di GIANFRANCO STABILE
Per molti è la vera piaga delle aree interne come il Vallo di Diano. Un reato antichissimo, l’usura, in grado di condizionare l’economia di vaste aree, strozzando quella sana e condizionando la libera iniziativa economica delle persone. “Il senso di colpa che avvolge l’usurato, quasi fino a convincere lui stesso di aver sbagliato: è questa la chiave di lettura che spiega come il fenomeno sia sempre forte nelle nostre comunità” spiega don Andrea La Regina, presidente della Fondazione Nashak.
Il prelato teggianese ha fatto della lotta all’usura motivo di vita, e con i suoi collaboratori si batte per una diffusione della cultura dell’educazione finanziaria e del sostegno a chi cade nella rete di persone senza scrupoli. “Liberi dal debito per promuovere Diritti, Dignità e Democrazia” è il titolo dell’ultima iniziativa, premiata dalla Regione Campania con finanziamento di oltre 200mila euro. Soldi che serviranno innanzitutto ad avere un potenziamento dei servizi in favore delle vittime di usura. “Per contestare tecnicamente e giuridicamente la liceità delle pretese degli usurai ci avvaliamo di collaboratori, tecnici e professionisti di primo piano” spiega don Andrea. Ascoltiamo l’intervista integrale.
presidente Fondazione antiusura NASHAK
Nashak, fondazione antiusura per la reintegrazione solidane, è sempre aperta alle richieste di aiuto. I contatti sono prioritariamente e-mail: fondazionenashak@gmail.com oppure al numero di telefono 0975 79053
Don Andrea è sempre in prima linea a tutela della legalità. Leggendo l’articolo, mi è tornato alla mente l’on. Tano Grasso, cui mi affiancai nella XII legislatura a sostegno della sua proposta di legge, poi divenuta legge della Repubblica con il n. 108 del 7/03/1996. Quei due anni alla Camera dei Deputati non furono molto esaltanti; per me restano il momento peggiore del processo di imbarbarimento della politica italiana. Alle elezioni successive non fui rieletto, ma non me ne rammaricai più di tanto. Fui, invece, molto turbato qualche anno dopo, quando mi ritrovai nel Tribunale di Sala Consilina a testimoniare in favore di una persona onestissima, il compianto Piero Nicodemo. Piero fu assolto e con lui tante brave persone che erano state coinvolte dal cinismo di taluni malfattori.
Questi ultimi furono condannati, ma, dopo dieci anni, beneficiarono tutti dell’amnistia e a me capitò la beffa di di essere sconfitto da un dei condannati/amnistiati nelle elezioni amministrative del mio amato borgo natio.
Lunga vita a don Andrea e a quanti come lui sono impegnati nella lotta contro il malcostume e la disonestà, nella consapevolezza che, putroppo, a essere poratatori dell’uno e dell’altra sono anche talune cosiddette persone per bene.