Di Giuseppe Geppino D’Amico
Sarà Gino Scartaghiande l’ospite d’onore per commemorare Rocco Scotellaro a cento anni dalla nascita. L’appuntamento è previsto per il prossimo 8 luglio, a Eboli (inizio ore 20:00) presso il Giardino Vacca de Dominicis. Gli organizzatori dell’evento sono l’Associazione “Migr-Azioni”, con il delegato nazionale Raffaele Agresti, e la Pro Loco di Eboli, presieduta da Enrico Tortolani.

Oltre agli organizzatori interverranno per un saluto il Sindaco di Eboli. Mario Conte, e l’avvocato e scrittore Aurelio Pace. I Poeti partecipanti sono Milena Cicatiello, Rosario D’Andrea, Giansalvo Pio Fortunato, Angelo Giarletta, Francesco Iannone, Maria Manzolillo, Mimmo Pucciarelli, Lina Rizzo, Alessandro Russo ed Elvira Venosi. Le voci recitanti sono quelle di Agnee Attianese e Fabio Mazzari. Coordina l’incontro Vito Marola. Ospite d’onore, come già detto, sarà il poeta Gino Scartaghiande. Ad allietare la serata la musica del maestro Giuseppe Del Plato. Partner dell’evento sono Eburum Caffè, con l’Amaro Scorzamauriello, la Cantina Bello, Caseficio Fattoria Di Guida, Gattapone APS, RCS75 e La Tv di Gwendalina.

Ingresso libero fino ad esaurimento posti.
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Rocco Scotellaro, il sindaco di Tricarico, poeta e meridionalista, non ha bisogno di presentazioni. Molto è stato scritto della sua attività politica e del patrimonio culturale che ha lasciato. Nel centenario della nascita ci piace ricordarlo attraverso il suo rapporto con il medico scrittore, Carlo Levi, confinato dal Fascismo in Basilicata, e con il giornalista (e meridionalista) Giovanni Russo, originario di Padula. I tre erano legati da una grande amicizia. In particolare, Russo e Scotellaro: entrambi meridionali, non disdegnavano lunghe sfide a morra nei ristoranti romani mentre erano a cena con Mario Pannunzio, il direttore del periodico “Il Mondo”, del quale Russo era un giornalista di punta.

Giovanni Russo partecipò a Tricarico, il 10 aprile 2003, ad un convegno organizzato dalla Confederazione Nazionale Agricoltori (Cia) sul tema “L’attualità di Rocco Scotellaro. Dal declino della civiltà contadina alla rinascita della ruralità”. Giovanni Russo era quasi coetaneo di Rocco Scotellaro e, insieme, avevano frequentato, dopo la fine del fascismo, Carlo Levi e Manlio Rossi-Doria. Al convegno di Tricarico Russo analizzò il rapporto tra il medico-scrittore piemontese e Scotellaro. Parlò dell’amicizia di Rocco con quelli che egli definiva “i suoi due fratelli maggiori”. Lesse alcuni brani delle lettere inedite che Rocco aveva scritto a Rossi Doria (“il professore di Portici”) e all’autore del “Cristo si è fermato a Eboli”. Volle mettere in risalto il legame profondo tra Rossi-Doria e Scotellaro il quale gli confidava i suoi problemi e gli esponeva l’esigenza di trovare un impegno fuori regione. E il professore lo coinvolse nelle attività del Centro di Portici per un’inchiesta sulle campagne meridionali. Sul rapporto intercorso tra Carlo Levi e Scotellaro Giovanni Russo osservò che “sarebbe sbagliato considerare lo scrittore lucano una filiazione dell’intellettuale torinese: mentre per Levi il mondo della ‘civiltà contadina’ era immerso nel mito della memoria, per Scotellaro era una realtà di cui egli interpretava il dramma presente, le aspirazioni, le contraddizioni”.

Come Carlo Levi, Rocco Scotellaro fu sempre dalla parte dei contadini, “contro i ‘luigini” di ogni tempo, che non si possono più subire”. Il rapporto di Scotellaro con Carlo Levi (dal confino in poi) fu molto intenso sia sotto il profilo sia artistico che politico-culturale: fu un rapporto privilegiato di cui sono concrete testimonianze. È importante una testimonianza riportata da Russo, resa da Carlo Levi sulle qualità di Scotellaro dopo avere letto i primi capitoli de “L’uva puttanella”: ‘Questo tuo libro supera il mio Cristo”.