di Erminio Cioffi
“La bomba – racconta Tonino Arpea, storico fotografo e memoria storica di Sala Consilina – fu sganciata da un aereo americano e avrebbe dovuto distruggere l’antenna di una postazione radio dei Tedeschi ubicata in Piazzetta Gracchi (Chiazzaredda). L’ordigno finì invece sullla chiesa che fu completamente distrutta e provocò la morte di due bambini che abitavano in una casa nei pressi della chiesa, si salvò solo il campanile”.

“Personalmente il 13 settembre, quando fu bombardata la chiesa dagli Americani, – si legge nel racconto di una persona che ha vissuto quei tragici giorni – ero rifugiato in montagna, dove mio padre, tornato dalla Germania con l’ultima tradotta partita per l’Italia, aveva trovato riparo alla nostra famiglia, insieme a quelle dei nonni e di una zia col marito sotto le armi.
Di lì vedevamo in lontananza i razzi che illuminavano il campo di aviazione dei bimotori in atterraggio, le bombe che cadevano al di là della vicina montagna del Vivo, le camionette di soldati che percorrevano la via Nazionale; fummo spaventati non poco dallo scoppio di un non lontano deposito di munizioni, che fece tremare gli stipiti della stalla nella quale eravamo accampati. All’epoca del bombardamento avevo otto anni; solo molto più tardi ho capito perché gli Americani avevano colpito la chiesa: perché nelle vicinanze c’era un’antenna radio, che qualche tempo prima avevo visto issare dai Tedeschi su una casa alta della Piazzetta Gracchi nei cui pressi vivevo. Non a caso una bomba era caduta anche lì: quando tornammo in paese, vidi l’antenna che penzolava e più tardi una grossa scheggia sospesa nel soffitto della cucina di un appartamento al primo piano”.