Di Giuseppe Geppino D’Amico
Riapertura dei Tribunali soppressi: dal Veneto alla Calabria, arrivano dal Centrodestra toni trionfalistici perché il Governo è tornato ad occuparsi della geografia giudiziaria, approvando un disegno di legge che avvia l’iter per la revisione delle circoscrizioni giudiziarie. Il provvedimento, atteso in Commissione Giustizia e successivamente in Aula, prevede la delega al Governo per valutare le richieste provenienti dai territori: sarà così possibile verificare, caso per caso, se esistano i presupposti per riaprire i Tribunali soppressi. Un’altra delega, quindi, stavolta per riaprire alcuni Uffici Giudiziari e non come quella che nel 2012 consentì al duo Severino-Birritteri di chiudere una trentina di tribunali ed altrettante Procure della Repubblica, compreso Sala Consilina.
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Del nuovo provvedimento del Governo avevamo scritto un mese fa, aggiungendo che era prevista l’istituzione del nuovo Tribunale della Pedemontana a Bassano del Grappa e la riapertura di altre tre piccole sedi. Tre sedi che insistono in territori che sono serbatoi di voti di due sottosegretari, di un viceministro e di un influente senatore, tutti di Fratelli d’Italia: Andrea Ostellari (Bassano del Grappa), Andrea Delmastro Delle Vedove (Alba), Francesco Paolo Sisto (Lucera) ed Ernesto Rapani (Rossano Calabro). Per quanto riguarda Sala Consilina, al di là di iniziative assunte da singoli parlamentari e dalla Regione Campania, disponibile ad accollarsi le spese della riapertura, nessun provvedimento è all’orizzonte. A livello governativo nessuno sembra preoccuparsi del nostro tribunale, diventato un caso nazionale per essere stato soppresso e accorpato a un tribunale più piccolo e fuori regione.
Cerchiamo di ricapitolare, date alla mano, la vicenda della delega concessa al Governo che, all’epoca, ne consentì la chiusura. La delega fu concessa dal Parlamento al Governo Berlusconi IV con legge n. 148 del 2011, al fine di realizzare risparmi di spesa ed incremento di efficienza, rivedendo la geografia giudiziaria in modo da realizzare una riduzione complessiva degli uffici giudiziari. Con la caduta del Governo Berlusconi, la delega passa al Governo Monti, insediatosi a novembre 2011 con il sostegno di una coalizione eterogenea che comprendeva il Popolo della Libertà, il Partito Democratico, l’Unione di Centro, Futuro e Libertà, altri partiti minori e, inizialmente, l’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro.
Va precisato che all’epoca il Popolo della Libertà era composto da Forza Italia, Alleanza Nazionale e da altre formazioni minori, e che Fratelli d’Italia, partito dell’attuale Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, fu fondato il 28 dicembre 2012. Con i due decreti legislativi nn. 155 e 156 adottati dal Governo il 7 settembre 2012, furono soppressi una trentina di Tribunali, altrettante Procure della Repubblica e numerosi Uffici del Giudice di Pace. Il risultato? Se si volevano ridurre le spese e migliorare l’efficienza del sistema giustizia, è difficile sostenere che lo scopo sia stato raggiunto.

Da tempo e da più parti si chiede effettivamente una nuova revisione. Cosa che sta avvenendo. Anzi, siamo già all’esultanza: nel Veneto il governatore Luca Zaia ringrazia il Governo “per la coerenza dimostrata e per aver mantenuto la parola data” istituendo il nuovo Tribunale della Pedemontana. Poco importa se gli avvocati dei fori viciniori di Vicenza, Padova, Venezia e Treviso sostengono che un nuovo tribunale a Bassano del Grappa sia inutile perché tutt’intorno ce ne sono già quattro.
Dal Veneto alla Calabria: qui ad esultare è il sen. Ernesto Rapani che pregusta la riapertura del tribunale di Corigliano-Rossano, che lo ha visto particolarmente impegnato: “Il provvedimento, ora atteso in Commissione Giustizia e poi in Aula, prevede la delega al Governo per valutare le richieste provenienti dai territori: sarà così possibile verificare, caso per caso, se esistano i presupposti per riaprire i tribunali soppressi”. Secondo le prime indiscrezioni, potrebbero riaprire anche i Tribunali Avezzano, Lanciano, Sulmona e Vasto in Abruzzo, e le sezioni di Ischia e Lipari quali sedi distaccate di altri Tribunali.
Ma qual era la situazione politica in Campania quando fu conferita la delega al Governo Berlusconi? La Regione, dal 2010 al 2015, è stata presieduta dall’on. Stefano Caldoro, candidato ed eletto con Il Popolo della Libertà/Forza Italia. Stesso colore politico per la Provincia di Salerno, con l’on. Edmondo Cirielli presidente dal giugno 2009 all’ottobre 2012 e con il sen. Antonio Iannone (vicepresidente ff.) dall’ottobre 2012 all’ottobre 2014.

Attualmente, gli unici rappresentanti salernitani che fanno parte del Governo di Centrodestra a guida Meloni, che il 21 luglio scorso ha approvato il Decreto per rivedere le circoscrizioni giudiziarie, sono proprio l’on. Cirielli (Vice Ministro per gli Affari Esteri) e il sen. Iannone (Sottosegretario al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti).
La citazione dei due esponenti politici non è dettata dal caso, ma perché proprio al vice ministro Edmondo Cirielli si è rivolto nei giorni scorsi il presidente dei Giuristi Cattolici del Vallo di Diano, Angelo Paladino, per chiedere un suo autorevole intervento per riaprire Sala Consilina, anche perché Paladino ricorda una dichiarazione resa alla stampa salernitana nel gennaio del 2014 dall’on. Cirielli: “Aderirò, come ha già fatto il presidente della Provincia di Salerno, Antonio Iannone, al Comitato territoriale per il referendum abrogativo della legge di riforma della geografia giudiziaria, costituitosi presso la Casa comunale di Sala Consilina. I tagli indiscriminati causati dai provvedimenti dei Governi Monti e Letta stanno determinando, come da previsioni, una paralisi dell’attività giudiziaria. La chiusura del Tribunale di Sala Consilina con l’accorpamento a Lagonegro” – sono sempre parole di Cirielli – “sta penalizzando fortemente il Vallo di Diano e il Golfo di Policastro, privati di un importante presidio, con evidenti disfunzioni e disservizi per i cittadini, gli amministratori e gli operatori del settore. Fratelli d’Italia è pronto a sostenere le ragioni del territorio”.
Che dire? Se è così, il decreto del Governo è l’occasione giusta per dimostrarlo.