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Con-Tatto- Napoli festeggia il terzo tricolore: merito anche di Padula e dei presidenti Corcione, Tardugno e Gallo

Di Geppino Giuseppe D’Amico

Con una marcia inarrestabile il Napoli di De Laurentiis e Spalletti ha meritatamente vinto il terzo scudetto della sua storia dopo quelli del 1987 e del 1990 con Corrado Ferlaino, Diego Maradona e Giuseppe Bruscolotti. Per commentare l’impresa gli aggettivi sono finiti. La città e i tifosi festeggiano con l’entusiasmo e la fantasia tipici della napoletanità.  È festa anche nel Vallo di Diano dove ci sono tantissimi tifosi azzurri e dove da oltre 50 anni è presente un Club Napoli a Sala Consilina, il più longevo d’Italia. Oggi, però, vogliamo ricordare alcuni presidenti che si sono alternati alla guida della società dal 1926 ad oggi: Giorgio Ascarelli; il comandante Achille Lauro; Corrado Ferlaino, senza dimenticare i padulesi Antonio Corcione, Mario Tardugno, Ellenio e Luis Gallo.

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Le origini del calcio a Napoli risalgono al 1904, quando l’inglese William Poths, impiegato nella sede napoletana della Cunard Line, deciso ad importare nel capoluogo partenopeo il football d’oltremanica, coadiuvato da soci locali, fondò il Naples Foot-Ball & Cricket Club. Nell’agosto del 1926 i soci dell’Internaples e del Naples Foot-Ball decisero di fondersi dando vita all’Associazione Calcio Napoli.

Primo presidente del club fu Giorgio Ascarelli, giovane imprenditore ebreo. Grazie ai suoi sforzi economici ed alle sue idee, la nuova formazione divenne in breve tempo competitiva a livello nazionale. Nel 1929 Ascarelli commissionò, a proprie spese, la costruzione di un nuovo campo sportivo, di proprietà privata del club, al Rione Luzzatti, nei pressi della Ferrovia. Lo stadio, inaugurato il 23 febbraio 1930 col nome di “Vesuvio” gli sarebbe stato successivamente dedicato a furor di popolo, in conseguenza della sua scomparsa, avvenuta a seguito di un attacco di peritonite diciassette giorni dopo l’inaugurazione dell’impianto. Aveva solo 36 anni. In seguito lo stadio, a causa delle origini ebraiche di Ascarelli, fu ribattezzato “Stadio Partenopeo” in quanto si ritenne inopportuno intitolare a un ebreo il maggiore impianto sportivo della città.

Nel 1936 è Achille Lauro, il Comandante, ad assumere la presidenza e sarà uno dei più longevi della storia del Napoli: rimase al timone della squadra per oltre 30 anni. Tra colpi di mercato incredibili, promesse e alcune delusioni, Achille Lauro ha comunque dato tanto alla società azzurra: si deve a lui la costruzione dello Stadio San Paolo, ma anche l’acquisto di calciatori che hanno fatto la storia, tra i quali Vinicio, Pesaola, Jeppson, Bugatti, Amadei ed altri. Con Lauro presidente arriva il primo successo sportivo del Napoli: la coppa Italia del 1962. A proposito di Hans Olof Jeppson, si racconta che durante una partita lo svedese finì per terra e nello stadio si udì una voce “Gesù, è caruto u’ Banco ‘e Napoli” perché fino ad allora nessun calciatore era stato pagato oltre i 105 milioni versati da Lauro all’Atalanta per il cartellino dello svedese.

Dopo Achille Lauro è doveroso ricordare Antonio Corcione. Nato a Padula dove trascorsel’infanzia e l’adolescenza, partecipò alla II guerra mondiale e nel 1947, all’età di 28 anni, seguendo l’esempio di tanti altri concittadini, emigrò in Venezuela. Nel paese caraibico condusse una vita di sacrifici e di lavoro che gli consentì una notevole ascesa economica. Nel 1958, a seguito della caduta del dittatore Marcos Perez Jmenez, resosi conto che il clima politico era cambiato, rientrò in Italia continuando la sua attività nel campo dell’edilizia. La passione per il calcio lo spinse prima ad accettare la presidenza del Padula Calcio e poi a puntare in alto entrando nel Calcio Napoli insieme al cognato Mario Tardugno. Fu prima consigliere, poi vice-presidente. Quindi, il 6 giugno 1968 fu eletto presidente del sodalizio azzurro con Mario Tardugno vice presidente e Roberto Fiore Amministratore Delegato. In quel periodo vestirono la maglia azzurra Omar Sivori e José Altafini. Fu una stagione particolarmente tribolata dagli eventi interni e il Napoli chiuse al 7° posto.  La società era in preda ad una crisi finanziaria, Corcione cercò di risanare i conti e risolvere i problemi della squadra ma, sfortunatamente, morì dopo pochi mesi all’età di 48 anni.

