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Padula, sabato la presentazione del libro “C’è ancora tempo. Storie di donne che resistono” di Paolo Miggiano

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di Giuseppe Geppino D’Amico

Sarà presentato sabato 4 Febbraio (ore 17:30) a Padula, nella “Sala Cultura Giovanni Russo” della sede sociale del Circolo Carlo Alberto 1886,  il libro “C’è ancora tempo. Storie di donne che resistono” di Paolo Miggiano. La manifestazione si avvale del contributo della Banca Monte Pruno e della Tubifor dei F.lli Fortunati.

Dopo il saluto dell’Avv. Rosanna Bove Ferrigno, Presidente del Circolo Carlo Alberto, il giornalista e scrittore Lorenzo Peluso discuterà del libro con l’Autore. La presentazione sarà arricchita dalla testimonianza di Alfredo Avella, padre di Paolino, vittima di violenza, una delle storie raccotate nel libro. Il libro si avvale della prefazione dello scriuttore Lorenzo Marone.  In un’Italia martoriata dai fenomeni criminali di tipo mafioso, molto spesso, e a buona ragione, ci si sofferma sulle storie delle vittime delle mafie. In questo libro, però, non leggerete nessun nome di perso- ne uccise dai fenomeni criminali di tipo mafioso o terroristico. In queste pagine, per la prima volta, troviamo i nomi di vittime della cosiddetta criminalità comune, con le loro storie, altrettanto drammatiche, altrettanto inaccettabili, altrettanto dolorose. Sono quelle di Paolino Avella e di sua madre Rosaria, di Salvatore Buglione e di sua figlia Anna, di Daniele Del Core (e del suo amico Loris Di Roberto) e di sua sorella Carmen, di Giuseppe Veropalumbo e di sua moglie Carmela e di sua figlia Ludovica, di Rita Ricciardelli e di sua figlia Vanessa e anche di un’antica storia di dolore, quella di Franco Furiati e di sua sorella Elena. Sono vicende, le loro, che costituiscono un pezzo di storia di questa Italia distratta. Sono storie dimenticate, soprattutto dallo Stato. Storie per le quali c’è ancora tempo per narrarle e per le protagoniste per resistere. In “C’è ancora tempo”, Paolo Miggiano, restituisce la vita e la resistenza di madri a cui neanche la semantica riesce a dare significato alla loro condizione, di figlie diventate orfane troppo presto, di sorelle rimaste senza la possibilità di confidarsi con i fratelli, di mogli rese vedove in una notte di festa. Una lucida rievocazione della memoria come pretesto per parlare dei vivi, di chi è rimasto e resiste.

Con questo libro -ha scritto Raffaele Agresti– l’autore “dà voce alle mamme, padri, sorelle, di chi è stato ucciso da una criminalità comune, ma non per questo deve essere considerato meno importanti agli occhi dello Stato. Lo scrittore mette l’accento su una questione paradossale, che in Italia, nonostante i continui rimproveri dell’Unione Europea, per lo Stato Italiano ci sono morti ammazzati di serie A, e morti di serie B. Perché se nel primo caso lo Stato garantisce, giustamente, un sostegno economico alle vittime (e ai familiari superstiti), delle mafie, del terrorismo e ai caduti nell’adempimento del proprio dovere, nel secondo caso se si è ammazzati da un coltello di un coetaneo, dalla violenza di un compagno geloso, dal gesto di un rapinatore, o di uno scellerato che spara all’impazzata la notte di Capodanno, in questi casi lo Stato, garantirà solo pochi migliaia di euro, lasciando, ai parenti rimasti, solo sofferenza…   Sono le storie delle vittime della criminalità comune. Paolo Miggiano racconta le vite letteralmente strappate di alcune di queste donne e della loro capacità di resistere e reagire al terribile torto subito. Donne che meriterebbero massimo rispetto e grande solidarietà mentre, al contrario, sono vittime trasparenti che lo Stato non riesce a vedere”.

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Paolo Miggiani, laureato in Scienze dell’Investigazione, è giornalista pubblicista. Per trentaquattro anni è stato elicotterista della Polizia di Stato. È coordinatore delle attività della Fondazione Pol.i.s. della Regione Campania per le vittime innocenti della criminalità e i beni confiscati alle mafie, già membro della Direzione nazionale di Cittadinanzattiva – Tribunale per i diritti del malato e degli Organismi di rappresentanza dei lavoratori della Polizia di Stato. Tra i suoi libri Morire a Procida; I nuovi modelli di sicurezza urbana. L’esperienza della Regione Campania; Qualcun altro bussò alla porta”. Dario Scherillo e altre storie di persone vittime della violenza criminale; A testa alta. Federico Del Prete: una storia di resistenza alla camorra, grazie al quale ha ricevuto la menzione speciale al Premio Giancarlo Siani del 2012, e ha vinto il Primo Premio Tulliola 2014.                        

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1 comment

  1. IL circolo – Carlo Alberto – è l’unica associazione privata padulese , che organizza
    Manifestazioni culturali, in questo sventurato paesino.

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