Di Giuseppe Geppino D’Amico

Nel terzo anniversario della scomparsa, l’Università Popolare della Terza Età di Polla ha ricordato il preside Adolfo Manzione, figura di riferimento per il mondo della scuola e della cultura del Vallo di Diano.
La cerimonia si è svolta presso l’Auditorium “Laudato Sì” della Chiesa di Cristo Re.
Presenti, oltre agli iscritti, i familiari – la moglie prof.ssa Giusy Citro, i figli Maurizio e Piergiuseppe, e la nuora Monica – le autorità cittadine, con il sindaco Massimo Loviso, una folta delegazione dell’Associazione Nuove Idee di Padula, e tanti amici ed estimatori del professore.
Una vita per la scuola

Adolfo Manzione ha insegnato presso la Scuola Media di Polla, da lui tenuta a battesimo nell’anno della sua istituzione.
È stato poi docente di Latino e Greco al Liceo Classico “Marco Tullio Cicerone” di Sala Consilina. Ha ricoperto il ruolo di preside al Liceo di Viggiano e per un anno all’Istituto Magistrale “Pomponio Leto” di Teggiano, prima di approdare al Liceo Scientifico “Carlo Pisacane” di Padula, dove è rimasto per quindici anni, fino al pensionamento.
Fondatore dell’Università della Terza Età
È stato tra i fondatori dell’Università Popolare della Terza Età di Polla, insieme alla moglie Giusy e ad altri importanti animatori culturali locali, come Ina Isoldi, Francesco Paolo Di Donato, Maria Teresa Pepe, Fiorella Bracco, Teresa Vecchi e Clementina Pecori. Per oltre vent’anni è stato un punto di riferimento costante, animando iniziative, raccontando la storia locale, spiegando con semplicità l’essenza dei classici e valorizzando il patrimonio popolare.
“Il pensiero si nutre di antico linguaggio che diventava appoggio sicuro di sapienza antica, densa di lavori e storie compiute in naturale ascesa per il prosieguo dell’esistenza.
La parlata dialettale si mostra utile a dare senso e contenuto al discorso che tesse”.

L’omaggio della comunità
Durante l’incontro, coordinato da chi scrive, si sono susseguiti numerosi interventi, dopo i saluti della presidente dell’Università, Carmen Stabile, e del sindaco Massimo Loviso. A portare la loro testimonianza e il loro ricordo sono stati:
Michele Marsico, Teresa Pascale, Sina Medici, Geppino Manzione, Maria Teresa Pepe, Antonio Federico, Giuseppina Sorrentino, Gerardo Cafaro e don Franco Maltempo. In chiusura, Maurizio Manzione ha ringraziato i presenti e ha ricordato alcuni episodi familiari e personali del padre, sottolineando che:
“Un professore è per sempre”.
Il maestro che tutti vorremmo

Adolfo Manzione è stato ricordato come un maestro ideale, di quelli che tutti sognano: appassionato del suo lavoro, attento ai suoi studenti, sempre disponibile anche dopo il pensionamento. Nel suo libro “Il Liceo, parte di me stesso” scriveva:
“Un maestro deve essere fornito, prima ancora che di competenze, di amore, per formare non solo studenti preparati e scolasticamente ben orientati, ma anche uomini e donne con sani valori, capaci di diventare lievito nelle comunità di riferimento e nella società in genere”.
Una ricca eredità culturale
Numerose le sue pubblicazioni, che spaziano da riflessioni sulla scuola a studi sulla storia locale. Tra le più note:
- “Padre Damasceno” e “Il Monumento ai Caduti” (1988)
- “Il mio Liceo, parte di me stesso” (1998)
- “Vivere nella scuola” (1998)
- “Il Passaggio del sapere” (2000)
- “Senectus”, “Angelina, più amore che morte”, “Le ultime lettere di Vittorio Bracco” (2012)
- “Sulle ruote della storia… c’è il nostro vivere” (2016)
- “La vera curiosità” (2017)
Il legame con Caggiano
Nel 2017 il Comune di Caggiano gli conferì la cittadinanza onoraria, per i meriti acquisiti come formatore e per l’amore che nutriva verso la comunità. Partecipò a numerose iniziative culturali locali, tra cui il Premio “Gaetano Lamattina”, e collaborò attivamente al bollettino parrocchiale “Voce Amica”, curato da don Vittorio Lamattina. Per l’occasione, donò al paese un delizioso libretto di aneddoti locali, segno tangibile del suo affetto e del suo legame profondo con la comunità.