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Con-Tatto – Elezioni Regionali in Campania, tra veti e alleanze: la politica a lezione dal Talleyrand

Di Giuseppe Geppino D’Amico

“La politica non è altro che un certo modo di agitare il popolo prima dell’uso”.
Ne era convinto il pensatore francese Charles-Maurice de Talleyrand-Périgord, ecclesiastico, abilissimo diplomatico e consigliere di Napoleone Bonaparte. Ministro degli Esteri e nel 1815 rappresentante della Francia al Congresso di Vienna, il Talleyrand sembra oggi ispirare le due principali coalizioni che, in Campania, non riescono a trovare la “quadra” in vista delle prossime elezioni regionali di novembre. Nel Centrodestra non si trova il candidato presidente; nel Centrosinistra mancano il programma e anche qualche alleato. Così, nell’attesa, non resta che ispirarsi al Talleyrand e “agitare il popolo prima dell’uso”.

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Centrosinistra diviso tra programma e candidature

Nel Centrosinistra, dopo il governatore uscente Vincenzo De Luca, che insiste sulla necessità di stilare prima il programma e poi indicare i nomi, ci ha pensato il candidato presidente indicato da PD e 5Stelle, Roberto Fico, ad agitare le acque. Per garantire “liste pulite”, Fico avrebbe in animo di creare un pool di magistrati, anche fuori servizio, incaricati di valutare le singole candidature all’interno della coalizione. Immediata la replica di Vincenzo De Luca, che nel suo consueto intervento televisivo del venerdì ha respinto con decisione la proposta, rivendicando i risultati ottenuti in tema di legalità e trasparenza: “Chi viene in Campania il codice etico lo deve imparare, non insegnare, perché la Campania è l’unica in Italia ad aver stipulato un accordo di collaborazione con l’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) sulle gare di appalto, sulla gestione dei rifiuti, delle acque e delle opere pubbliche”. Sul confronto interno alla coalizione è intervenuto anche Piero De Luca, che ha parlato di “dialettica fisiologica. Io lavorerò e tutte le forze politiche lavoreranno per trovare una sintesi programmatica sui temi, sui contenuti, sui progetti, sui programmi di lavoro per i prossimi anni in Regione Campania”.

Centrodestra senza candidato

E nel Centrodestra? Se Atene piange, Sparta non ride. Finora sono arrivati messaggi distensivi, ma ogni partito continua a spingere per il proprio nome:

  • Forza Italia, dopo il ritiro dell’autocandidatura di Fulvio Martusciello, proponeva un civico;
  • La Lega indicava il coordinatore regionale Gianpiero Zinzi;
  • Fratelli d’Italia insisteva per il vice ministro degli Esteri Edmondo Cirielli;
  • Noi Moderati proponeva Mara Carfagna, ex Forza Italia ed ex Azione, oggi con il partito di Maurizio Lupi.

Tutti, però, d’accordo sulla disponibilità a sostenere il candidato che arriverà dai leader nazionali. Ma il nome tarda ad arrivare e monta il malumore, soprattutto tra gli aspiranti candidati al Consiglio regionale che non possono avviare la campagna elettorale. Le prime accuse sono arrivate da Forza Italia, che imputa lo stallo alla Lega, impegnata a risolvere i contrasti con Fratelli d’Italia al Nord, soprattutto in Veneto, dove il Carroccio non intende cedere la presidenza, guidata da tre legislature da Luca Zaia. Per il leader nazionale di Forza Italia Antonio Tajani il problema è degli altri; il responsabile regionale Fulvio Martusciello parla di situazione “paradossale”: “Noi siamo pronti, siamo nati pronti”.

Dalla convention di Fratelli d’Italia a Paestum, invece, nessuna svolta: “Il miglior candidato è Cirielli, ma siamo pronti a seguire le indicazioni che verranno da Roma”.

Singolare la posizione di Azione, il partito di Carlo Calenda, che ha escluso di votare il candidato dei 5Stelle. Non ha però confermato un appoggio al Centrodestra, lasciando aperto l’interrogativo: a chi porterà i suoi voti?

La lezione del Talleyrand

E allora: che fare in attesa del tanto agognato accordo tra le varie anime dei due schieramenti principali? E’ molto semplice; seguire la lezione del Talleyrand e “agitare il popolo prima dell’uso” con dichiarazioni che hanno per oggetto il campo avversario. Del resto, anche se francese per nascita e per formazione, nel 1806  il Talleyrand fu nominato principe di Benevento.

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1 comment

  1. …Peccato che le nuove generazioni della politica si compiacciono di essere “di scarse lettere e di ancor più scarse letture”

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Direttore responsabile: Giuseppe Geppino D’Amico
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