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Rotary e Università Federico II di Napoli insieme per evitare la fuga dei cervelli

Di Giuseppe Geppino D’Amico

Mantenere i cervelli in Italia e in particolare al Sud e reinserire nel mondo del lavoro giovani detenuti: sono le principali finalità dell’Accordo firmato nei giorni scorsi presso la Sala del Consiglio di Amministrazione dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II” tra il Rettore Matteo Lorito e Alessandro Castagnaro, professore federiciano e Governatore del Distretto 2101-Regione Campania del Rotary.Un accordo che rafforza il rapporto di intensa collaborazione tra l’Ateneo Federiciano, che si avvia a celebrare i suoi 800 anni di storia, e il Rotary associazione che, nata nel 1905 a Chicago, opera sia a livello globale che locale con progetti di service. In Campania il Rotary è presente con 74 club e 49 club di Rotaractiani, formati da giovani tra i 18 e i 35 anni. 

All’incontro con il Rettore Matteo Lorito e con la pro-Rettrice Rita Mastrullo erano presenti, per il Rotary, insieme al Governatore in carica Alessandro Castagnaro, il governatore eletto Ugo Oliviero, il governatore designato Angelo Di Rienzo, i past Governor Massimo Franco, Costantino Astarita, Salvatore Iovieno e Michelangelo Ambrosio ed il past Secretary Antonio Ruocco. Al Rettore Lorito il Rotary ha donato il volume “Patrimonio culturale e naturale della Campania. Rigenerazione urbana”, atti di un convegno organizzato dal Distretto Rotary 2101 nello scorso mese di marzo a Palazzo Gravina, realizzato con il contributo scientifico di numerosi docenti Federiciani Rotariani.

“È un accordo importante per la Federico II, per la città e la comunità. Integriamo le azioni dell’Ateneo con quelle del Rotary – ha dichiarato il Rettore Matteo Lorito -. Lavoreremo su tirocini in aziende dei rotariani, iniziative congiunte su opere da produrre insieme, attività rivolte al sociale. Il Rotary ha espresso interesse anche a supportare il nostro lavoro negli istituti di pena. Noi offriamo ben 11 corsi di studio nella Casa circondariale di Secondigliano. Abbiamo notato una grande attrattività anche da parte dei detenuti, possiamo esportare il modello ad altri penitenziari, pure femminili. C’è tanto da fare”.

L’accordo, in linea con l’attività di terza missione dell’Ateneo e con gli obiettivi del Rotary, mira a promuovere iniziative e strumenti per la diffusione, la tutela e il godimento del patrimonio italiano di storia, d’arte e di natura quali mostre, esposizioni, organizzazione di conferenze, seminari, workshop; promuovere congiuntamente tirocini e stage negli ambiti di interesse; fornire supporto all’organizzazione di eventi e manifestazioni culturali promosse dall’Università degli Studi di Napoli Federico II quali, ad esempio, quelle che si svolgeranno nell’ambito delle celebrazioni vanvitelliane che si terranno dal 2023 al 2024; garantire supporto all’organizzazione delle attività didattiche che la Federico II svolge negli istituti di pena, in base alla Convenzione sottoscritta con il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria – Provveditorato Regionale della Campania. Non a caso il Rotary si impegna a effettuare, presso aziende e studi professionali riferibili ai propri associati, una ricognizione di disponibilità ad ospitare e/o organizzare, anche a distanza, tirocini formativi finalizzati al reinserimento dei detenuti nel tessuto sociale produttivo e nel modo del lavoro

“Il primo obiettivo dell’accordo è quello di dare un’opportunità di lavoro ai giovani che si laureano presso la Federico II all’interno di alcuni studi, strutture, aziende, organizzazioni legate al Rotary – ha spiegato il Governatore Alessandro Castagnaro -. Creare un link tra un Ateneo importante come la Federico II e il Rotary (in Campania il Rotary conta circa 2700 soci), può essere fonte di grande occupazione. L’altro obiettivo è l’inserimento per quei giovani associati agli istituti di pena. Il Rotary si propone come anello di congiunzione sia per insegnare dei mestieri che per dare l’opportunità di lavoro e inserimento nel mondo sociale”. 

