di spessore e struttura più consistenti; è lo stesso Gentile a indicare in quel candido reticolato una sorta di filtro. Ma quale filtro? Verso l’eventuale “fruitore”, quasi che l’artista volesse proteggere le sue sensazioni più private, che emergono abbastanza tumultuose al di là di quel filtro, che però appare a volte molto ramificato, a volte più consistente, ma in realtà non tale da creare un vero e proprio schermo? Oppure un filtro addirittura nei confronti di se stesso, delle proprie sensazioni, come sublimandole in un confronto più poetico che di contenuti? Quel filtro appare dunque come uno dei due elementi fondanti, per così dire, delle tele esposte in questa mostra. L’altro elemento è lo spiegamento delle sensazioni, emozioni e così via del pittore: emozioni che, ricordiamo ancora, l’artista non può che esprimere per via formale. Ed è appunto su questo aspetto di poesia figurativa che vogliamo spendere qualche parola. Le emozioni-interferenze combattono tra loro, a volte in un vortice, a volte appaiono più distese e i campi di colore si distendono e si allargano, a volte ancora si mostrano quasi pacificate e allora le campiture di colore sorridono in larghi campi di colori primari e luminosi, l’interferenza molesta e divagante si riduce in serpentelli quasi impercettibili, e il rapporto con l’esterno è dato da quelle sbarre colorate che si allargano a indicare che dall’esterno ci si può anche affacciare, discretamente, a osservare lo svolgersi tranquillo delle proprie emozioni”.

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