Dopo la scomparsa dell’imprenditore padulese si fece avanti l’ingegnere Corrado Ferlaino che, estromettendo tutti i vecchi soci, divenne presidente del Napoli. In realtà, Ferlaino divenne presidente acquistando con un trucco le azioni della signora Aurora Sandoval, la vedova del presidente Corcione. Già proprietario con alcuni soci di azioni della società, Ferlaino li anticipa tutti presentandosi da solo in casa Corcione e mentre gli altri aspettavano l’ascensore al piano terra fu ricevuto per primo dalla signora Sandoval Corcione, con la quale si accordò in pochissimi minuti consegnandole un assegno con i 70 milioni richiesti. Corrado Ferlaino fu eletto presidente del Napoli il 18 gennaio del 1969, grazie anche al Comandante Lauro che volle fare un piccolo dispetto al suo socio Roberto Fiore. Con Ferlaino il Napoli ha vissuto il periodo più bello: due scudetti, una Coppa Uefa, l’euforia e l’orgoglio di essere i più forti con Diego Armando Maradona, considerato il più grande di tutti.

 Si arriva al campionato 1993-94: i problemi finanziari dell’ing. Ferlaino cominciano a ripercuotersi anche sulla Società Sportiva Calcio Napoli. Non riuscendo a far fronte alla situazione, l’Ingegnere decide di cedere il suo pacchetto azionario a Ellenio Gallo che viene eletto Presidente, il figlio Luis Amministratore Delegato. Una laurea in medicina veterinaria, esperto in materia finanziaria, Ellenio Gallo, come il suo amico Antonio Corcione era emigrato in Venezuela dove si era dedicato all’edilizia e agli investimenti. Nel Calcio Napoli era entrato proprio su invito di Corcione e vi rimase anche dopo la sua scomparsa collaborando attivamente con Corrado Ferlaino. Consigliere per 27 anni, più volte gli era stata offerta la presidenza del Club, specialmente nel periodo in cui Ferlaino dovette far fronte ad alcune delicate vicende extracalcistiche. Ellenio Gallo accettò la presidenza solo quando si rese conto che le dimissioni di Ferlaino erano irrevocabili. Quando Ferlaino mollò la presidenza si scoprì un buco di quasi novanta miliardi di debiti con le banche con il rischio concreto di fallimento. Per salvare la società e reperire i fondi necessari per l’iscrizione al campionato si dovettero affrontare enormi sacrifici anche tecnici con le cessioni di alcuni importanti calciatori tra i quali Massimo Mauro e Gianfranco Zola che Maradona chiamava Zolin in segno di stima. Gallo aveva un ottimo rapporto proprio con Maradona e gli altri calciatori sudamericani. Quando nel 1995 Ferlaino decise di riprendersi la presidenza i Gallo uscirono di scena rimettendoci molti dei soldi che avevano anticipato per evitare il fallimento della Società.

Il resto è storia recente: nel 2004, dopo il fallimento della vecchia società, la squadra passa nelle mani di Aurelio de Laurentiis. Il Napoli ha vinto il terzo scudetto e la città è in festa. Una festa che interesserà anche il Vallo di Diano per iniziativa del Club Napoli di Sala Consilina. Sabato 20 maggio a Sala Consilina ci sarà la definitiva collocazione sulla parete esterna del palazzo del centro cittadino che ospita il Club dell’opera “Diego Illuminado” che lo scultore italo-argentino Alejandro Marmo, originario di San Rufo, noto in tutto il mondo per le sue opere, ha donato al Club del Vallo di Diano. Sarà presente anche l’Autore dell’opera. Nell’occasione sarà presentato il volume di Maria Pia Cappello dal titolo “La forza del cuore di Alejandro Marmo” (Graus Edizioni). Nel libro l’Autrice analizza l’arte dello scultore, principalmente caratterizzata da opere realizzate con object trouvés. La forza del cuore è una metafora di bontà, fratellanza, salvezza, solidarietà, conforto, aiuto e coraggio nel terzo millennio. Sarà una serata di festa che coinvolgerà tantissimi tifosi del Napoli e non solo.

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1 comment

  1. I politici padulesi hanno memoria corta, hanno dimenticato : il politico Giovanni Camera, il grande archeologo Arcangelo Rotunno, il fisico Valente, il manage Antonio Corcione; sembra che che stiano dimenticando , che a Padula c’è la certosa.

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