Tra i principali progetti posti come oggetto dell’Accordo c’è “Ulisse 2101. Giovani, aiutiamoli a restare” un programma di mentoring il cui obiettivo è quello di assistere i giovani della Campania nella loro formazione professionale post-laurea e nel loro inserimento nel mondo del lavoro attraverso un network di contatti e relazioni locali, nazionali e internazionali basato sui Club Rotary e sulle disponibilità professionali e produttive dei soci del Rotary International. Accordi e convenzioni che consentiranno loro di usufruire di tirocini curriculari e svolgere praticantati abilitanti alla professione, accedere alle strutture di formazione professionale di tecnici specializzati, usufruire di borse di studio bandite dal Rotary International e dagli Enti e Strutture ad esso collegate.

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La perdita di tanti giovani che dopo avere ultimato gli studi si trasferiscono al Nord o all’estero è diventato un problema serio per il Sud.  A giudizio degli storici siamo alla quarta ondata migratoria: la prima risale al XIX secolo; la seconda a inizio ‘900 e durante il Fascismo; la terza nel secondo dopoguerra, tra gli anni ’50 e ’70; la quarta è iniziata a ridosso degli anni 2000, prosegue tuttora e viene identificata con l’espressione “fuga dei cervelli”. L’Italia, quindi, si conferma un Paese esportatore non solo di beni e servizi ma anche di capitale umano. Lo si evince da una recente indagine realizzata dall’Istat (Istituto Italiano di Statistica) che nell’ultimo rapporto sulle migrazioni ha quantificato in un milione circa i nostri connazionali espatriati tra il 2012 e il 2021: un quarto dei quali aveva una laurea.

Quindi, sono sempre più i giovani a lasciare il nostro Paese. Secondo gli ultimi numeri pre-Covid, nel solo anno 2019 gli italiani che si sono iscritti all’Anagrafe degli Emigrati all’Estero (Aire) sono stati 122mila. L’8% dei laureati italiani sceglie di lavorare all’estero. La fuga record riguarda il Nord che, però, recupera con i giovani che lasciano il Sud per trasferirsi al Nord.

Tra le ragioni delle partenze verso l’estero spiccano le opportunità migliori e le prospettive di carriera ma incide anche la variabile retributiva: a un anno dal titolo di studio, il guadagno è il 41,8% in più di quanto sarebbe lo stipendio in Italia.

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L’ultima considerazione è dedicata ancora all’emigrazione. Quando si affronta questo argomento il pensiero corre al mito di Ulisse. Per Giuseppe Imbucci, indimenticato docente presso l’Università di Salerno e autore di interessanti ricerche sull’emigrazione: “Ulisse è mito. Attorno alla figura dell’eroe greco si raccoglie l’andare dell’uomo. Egli sfida le colonne di Ercole, l’antico limite del mondo… Il contadino campano che va e sfida le colonne d’Ercole è un moderno Ulisse. Il suo viaggio corre estroflesso verso l’esterno, ma è anche interiore. Esprime una mentalità ed una attitudine”.

Quello del viaggio interiore è un concetto forse poco approfondito in passato ma molto importante. Non a caso nel 1910, nel corso di una visita ispettiva effettuata dalla commissione parlamentare d’inchiesta sui problemi del Mezzogiorno, un giovanissimo pastore incontrato a Campotenese alla domanda dell’on.le Francesco Saverio Nitti su cosa volesse fare da grande, rispose: “Aspetto di farmi grande per andare in America”. Oggi che l’emigrazione non riguarda più soltanto contadini con famiglia al seguito, se la stessa domanda la rivolgiamo ad un giovane diplomando o laureando probabilmente ci risponderebbe più o meno così: “Aspetto di laurearmi per andare all’estero (in Europa) oppure, male che vada, al Nord”.

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