Ieri ad Hammamet per i 25 anni dalla morte di Bettino Craxi, oltre ai figli Stefania e Bobo, c’erano molti Italiani. Nel Corriere della Sera in edicola oggi, l’inviato del quotidiano milanese, Fabrizio Caccia, dal titolo “L’omaggio di La Russa a Craxi, L’Italia ha un debito con lui”.
“Ad Hammamet per i 25 anni dalla morte anche Tajani”, riporta anche la presenza del Segretario Nazionale del PSI, Vincenzo Maraio, e di due socialisti del Vallo di Diano: Antonio Bove di Sala Consilina e Antonio Marrone di Teggiano. Riportiamo di seguito la parte finale dell’articolo. “C’è tanta gente, alcune centinaia, gli accenti di tutta Italia, la voglia di non sentirsi reduci ma parte della storia. «Non siamo nostalgici», dice Antonio Bove, assessore psi alle Finanze a Sala Consilina nel 1980, che ormai vive tra Hammamet e Cuba. Dice che i fiorai tunisini in questi giorni se ne approfittano: 25 garofani rossi, il numero giusto per l’anniversario, li vendono a 300 dinari, quasi 100 euro. Ora quei fiori sono poggiati sulla lapide, accanto all’epitaffio: «La mia libertà equivale alla mia vita”.

Antonio Morrone sulla tomba di Bettino Craxi
Ma oggi questo non è solo il luogo del raccoglimento, è pure una formidabile macchina del tempo da cui riaffiorano per molti i ricordi belli fino a quando tutto crollò. La magistratura lo considerava latitante e l’ex premier, travolto da Mani pulite, invece si definiva in esilio. Antonio Marrone, ex funzionario di Palazzo Chigi, oggi ha 71 anni ma è socialista — dice — da quando ne aveva 15, ad Hammamet lui ci veniva a trovare Craxi ancora vivo, durante l’esilio, “rammaricato ma forte come un leone”: “C’è tanta voglia di Craxi, non vede quanti libri, mostre, convegni? — conclude guardando il mare davanti a sé —. Di sicuro ce l’ha quella grande fetta di gente che non va più da anni a votare”.

i Socialisti italiani non dimenticano Craxi nel 25esimo della sua morte