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Infrastrutture ciclabili italiane a rischio: ritardi nella spesa dei fondi PNRR

Pista Ciclabile, Ciclovia

L’Ufficio Studi di Federcepicostruzioni ha fatto eco agli allarmi urgenti sollevati dalla Corte dei Conti riguardo ai ritardi nell’utilizzo dei fondi UE destinati alle infrastrutture ciclabili nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Con una spesa ancora lontana dagli obiettivi concordati, cresce il timore che le risorse allocate per le ciclovie urbane e turistiche possano subire tagli o essere addirittura reindirizzate ad altri progetti durante le prossime trattative con l’UE.

Ciclovie: un pilastro per la mobilità sostenibile e il turismo

Tra le crescenti preoccupazioni ambientali e la necessità di migliorare la vivibilità urbana, ripensare i sistemi di mobilità è diventato prioritario. Le infrastrutture ciclabili, a impatto zero, emergono come soluzione chiave: non solo promuovono trasporti sostenibili, ma favoriscono il turismo locale ed internazionale e migliorano la salute pubblica.

Nonostante il PNRR abbia destinato 466,57 milioni di euro alle reti ciclabili urbane e turistiche in Italia, l’attuazione procede a rilento. Antonio Lombardi, presidente nazionale di Federcepicostruzioni, sottolinea dati allarmanti: a oggi è stato speso solo l’11,5% del totale (53,8 milioni di euro). La situazione è critica soprattutto per le ciclovie turistiche, dove è stato utilizzato appena il 4,5% dei 266,57 milioni stanziati (12 milioni di euro), nonostante la scadenza per il completamento dei progetti sia fissata a metà 2026.

ANTONIO LOMBARDI
presidente di Federcepicostruzioni

Turismo e potenziale economico a rischio

Le ciclovie sono sempre più viste come attrattori per il turismo sostenibile, richiamando viaggiatori desiderosi di esplorare paesaggi culturali e naturali in modo ecocompatibile. Tuttavia, realizzare questo potenziale richiede infrastrutture robuste—come segnaletica, aree di sosta e servizi—che avvantaggino sia i ciclisti sia le comunità locali, aumentando l’appeal territoriale.

Reti ciclabili urbane: progressi ancora insufficienti

Il PNRR dedica inoltre 200 milioni di euro alle piste ciclabili urbane, finanziando 149 progetti in tutto il Paese. Anche in questo caso, però, i progressi sono in ritardo: è stato speso solo il 20,9% dei fondi (41,9 milioni di euro), ben al di sotto della tabella di marcia concordata con l’UE. Lombardi ribadisce che corsie ciclabili dedicate, separate dal traffico motorizzato, potrebbero ridurre drasticamente inquinanti atmosferici come il particolato e gli ossidi di azoto, migliorando salute e vivibilità urbana. Tuttavia, avverte: «Serve urgentemente un piano strategico per accelerare la spesa e avviare i cantieri prima che scadano i termini».

Un appello all’azione

Con miliardi di fondi UE a rischio di perdita o riallocazione, Federcepicostruzioni esorta i decisori politici a prioritizzare le infrastrutture ciclabili come pilastro della transizione sostenibile italiana. I ritardi non minacciano solo i finanziamenti, ma ostacolano anche città più verdi, popolazioni più sane e un turismo fiorente. Come conclude Lombardi: «Le infrastrutture ciclabili devono passare dalla teoria alla pratica: subito». Il tempo stringe: la scadenza per completare i progetti ciclabili del PNRR è fissata al secondo trimestre del 2026.

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