Search

Intervista a Teresa Romano, un talento del Vallo dall’Europa al Giappone (parte prima)

Teresa Romano

di Antonia Marmo

Abbiamo incontrato Teresa Romano, giovane e talentuosa soprano di origini casalbuonesi che, dopo il diploma al Conservatorio G.Martucci di Salerno, ha vinto la borsa di studio dell’Accademia per cantanti lirici del Teatro alla Scala, per poi intraprendere una carriera di successo in Italia e all’estero.

Partiamo dall’ultimo luogo speciale in cui sei, in Giappone: ci racconti qual è il progetto che ti porta dall’altra parte del mondo?

Ciao! Sono a Tokyo per cantare Santuzza nella Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni. Un ruolo che ho già cantato e che amo moltissimo e col quale sto facendo il mio debutto in Giappone. Sono felice e molto entusiasta del progetto che mi ha portata qui: un allestimento moderno e non convenzionale di una regista di “musical” giapponese qui molto famosa, che ha attualizzato la tradizionale opera tratta dalla novella di Verga. In Giappone poi ci ritornerò ad inizio marzo perché questa produzione del Teatro  Metropolitan di Tokyo andrà in tournée in un’altra città, Nagoya.

Teresa Romano

E dall’oggi andiamo alle tue origini e alla nascita della passione per la musica e per il canto: come è nata, cosa l’ha alimentata, quando hai capito che sarebbe diventata la tua vita?

Credo di aver da sempre amato la musica in generale, poi delle lezioni di pianoforte nel dopo scuola e la partecipazione al coro parrocchiale sono stati l’inizio della mia passione per la musica classica e lirica. Ho iniziato a studiare canto lirico e ho trascorso gli anni del liceo a studiare anche in Conservatorio e dopo non molto ho iniziato a partecipare ai primi concorsi nazionali ed internazionali. Sono stati anni di duro studio e frenetica scoperta di questa meravigliosa arte. Ho deciso o meglio ho capito che sarebbe stata la mia vita futura quando ho superato la selezione per l’Accademia dei solisti del Teatro alla Scala. Avevo appena vent’anni e da lì è partito tutto.

Arrivi da questo nostro territorio del Vallo di Diano, da uno dei paesi più piccoli, Casalbuono: in che modo questo contesto ha influenzato e ispirato questa passione e in che modo continui a mantenere un legame con il Sud?

Teresa Romano

Il piccolo contesto del mio paese forse ha favorito la totale concentrazione nel perseguire il mio obiettivo, chi viene dalla provincia spesso è più determinato e agguerrito. Poi tutto era novità e ricerca entusiasmante, anche andare fino a Salerno per comprare i primi spartiti e CD e code sulla Salerno-Reggio per correre alle lezioni in Conservatorio. Non sarei dove sono se non avessi avuto il supporto e la totale collaborazione della mia famiglia che mi ha sostenuto e che ha impiegato tempo ed energie per una passione che comportava viaggi continui, senza contare i km macinati con mio padre per partecipare alle competizioni vocali. Il mio legame col sud è nella mia stessa voce che ne porta il calore e la sanguigna passionalità, è una caratteristica che ci rende riconoscibili ovunque soprattutto all’estero e ne sono fiera! Poi resta sempre il luogo dei miei affetti e appena posso ci ritorno.

Dal Conservatorio di Salerno all’Accademia per cantanti lirici del Teatro alla Scala, ci parli di questo percorso e di cosa ha significato per te arrivare ad esibirti nel tempio della musica lirica in Italia?

Come dicevo prima, gli anni del Conservatorio sono stati intensi perché trascorsi praticamente in contemporanea al Liceo. Presa da traduzioni dal greco e dal latino ed  esercizi di teoria musicale e vocalizzi, tra viaggi in autobus e treni che mi portavano a Salerno, ricordo giornate stancanti e senza molto tempo libero. Ma non ne ho mai sentito il peso, la passione per la musica e la lirica mi hanno galvanizzato! Il coronamento dei primi studi è stato sicuramente la vittoria del concorso per solisti dell’Accademia della Scala. Per me il teatro meneghino è stata la casa e la famiglia in cui ho mosso i primi passi in questo fantastico lavoro. Ho conosciuto i grandi artisti che avevo ammirato nei VHS delle opere che avevo visto decine di volte, ho camminato e vissuto in un’atmosfera speciale che solo la Scala ha e ho lavorato fin da subito con registi e direttori affermati che mi hanno insegnato tantissimo e lì ho vissuto l’eccitazione e insieme il terrore dei primissimi debutti. Un periodo indimenticabile!

Sei molto giovane ma sono già tanti i progetti e le opere che ti hanno vista protagonista ad interpretare grandi figure, a quali sei particolarmente affezionata e perché?

Teresa Romano

Sono affezionata a tante delle opere cantate e dei progetti a cui ho partecipato, forse ad ognuno di essi per un motivo diverso. Giusto per ricordarne alcuni, sicuramente le prime due opere in Scala, Ascanio in Alba e Così fan tutte, e poi il debutto e l’apertura di stagione al nostro Teatro di San Carlo con La Clemenza di Tito sempre Mozart con la regia di Ronconi. Poi i primi “Verdi”: Falstaff e poi La forza del Destino, prime sfide vocali. Poi l’approdo al repertorio drammatico con la temibile Principessa Turandot, quella del debutto nel circuito lombardo, ma poi quelle successive a Valencia in Spagna e alla Fenice di Venezia. Un percorso fatto di tappe importanti e grandi responsabilità visto che ho sempre cantato ruoli principali. E poi in ultimo i più recenti debutti nel repertorio da mezzosoprano, che mi sta dando enormi soddisfazioni, come la recente Principessa di Bouillon nell’Adriana Lecouvreur diretta da Daniel Oren a Salerno e Amneris in Aida di questo inverno a Praga e ovviamente questa produzione di Cavalleria Rusticana.

(prima parte – continua)

(La foto di copertina è di Rosemary Petraglia)

Condividi l'articolo:

2 comments

Write a response

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Close
Magazine quotidiano online
Direttore responsabile: Giuseppe Geppino D’Amico
Close