di Giuseppe D’Amico
È stata inaugurata nelle sale del Castello del Guiscardo, a Caggiano, la mostra dello scultore Leonardo Gianí dal titolo VIP -Vento in Poppa. Nel corso della manifestazione sono intervenuti, coordinati dalla giornalista Maria Grazia Petrizzo, il Presidente della Comunità Montana Tanagro, Giovanni Caggiano, il Professor Pasquale Persico, Economista e già docente Unisa, l’architetto Giuseppe Cafaro, il prof. Biagio Limongi ed il Fondatore dei Monaci Digitali di Padula, Gianluca Vegliante. Particolarmente apprezzati gli interventi musicali del maestro Rosario Sarno.
La mostra raccoglie una flotta di cento piccole barche di pietra, scarti scaturiti dalla lavorazione di opere di maggiore dimensione, lavorate con maestria dalle mani dell’artista e diventate preziose opere scultoree, simbolo del desiderio di conoscenza e scoperta tipico degli antichi navigatori ed esploratori in cerca di mondi misteriosi ed inesplorati. “Mille colori di pietre che si svegliano all’alba -ha sottolineato Pasquale Persico- per abbracciare con il vento in poppa l’augurio di una speranza che si affaccia e ci abbraccia da lontano, mentre sorge e splende il sole vero”.
“Arte nata dallo scarto e diventata simbolo di ricerca, lotta e resilienza, azioni quotidiane che ci insegnano -ha sottolineato nel corso del suo intervento l’artista Leonardo Gianí– a non rassegnarsi e nutrire i propri sogni”.
Il concetto di arte evidenziato dallo scultore siciliano è in linea con il pensiero di Papa Francesco che si è sempre espresso contro la “cultura dello scarto”, al punto da inserire nel suo libro “La mia idea di arte” (Mondadori Editore) e nei musei vaticani sia la Reanult 4 bianca di 400.000 chilometri regalatagli da una sacerdote veneto, sia due opere in ferro battuto alte 4 metri (la Vergine di Lucan e il Cristo Obreros) realizzate dallo scultore italo-argentino Alejandro Marmo, originario di San Rufo, che sono state collocate nei giardini del Vaticano.

La mostra di Leonardo Gianì, “Vip di augurio- Vento in Poppa”, era stata presentata nel porto turistico di Maratea, presso la Lega navale italiana, per volere del professore Pasquale Persico con Dna Maratea Contemporanea Associazione Culturale Arti Visive.
Per le barche di Gianì l’approdo nel Castello del Guiscardo è stato un fatto naturale in quanto proprio a Caggiano l’artista, siciliano di origine, vive e lavora.
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Leonardo Gianí nasce il 3 febbraio 1976 a Corleone, un piccolo centro immerso nella bellezza delle colline siciliane. Fin dall’infanzia mostra un forte interesse per l’arte, dedicandosi al disegno e all’anatomia artistica. La sua passione si rivolge in particolare alla pietra, un elemento naturale abbondante nel suo territorio. All’età di 15 anni, inizia a lavorare presso un artigiano locale della pietra. Qui apprende l’uso degli strumenti e acquisisce una conoscenza profonda dei materiali, sviluppando le sue abilità attraverso la pratica quotidiana.
La svolta artistica avviene in Toscana, a Firenze, dove Leonardo si trasferisce in cerca di nuove opportunità e dove esplora il mondo della scultura classica e raffinata. Qui muove i primi passi verso un’arte più consapevole e strutturata. In seguito, si trasferisce a Carrara l’incontro con il marmo che diventa il suo ambiente ideale. Le maestose cave di marmo e la tradizione scultorea locale lo affascinano profondamente. Frequenta laboratori artistici e si iscrive a una scuola professionale per la lavorazione del marmo, apprendendo i metodi tradizionali di riproduzione delle opere d’arte.
Dopo il diploma alla scuola professionale, Leonardo si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Carrara, dove approfondisce il suo percorso sotto la guida del Prof. Piergiorgio Balocchi. Qui sviluppa il progetto delle “Anime Velate”, una serie di opere che combinano tecnica e concettualità.
LEONARDO GIANI’
Durante il percorso accademico, si dedica anche al restauro lapideo e pittorico, dimostrando eccellenti capacità in entrambi i campi. Stringe un forte legame con il docente Augusto Giuffredi, con cui inizia una collaborazione anche al di fuori del contesto accademico. Conclude gli studi presentando una tesi sulle “Anime Velate”, apprezzata per la sua profondità artistica e tecnica, che gli vale il massimo dei voti. Il resto della storia prosegue a Caggiano dove si trasferisce a seguito del matrimonio con Antonella Carucci, anche lei artista. Un felice connubio di vita e di arte.