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Il lavoro che c’è – Lorenzo Peluso per Vallo Più

Di Lorenzo Peluso

Una Regione che investe sul lavoro, lo dimostrano i dati nel rapporto di Bankitalia “L’economia della Campania”, presentato ieri. Secondo la Rilevazione sulle forze di lavoro dell’Istat nella media del 2022 è proseguita la crescita dell’occupazione in Campania (3,1 per cento); il numero di occupati risulta superiore a quello del 2019. La dinamica è stata più marcata di quella del Mezzogiorno e dell’Italia (2,5 e 2,4 per cento). L’aumento è stato sostenuto dagli occupati alle dipendenze (4,6 per cento) mentre i lavoratori autonomi sono diminuiti (-1,5). Il tasso di occupazione è quindi salito di due punti percentuali al 43,4 per cento.

L’incremento ha interessato in misura maggiore gli uomini, le persone fra i 25 e i 34 anni e i laureati. In ambito settoriale la crescita dell’occupazione ha riguardato in particolare le costruzioni (18,3), favorite dagli interventi per la riqualificazione degli edifici. La domanda di lavoro in questo settore dovrebbe rimanere sostenuta anche in relazione ai piani di investimento previsti dal PNRR che potrebbero determinare nei prossimi anni una crescita consistente dei livelli di attività. Nei servizi l’occupazione è cresciuta del 3,3 per cento (del 4,6 nel comparto del commercio, degli alberghi e dei ristoranti), l’agricoltura e l’industria in senso stretto hanno invece subito un calo (-3,1 e -2,8, rispettivamente).

Relativamente ai lavoratori dipendenti del settore privato non agricolo, le comunicazioni obbligatorie1 indicano che nel 2022 sono state create circa 30.000 posizioni lavorative al netto di quelle cessate (attivazioni nette), un dato simile a quello che si osservava nel 2019. Si è rafforzata la crescita dell’occupazione a tempo indeterminato: le attivazioni nette di posizioni lavorative con contratti di questo tipo sono state ampiamente prevalenti; al loro aumento hanno contribuito anche le numerose trasformazioni di contratti già in essere. Nei primi due mesi del 2023 il saldo tra le posizioni attivate e quelle giunte a termine è risultato positivo (era negativo nello stesso periodo del 2022), sostenuto in particolare dall’industria. Ora c’è la sfida del PNRR che in Campania è allineata nei tempi e nella programmazione. In base ai dati aggiornati a fine gennaio, riferiti ai progetti per i quali è possibile procedere a una ripartizione territoriale delle risorse ed escludendo i fondi destinati a interventi già in essere, al settore delle costruzioni in Campania sono stati assegnati 5,2 miliardi, il 12,0 per cento del totale nazionale. Per il periodo 2023-26 la spesa media annua attesa corrisponde al 23,0 per cento del valore aggiunto del settore in regione nel 2019 (13,4 nella media nazionale).

Tra gli interventi principali figurano quelli riconducibili a infrastrutture ferroviarie e portuali, quelli volti a riqualificare la periferia della Città metropolitana di Napoli, oltre ai finanziamenti per il Superbonus e l’Ecobonus. Le prospettive sono assolutamente favorevoli per l’incremento dell’occupazione.  Si stima infatti che l’espansione dell’attività imprenditoriale potrà associare un aumento dell’occupazione alle dipendenze di oltre 11.000 lavoratori nell’anno di picco, il 2025. Nella media del periodo 2023-26 l’incremento sarebbe pari al 10,2 per cento dei lavoratori dipendenti del settore nel 2019 (6,5 nella media del Paese); l’aumento sarebbe sostanzialmente comparabile a quello conseguito tra il 2019 e il 2021, riconducibile prevalentemente agli incentivi fiscali per gli interventi di riqualificazione degli immobili residenziali. La domanda di lavoro generata dal PNRR sarebbe concentrata tra le figure professionali degli operai specializzati (49 per cento) e degli operai semplici (27 per cento). La richiesta di figure professionali a elevata qualifica (come ingegneri, architetti e tecnici) sarebbe più contenuta (15 per cento), ma superiore alla media italiana, in coerenza con la maggiore quota di risorse destinate in regione alle opere di ingegneria civile che impiegano maggiormente queste figure.

Il reperimento dei lavoratori necessari per le attività previste dal PNRR potrebbe avvenire attraverso vari canali. Innanzitutto potrebbe esservi impiegata, almeno per i lavori nel comparto dell’edilizia, parte della manodopera assunta per attività di riqualificazione degli immobili residenziali connesse con gli incentivi fiscali, qualora tale impulso si dovesse attenuare. Le imprese potrebbero inoltre attingere dal bacino di persone in cerca di occupazione o inattive ma disponibili a lavorare, specie se con precedenti esperienze nelle costruzioni. In regione queste ultime erano pari a circa 48.000 individui nel 2021, un valore decisamente superiore alla domanda addizionale di lavoro stimata.

Il fabbisogno aggiuntivo di lavoratori potrebbe aiutare a trattenere in Campania manodopera del settore che altrimenti potrebbe andare a lavorare fuori regione o favorire l’ingresso di lavoratori da altre regioni in presenza di picchi di domanda di lavoro, in particolare se specializzata. Nel quinquennio precedente la pandemia infatti, il flusso di lavoratori delle costruzioni in uscita dalla regione è stato superiore a quello in entrata, dunque si invertirebbe la tendenza.

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